2017: tre previsioni sul DevOps da CA Technologies

Secondo CA Technologies saranno principalmente tre le tendenze che influenzeranno nel corso del 2017 il mondo DevOps. La metodologia, che aiuta ad eliminare le barriere esistenti tra i team dedicati allo sviluppo (Development) e gli addetti operativi (Operations), favorisce una migliore comunicazione e collaborazione fra le due funzioni ai fini di una maggiore agilità digitale.
I trend previsti da CA Technologis in materia DevOps non riguarderanno espressamente l’una o l’altra componente del binomio Dev+Ops, ma piuttosto aspetti quali il testing, la sicurezza e le metriche.
“Nella corsa all’innovazione, le aziende scopriranno che qualità, sicurezza e performance delle applicazioni sono importanti tanto quanto il time to market”, afferma Fabrizio Tittarelli, CTO di CA Technologies Italia. “I principi alla base del DevOps svolgono in questo senso un ruolo fondamentale, in un momento in cui le aziende devono mettere il software al centro del loro DNA per crescere e competere nell’odierna economia delle applicazioni”.

Ecco i trend previsti da CA in ambito DevOps

1. Il Continuous Testing sarà oggetto di grande interesse
Mettere rapidamente nuovo codice in produzione consente di ottenere una velocità sempre maggiore, ma può anche essere l’anticamera dell’insuccesso digitale. I ritmi accelerati di sviluppo producono maggiori pressioni sulla funzione di testing, relegandola a una delle tanti fasi del Software Development Life Cycle (SDLC). In un contesto in cui le aspettative dei clienti in fatto di esperienza digitale continuano a crescere, questo può influire sulla qualità del codice e incidere sulla customer satisfaction.
L’unico modo per produrre codice di ottima qualità consiste nel sottoporlo a test rigorosi e, soprattutto, continuare a testarlo durante tutto il ciclo di vita DevOps. I controlli non possono più essere solo prerogativa degli addetti QA (assicurazione di qualità): anche gli sviluppatori devono avere gli strumenti per testare il codice e mettere i risultati dei test a disposizione dei colleghi di Operations.

2. Development, Security e Operations in un’unica funzione: DevSecOps
Anche quest’anno la sicurezza continuerà a essere un argomento di grande attualità, considerata la crescente intensità e complessità degli attacchi informatici. Oltre alla velocità e alla qualità, un codice di qualità dev’essere anche in grado di proteggere gli utenti da eventuali cyber-attacchi e di salvaguardare le aziende da possibili danni reputazionali.
Per essere sicuro, il codice dev’essere protetto da una solida architettura informatica. La validazione di sicurezza richiede però un testing speciale perché i requisiti di verifica di sicurezza del codice ricadono in una categoria dinamica a parte – trattamento di testing da eseguire con il contributo di esperti e altri soggetti finora esclusi dal processo DevOps.

3. Maggiore attenzione per le metriche DevOps
Fino a poco tempo fa erano pochissime le aziende interessate alle metriche DevOps – soprattutto se si considera l’impegno già richiesto per acquisire i processi, gli strumenti e la cultura DevOps di base. D’altro canto è difficile migliorare ciò che non si misura; ecco perché quest’anno assisteremo probabilmente a un’adozione e standardizzazione più diffusa delle metriche di misurazione dei risultati ottenuti grazie al DevOps.
Le metriche, collettive o individuali, possono migliorare in vari modi le pratiche digitali. Quelle collettive consentono di rilevare disservizi nei processi e ottimizzare l’allocazione delle risorse, mentre quelle individuali contribuiscono a individuare eventuali esigenze di coaching e a emulare le performance migliori. Alla luce di tutti questi vantaggi è verosimile che quest’anno l’industria convergerà su un insieme di metriche comuni


2017: tre previsioni sul DevOps da CA Technologies - Ultima modifica: 2017-01-30T10:48:44+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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