La pubblicità e il marketing sono in costante evoluzione, perciò non c’è da stupirsi se ora il trend dell’intelligenza artificiale interessa anche questi settori. Alcune tra le più grandi aziende del mondo, dal gigante alimentare Nestlé alla multinazionale dei beni di consumo Unilever, stanno sperimentando l’uso di software di AI generativa come ChatGPT e Dall-E per ridurre i costi degli annunci commerciali e aumentare la produttività. A svelarlo è un’inchiesta dell’agenzia Reuters che fa i conti anche con i rischi dell’ingresso dell’intelligenza artificiale nella pubblicità.
La tecnologia può essere utilizzata per creare testi, immagini e persino codici informatici originali, sulla base dell’addestramento dei programmi. WPP, una delle più grandi agenzie pubblicitarie del mondo, sta lavorando con multinazionali come Nestlè e Mondelez per utilizzare l’intelligenza artificiale generativa nelle campagne pubblicitarie, come ha dichiarato il direttore di WPP Mark Read a Reuters. “Il risparmio può essere di 10 o 20 volte maggiore rispetto a una pubblicità classica”, ha dichiarato Read in un’intervista. “Piuttosto che far volare una troupe in Africa per girare uno spot, lo abbiamo creato virtualmente”.
Nestlè sta lavorando su come utilizzare ChatGPT 4.0 e Dall-E 2 per aiutare a commercializzare i suoi prodotti. In India ha già lanciato delle campagne pubblicitarie di prova e l’esempio è stato seguito da imprese di minore grandezza. Le piccole aziende hanno utilizzato un microsito per generare versioni degli annunci per il proprio negozio da pubblicare sui social media e su altre piattaforme. Secondo WPP, sono stati creati circa 130.000 annunci con 2.000 negozi che hanno ottenuto 94 milioni di visualizzazioni su YouTube e Facebook. “Le proposte dell’Ai vengono poi ulteriormente sviluppate dal team creativo per diventare infine contenuti per il mercato” aggiunge Read. La velocità di esecuzione, la possibilità di ottenere versioni diverse dello stesso soggetto e l’esplorazione di vari modelli grafici garantiscono una capacità di produzione elevata per i programmi con Ai che ora sono accessibili a tutti.
Fra le preoccupazioni del settore pubblicitario per la novità, c’è il rischio che la tecnologia riproduca i pregiudizi umani, come gli stereotipi razziali o di genere, che potrebbero essere incorporati nei dati che i programmi elaborano. “Garantire che questi modelli, quando si digitano determinati termini, restituiscano una visione non stereotipata del mondo è davvero fondamentale”, ha dichiarato un rappresentante di Nestlè a Reuters e ha aggiunto che l’azienda sta “tenendo in primo piano la sicurezza e la privacy”. Secondo gli esperti del campo, alcune aziende di beni di consumo rimangono diffidenti nei confronti dei rischi di sicurezza o delle violazioni del copyright. Il rischio che, anche con un controllo umano successivo, errori di stampa o nelle immagini non vengano notati prima di lanciare un prodotto è ancora molto alto. Eppure, se Nestlé e Unilever stanno guidando la carica nell’adozione dell’AI generativa nel campo della pubblicità, è probabile che molte altre società seguano questa tendenza a breve. Tuttavia, c’è ancora molto da esplorare e sviluppare: le aziende dovranno affinare le loro strategie e trovare il giusto equilibrio tra l’uso dell’intelligenza artificiale e la creatività umana per ottenere i migliori risultati. Con il continuo sviluppo di questa tecnologia, il futuro dell’advertising è sicuramente promettente e pieno di opportunità innovative.
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