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Diritto alla riparazione approvato nell’Unione Europea, cosa cambia

Il diritto alla riparazione deve essere garantito per i cittadini europei, a fronte di questo diretto, scattano gli obblighi per i produttori, in particolare quelli di dispositivi tecnologici, i più difficili oggi da far riparare.
In una società che si fa sempre più ecosostenibile e attenta all’ambiente, l’Unione Europea ha fatto un significativo passo avanti nel garantire un futuro più verde ai suoi cittadini. Il Parlamento Europeo ha votato a grande maggioranza la nuova direttiva sul “diritto alla riparazione”, un passo rivoluzionario che promette di ridurre i rifiuti eccessivi e di sostenere il settore delle riparazioni. Con 584 voti favorevoli, è evidente che l’Europa non solo accoglie ma incoraggia questo cambiamento di paradigma.

Che cos’è il diritto alla riparazione?

Il diritto alla riparazione si colloca in un contesto di consumo più consapevole, dove i beni non sono più visti come oggetti da sostituire ciclicamente, ma come risorse il cui ciclo di vita può e deve essere prolungato. Le nuove norme stabiliscono l’obbligo per i fabbricanti di rendere le riparazioni dei prodotti non solo possibili ma anche economicamente accessibili e trasparenti per i consumatori. Un modulo europeo di informazione sarà offerto ai consumatori per aiutarli a valutare e confrontare i servizi di riparazione (specificando la natura del difetto, il prezzo e la durata della riparazione). Per facilitare il processo di riparazione, verrà creata una piattaforma online europea con sezioni nazionali per aiutare i consumatori a trovare facilmente negozi di riparazione locali, venditori di beni ricondizionati, acquirenti di articoli difettosi o iniziative di riparazione gestite dalla comunità, come i repair café (caffè delle riparazioni).

Obbligo di riparazione e informazione

Sotto la nuova legislazione, i fabbricanti devono mettere a disposizione dei consumatori servizi di riparazione rapida e a costi contenuti. Inoltre, vi è un impegno a informare adeguatamente i consumatori sui loro diritti e sulle possibilità di riparazione. Per i prodotti sotto garanzia legale, vi sarà un’estensione di un anno, un incentivo non indifferente per preferire la riparazione di un bene, piuttosto che la sua sostituzione. La nuova legge UE obbliga i fabbricanti di prodotti al consumo a fornire servizi di riparazione tempestivi ed economici e a informare i consumatori sul loro diritto alla riparazione. Le merci in garanzia legale beneficeranno di un’ulteriore estensione di un anno, incentivando ulteriormente il consumatore a scegliere la riparazione anziché la sostituzione.
Una volta scaduta la garanzia legale, il produttore sarà comunque tenuto a intervenire sui prodotti domestici più comuni, che sono tecnicamente riparabili ai sensi della normativa UE, come lavatrici, aspirapolvere e smartphone. L’elenco delle categorie di prodotti potrà in seguito essere ampliato. I consumatori potranno anche prendere in prestito un dispositivo mentre il loro è in riparazione o, in alternativa, optare per un apparecchio ricondizionato.
Il mercato delle riparazioni è stato spesso trascurato e ostacolato da pratiche come l’obsolescenza programmata, ma la nuova direttiva impone ai produttori di fornire i pezzi di ricambio necessari e di non introdurre barriere ingiustificate alle riparazioni, come l’impedimento all’uso di parti di seconda mano o stampate in 3D.

Prezzi accessibili e promozione del settore

Per abbattere ulteriormente le barriere, ogni Stato membro implementerà strategie per favorire il settore delle riparazioni. Questo potrebbe includere incentivi come buoni d’acquisto, fondi per la riparazione o iniziative educative che aiutino i cittadini a riparare autonomamente i propri beni o a usufruire di spazi comunitari dedicati alla riparazione.
Come avverrà l’implementazione del diritto alla riparazione
Entro due anni gli Stati membri dell’UE dovranno recepire le disposizioni della direttiva all’interno delle proprie legislazioni nazionali. Questo è il periodo in cui vedremo prendere forma un nuovo mercato, più giusto e sostenibile, con ripercussioni positive sulla riduzione dei rifiuti e sulla consapevolezza dei consumatori.
Il diritto alla riparazione rappresenta un valido strumento nella lotta contro il consumo insostenibile e la cultura dello scarto. Con questa mossa, l’Europa si posiziona come pioniere nel cambiamento verso un’economia circolare, un modello che, si spera, troverà seguaci a livello globale.

Diritto alla riparazione, cosa cambia

La recente approvazione della direttiva sul “diritto alla riparazione” da parte dell’Europa segna un cambiamento significativo sia per i consumatori sia per i produttori all’interno dell’Unione Europea. Questa nuova legge ha lo scopo di ridurre i rifiuti, incentivare un consumo più sostenibile e rendere la riparazione dei prodotti più accessibile ed economica. Esaminiamo i principali cambiamenti e obblighi introdotti da questa direttiva.

Per i consumatori

1. Maggiore accessibilità alle riparazioni: I consumatori avranno diritto a servizi di riparazione più tempestivi ed economici. Ciò significa che sarà più facile e conveniente riparare un prodotto piuttosto che sostituirlo.
2. Informazioni chiare sui servizi di riparazione: Sarà fornito un modulo europeo di informazione per aiutare i consumatori a valutare e confrontare i servizi di riparazione, specificando la natura del difetto, il prezzo e la durata della riparazione.
3. Estensione della garanzia legale: La legge prevede un’ulteriore estensione di un anno della garanzia legale sui prodotti, incoraggiando i consumatori a optare per la riparazione di un bene piuttosto che per la sua sostituzione.

Per i produttori

1. Obbligo di fornire servizi di riparazione: I fabbricanti di prodotti al consumo saranno tenuti a fornire servizi di riparazione tempestivi ed economici e a informare i consumatori sul loro diritto alla riparazione.
2. Disponibilità di pezzi di ricambio e strumenti: I produttori dovranno garantire la fornitura di pezzi di ricambio e strumenti ad un prezzo ragionevole per un periodo di tempo prestabilito, assicurandosi che i prodotti possano essere riparati e mantenuti in funzione per un periodo più lungo[1].
3. Non impedimento alle riparazioni: Sarà vietato ai produttori adottare clausole contrattuali o tecniche hardware o software che ostacolino le riparazioni. Ciò include la proibizione di impedire l’uso di pezzi di ricambio di seconda mano o stampati in 3D da parte di riparatori indipendenti, o di rifiutare di riparare un prodotto per motivi economici o perché è stato precedentemente riparato da terzi.

Queste nuove norme rappresentano un importante passo avanti verso un’economia più circolare nell’UE, incoraggiando pratiche di consumo sostenibile e responsabile. Per i consumatori, ciò significa accesso a servizi di riparazione più convenienti e trasparenti, che prolungano la vita dei prodotti riducendo allo stesso tempo i rifiuti. Per i produttori, questi cambiamenti comportano l’adeguamento ai nuovi obblighi e il sostegno a una cultura del riutilizzo e della riparabilità.

 


Diritto alla riparazione approvato nell’Unione Europea, cosa cambia - Ultima modifica: 2024-04-28T11:46:01+00:00 da Francesco

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