Apple vale 1500 miliardi di dollari, record di capitalizzazione negli USA

Apple vale 1500 miliardi di dollari. Il valore di capitalizzazione della Mela ha toccato e superato una quota mai raggiunta da nessun’altra società statunitense. Oltre a rappresentare un record storico per la multinazionale di Cupertino, si tratta anche della prima volta che una società statunitense quotata in borsa raggiunge e supera questo traguardo. L’impennata nelle quotazioni in Borsa sono iniziate sulla scia delle anticipazioni che indicano l’annuncio del primo Mac ARM in occasione della conferenza mondiale degli sviluppatori WWDC20 che inizia il 22 giugno.

Apple vale 1500 miliardi di dollari, quanto il Pil della Spagna

A tale livello Apple vale quanto il Pil della Spagna (1.419 miliardi di dollari, dati Banca Mondiale per il 2018). Solo pochi giorni fa gli osservatori del mercato azionario avevano previsto per Apple la possibilità di arrivare a 2.000 miliardi di capitalizzazione entro il 2022. Un’ipotesi a questo punto da non escludere, ma che dipenderà da diversi fattori: da quanto la strategia di puntare sempre più sui servizi sarà in grado di dimostrarsi vincente nel medio-lungo periodo e dalla capacità di implementare le nuove tecnologie sui device commercializzati come nel caso del supporto al 5G per la linea smartphone.

Ricordiamo che il valore di mercato di una società, così come indicato genericamente, corrisponde alla capitalizzazione di mercato, un indice finanziario che si ottiene moltiplicando il numero totale delle azioni circolanti, circa 4,3 miliardi di titoli AAPL, per la quotazione corrente. Solo poche settimana fa le incertezze per Coronavirus e lo spettro della crisi economica globale avevano portato a un sensibile ribasso del titolo Apple.


Apple vale 1500 miliardi di dollari, record di capitalizzazione negli USA - Ultima modifica: 2020-06-11T11:00:48+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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