I risultati del Digital Economy and Society Index 2022 (comunemente noto come DESI) mostrano che per quanto la maggior parte degli stati europei stia compiendo progressi nella trasformazione digitale, l’adozione di tecnologie digitali chiave, come l’intelligenza artificiale e i big data, rimane ancora bassa. Finlandia, Danimarca, Paesi Bassi e Svezia continuano a guidare la classifica delle nazioni europee più digitali, ma il gap con gli altri stati membri si sta chiudendo, segno che nell’UE si sta registrando una tendenza generale alla digitalizzazione: in particolare stati che partivano da livelli inferiori, come Italia, Polonia e Grecia, stanno gradualmente recuperando terreno, crescendo a un ritmo più rapido.
Sicuramente un aspetto su cui bisogna porre molta attenzione, stando ai dati che emergono dal DESI, è il capitale umano: infatti se l’87% delle persone (di età compresa tra 16 e 74 anni) ha utilizzato Internet regolarmente nel 2021, solo il 54% possiede competenze digitali di base.
La scarsa diffusione delle conoscenze tecnologiche genera una carenza di specialisti Ict nel mercato del lavoro: nel corso del 2020 il 55% delle imprese che hanno assunto tecnici Ict ha segnalato difficoltà a coprire tali posti.
Entro il 2030 il “Percorso verso il decennio digitale”, un processo strutturato di cooperazione tra la Commissione e gli stati membri per lavorare collettivamente verso obiettivi a livello di UE, prevede che almeno l’80% dei cittadini debba avere competenze digitali di base e che il numero di specialisti Ict arrivi almeno a 20 milioni (rispetto agli 8,9 milioni del 2021).
Anche il tema della connettività a banda larga rientra tra gli obiettivi del percorso verso il decennio digitale: sebbene la copertura sia completa, solo il 70% delle famiglie europee può beneficiare della connessione di rete fissa ad altissima capacità (Vhcn). Malta, Lussemburgo, Danimarca, Spagna, Lettonia, Paesi Bassi e Portogallo sono gli stati più avanzati in termini di copertura Vhcn fissa totale (tutti oltre il 90%). Al contrario in Grecia solo 1 famiglia su 5 ha accesso alla Vhcn fissa. Anche la copertura del 5G è aumentata, lo scorso anno al 66% delle aree popolate dell’UE. Tuttavia, l’assegnazione dello spettro, presupposto importante per il lancio commerciale del 5G, non è ancora completa (siamo solo al 56%).
Uno sguardo alle imprese europee mostra che nel 2021 solo il 55% delle Pmi ha raggiunto un livello di base nell’adozione delle tecnologie digitali. Svezia e Finlandia hanno le Pmi più digitalizzate, mentre Romania e Bulgaria hanno i tassi più bassi. C’è ancora molta strada per raggiungere l’obiettivo del 90% di Pmi con un livello di intensità digitale di base entro il 2030.
Nonostante la cosiddetta trasformazione digitale, l’uso di tecnologie avanzate rimane basso: il 34% delle imprese faccia affidamento sul cloud computing, solo l’8% utilizza l’IA e il 14% i big data. Seguendo la proposta Path to the Digital Decade, almeno il 75% delle aziende dovrebbe adottare le tecnologie AI, cloud e big data entro il 2030.
In questo contesto saranno determinanti i 127 miliardi di euro destinati al digitale dai 25 piani nazionali per la ripresa e la resilienza per il raggiungimento degli obiettivi del decennio digitale e per contrastare le ricadute del conflitto in Ucraina, comprese quelle sulla cybersecurity.
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