Il Parlamento Europeo detta le regole del web. Sono state stese le prime norme in Europa sulla cyber security da seguire nei 28 stati membri dell’Unione. Grazie a questa prima legislazione, le “critical service companies”, dovranno seguire queste nuove regole che puntano a irrobustire i loro sistemi di sicurezza da possibili attacchi informatici. Con la definizione “critical service companies”, il Parlamento Europeo intende tutte quelle aziende coinvolte nei sei principali settori dell’attività di servizi: energia, trasporti, banking, mercati finanziari, sanità e distributori d’acqua. Ogni paese membro dell’Unione dovrà fornire un elenco di tutte le società operanti sotto la propria giurisdizione ed etichettarli sotto una delle citate categorie e ogni società che subisce una violazione dovrà essere in grado di riportare il danno subito all’autorità competente.
Non solo le compagnie che si occupano di trasporti e di energia elettrica dovranno prestare molto più attenzione che in precedenza, ma anche i marketplace online come eBay e Amazon, i motori di ricerca (Google e Yahoo) e i servizi cloud (DropBox e Google Drive) dovranno potenziare le loro infrastrutture in fatto di sicurezza secondo i nuovi standard europei e produrre un report obbligatorio nei quali vengano registrati i casi più significativi di incidenti direttamente al parlamento.
Inoltre tutti i 28 stati membri dovranno collaborare tra loro mettendo in campo una task force anti-hacker chiamata Computer Security Incidents Response Team (CSIRT) in cui ogni paese dovrà dare il suo contributo nel combattere attacchi informatici nazionali e internazionali. Queste nuove norme sono ancora in attesa di essere approvate e forse qualcosa verrà modificato in corso d’opera, ma l’UE ha deciso la strada da imboccare.
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