John Carmack di Oculus accusato di furto di proprietà intellettuale

La storia raccontata da Oculus è quella di un giovane e ambizioso hacker, Palmer Luckey, che ha dato vita a una società a budget ridotto, a tutt’oggi è una tra le più proficue al mondo. Invece ZeniMax – la società cui si devono giochi come Bethesda – racconta una storia diversa.
Nell’azione legale si adduce che la storia dell’origine rilasciata da Oculus sia stata “diffusa alla stampa in modo falsa e fantasiosa, perché non corrisponde al vero che Palmer Luckey sia stato il geniale inventore della tecnologia VR e che avesse sviluppato tale tecnologia nel garage dei suoi genitori” definendo questa versione “assolutamente e completamente falsa”.
La società sostiene che John Carmack (nella foto) – programmatore di grandi titoli come Doom e Quake – avesse intrattenuto una corrispondenza con Palmer Luckey nel 2012. L’azione legale descrive l’headset di Luckey come “primitivo” e riconosce a Carmack la creazione di un prodotto valido. Secondo ZeniMax, il ‘Rift’ di Luckey era un “prototipo grezzo che mancava non solo di un montaggio alla testa, ma anche di un software specifico per realtà virtuale, sensori di movimento integrati, numerose funzioni critiche e le capacità necessarie per creare un prodotto valido.”
In seguito Carmack ha lasciato la ZeniMax per Oculus.
Carmack ribatte che il suo contratto di lavoro gli permetteva di essere coinvolto con Oculus, in quanto non si trattava di un concorrente diretto di ZeniMax. Egli continua a rivendicare di aver portato l’idea al CEO Robert Altman, nel tentativo di produrre e vendere il dispositivo. L’idea non prese piede in alcun modo. E la società rifiutò di investire nella prima fase di finanziamento per Oculus, investimento che in seguito avrebbe fatto guadagnare decine, o centinaia, di milioni di dollari in cambio.
“Altman aveva deciso di non cogliere l’opportunità di rendere la ZeniMax un giocatore nel campo della neonata rivoluzione VR” secondo la documentazione di John Carmack.
La ZeniMax accusa John Carmack di aver rubato migliaia di file prima di lasciare la società, file che in seguito sono stati utilizzati per lo sviluppo di Oculus Rift. Anche Facebook è stata accusata di essere stata a conoscenza della vicenda di furto di proprietà intellettuale di Oculus al momento dell’acquisto della stessa nel 2014.
Facebook nega ogni addebito e punta il dito contro l’ex datore di lavoro di Carmack che – a tempo debito – non aveva mosso alcuna richiesta di tecnologia o di diritti di proprietà, e si averlo fatto solo quando Facebook ha annunciato l’intenzione di acquisire la società di Luckey.
La selezione della giuria è iniziata lo scorso lunedì e ZeniMax punta ad ottenere un risarcimento da 2 miliardi di dollari grazie all’intercessione dei giurati incaricati di valutare il caso in tribunale.


John Carmack di Oculus accusato di furto di proprietà intellettuale - Ultima modifica: 2017-01-13T08:00:52+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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