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L’intelligenza artificiale per la ricerca degli alieni

Con la vastità di dati e segnali in arrivo dallo spazio, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per cercare gli alieni è una novità di indiscutibile vantaggio. L’Ai viene usata per esaminare i Big Data che giungono da oltre l’atmosfera, sperando di riuscire a scremare le tante informazioni ricevute e arrivare a scoprire una forma di vita extraterrestre. I risultati non si sono fatti attendere: un nuovo algoritmo di apprendimento automatico, scritto da un ricercatore universitario dell’Università di Toronto, ha eliminato i rumori terrestri per scoprire otto segnali radio attualmente inspiegabili, che gli esperti sperano di poter associare agli alieni.

Intelligenza artificiale per la ricerca degli alieni

Peter Ma è il nome dello studioso che ha lavorato a un programma con Ai per la ricerca di alieni. Ma per prima cosa ha alimentato il suo algoritmo con segnali simulati, addestrandolo a riconoscere l’aspetto che pensiamo possa avere un segnale radio alieno, ovvero che mostri l’effetto Doppler provocato dalla rotazione del trasmettitore e del ricevitore su pianeti in rotazione. Se un segnale è davvero solo un’interferenza terrestre, allora non dovrebbe mostrare l’effetto Doppler e in linea di principio dovrebbe scomparire quando il telescopio viene allontanato dal bersaglio. Successivamente, Ma ha testato l’intelligenza artificiale su 480 ore di dati raccolti da 820 sistemi stellari dal radiotelescopio di 100 metri della Green Bank del West Virginia. Ciò equivaleva a milioni di segnali radio, ma una volta che l’algoritmo ha escluso l’interferenza della radiofrequenza terrestre e il rumore astrofisico, sono rimasti solo otto segnali candidati ad essere extraterrestri.

Intelligenza artificiale nello spazio

Al momento, Ma e il suo team stanno analizzando i segnali che potrebbero arrivare dagli alieni, ma devono fare una lunga ulteriore scrematura che potrebbe richiedere molto tempo. Il loro progetto non è l’unico a sfruttare l’intelligenza artificiale per la ricerca nello spazio. Il Seti (Search for Extra-Terrestrial Intelligence) ha lanciato un programma che ha mappato la vita nascosta in cupole di sale, rocce e cristalli a Salar de Pajonales nel deserto cileno di Atacama e Altiplano al fine di addestrare un modello di apprendimento automatico a riconoscere i modelli e le regole associate alle loro distribuzioni in modo che potesse imparare a prevedere e trovare quelle stesse distribuzioni nei dati provenienti dallo spazio. “Il nostro framework ci consente di combinare il potere della statistica con l’apprendimento automatico per scoprire e prevedere i modelli e le regole in base ai quali la natura sopravvive e si distribuisce nei paesaggi più aspri della Terra” ha spiegato un portavoce di Seti.

Alla ricerca di nuove forme di vita

Algoritmi simili a quelli di Ma e di Seti, nonché modelli di apprendimento automatico per diversi tipi di ambienti abitabili, potrebbero essere inseriti a bordo di robot spaziali per guidare in modo efficiente le missioni verso aree oltre l’atmosfera. Come il team Perseverance su Marte, i ricercatori hanno testato come integrare efficacemente un drone o un rover con un programma di intelligenza artificiale in grado di analizzare milioni di dati al minuto. In questo modo, l’AI sta diventando uno dei metodi migliori e più veloci per fare ricerche nello spazio. Anzi, data l’accelerazione esplosiva negli ultimi mesi dell’intelligenza artificiale applicata alla ricerca, quanto tempo ci vorrà prima che un programma sia in grado di andare oltre ciò che gli chiediamo di cercare e iniziare a elaborare le proprie idee su come rilevare la vita extraterrestre?


L’intelligenza artificiale per la ricerca degli alieni - Ultima modifica: 2023-04-16T09:57:26+00:00 da Andrea Indiano

Giornalista con la passione per il cinema e le innovazioni, attento alle tematiche ambientali, ha vissuto per anni a Los Angeles da dove ha collaborato con diverse testate italiane. Ha studiato a Venezia e in Giappone, autore dei libri "Hollywood Noir" e "Settology".

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