Grazie ad Arctic World Archive i dati sopravviveranno per 1.000 anni, almeno La Norvegia è già la sede del Global Seed Vault, un deposito che conserva 1,5 milioni di semi per evitare la loro estinzione, ma ora Arctic World Archive si propone di fare lo stesso con i dati, conservandoli tra i monti delle isole Svalbard, note per la loro nutrita popolazione di orsi.
L’ Arctic World Archive è anche considerato uno degli edifici recenti più belli al mondo
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Arctic World Archive è gestito da una piccola società di archiviazione norvegese, che si chiama Piql, e proprio qui pensa di poter conservare documenti strategici, libri e altri file su pellicole foto-sensibili conservate in scatole di protezione, per mezzo di una tecnica che – secondo la Piql – è in grado di conservare quanto archiviato per almeno 500 anni, garantendo che quel materiale ne duri almeno 1.000.
Questa longevità viene favorita dalla posizione del luogo di archiviazione. La pellicola di cui si parla verrà conservata all’interno di una miniera abbandonata, dove è possibile sfruttare una temperatura costante che è al di sotto degli 0°C, utile per il mantenimento del piqlFilm, e questa miniera è abbastanza profonda da consentire di poter evitare danni dovuti ad armi nucleari o EMP (bombe elettromagnetiche).
In secondo luogo, le Svalbard sono considerate come una zona demilitarizzata, grazie a un trattato firmato da 42 paesi che vietano che ci siano eserciti sulle isole. In terzo luogo, l’intero archivio è memorizzato online, con una possibilità di accesso che viene fornita solo se necessario.
Oltre a proteggere i dati, questi verranno resi inalterabili e ciò significa che il non potrà essere modificato. La società ha spiegato: “I vostri dati sono conservati in modo sicuro su un vero WORM (write once, read many – scrivi una volta, leggi tante volte), rendendo impossibile manipolare o cancellare i vostri dati importanti”.
I dati vengono digitalizzati e codificati sulla pellicola, con istruzioni su come leggere i file che ci sono inclusi “In caso di emergenza, sarà sufficiente disporre di una fonte di luce e una sorta di macchina fotografica digitale e computer”. La società, sul suo sito web, fa sapere che offre anche un sistema per il salvataggio dei dati in formato testo leggibile o via immagini, per garantire una “sicurezza aggiuntiva “.
Al momento almeno tre paesi hanno iniziato a salvare i propri dati nella miniera e tra questi figurano la Norvegia, il Messico e il Brasile, i quali hanno conservato documenti provenienti dall’archivio nazionale.
Può sembrare inverosimile che la costituzione brasiliana o altri documenti storici messicani abbiano bisogno di una tale protezione, ma gli scenari apocalittici non sono così rari, basti pensare alla Siria che è stato il primo paese a ritirarsi dal Global Seed Vault lo scorso anno. Sempre più spesso, in caso di conflitti sono proprio le sedi dove sono conservati gli archivi e i documenti governativi ad essere presi di mira, ha osservato Tor Eivind Johansen, amministratore delegato della KDRS, azienda che sta memorizzando i dati nella miniera.
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