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Sky pod, a Dubai il trasporto pubblico diventa futuristico

Il sistema di trasporti urbano di Dubai sta per cambiare grazie agli sky pod. Si tratta di mezzi speciali in costruzione negli Emirati Arabi Uniti che sono destinati a rivoluzionare i movimenti dei cittadini e a modificare lo skyline della città. L’azienda statale Roads & Transport Authority (Rta) di Dubai ha firmato un memorandum d’intesa con la società britannica BeemCar per sviluppare dei vagoni senza conducente che operino al di sopra del traffico cittadino. La novità degli sky pod, descritti come un incrocio tra una monorotaia e uno skilift, porterà dei pod elettrici che possono ospitare quattro passeggeri ciascuno e viaggiano a 50 chilometri all’ora lungo percorsi che si estendono attraverso i quartieri più trafficati della città.

Sky pod: la costruzione

Gli sky pod sono progettati per avere un basso impatto visivo e sfrutteranno pannelli solari attaccati alle travi e ai pilastri di supporto per realizzare un nuovo trasporto del futuro. Attualmente ancora in fase di progettazione, i mezzi saranno disponibili su richiesta 24 ore su 24, 7 giorni su 7 da alcune fermate a livello stradale e saranno in grado di trasportare tutti i tipi di passeggeri. BeemCar e i politici locali sperano che questa novità possa aiutare a trasformare le strade principali riducendo il traffico e rendendole più sicure, più pulite e più sostenibili. Ci saranno 21 stazioni in totale che collegheranno punti vitali di Dubai, secondo quanto riferito dal governo. Il sistema avrà la capacità di far transitare 8.400 passeggeri all’ora in ogni direzione.

Sky pod e il futuro sostenibile

Il progetto si inserisce negli ambiziosi piani di Dubai che mira a rendere il 25% dei viaggi in città tramite trasporto senza conducente entro il 2030, oltre ad aumentare la percentuale di spostamenti effettuati con i mezzi pubblici. Le autorità cittadine stanno inoltre sviluppando sistemi come aerotaxi autonomi e bus navetta senza conducente. Ma gli sky pod sembrano la novità più facilmente realizzabile: le prime stazioni sono in costruzione e gli ingegneri sperano di concludere i lavori prima del 2030. Nella vicina Abu Dhabi si assiste a un progetto simile, una monorotaia sopraelevata che dovrebbe facilitare i movimenti fra un quartiere e l’altro. I mezzi di trasporto del futuro che potrebbero cambiare la vita dei pendolari in tutto il mondo prendono forma negli Emirati Arabi Uniti.

La Mappa degli Sky Pod a Dubai

Le parole dei progettisti degli sky pod

Il team di BeemCar ha trascorso diversi mesi nel 2019 esplorando i principali punti deboli del traffico a Dubai e osservando i movimenti di automobilisti e passanti per migliorarne gli spostamenti. “Stiamo aiutando Rta a raggiungere i suoi obiettivi di mobilità e speriamo di risolvere la sfida del primo e dell’ultimo chilometro – ha detto il Ceo Robin Brownsell al magazine Arabian Business – mentre invenzioni come Hyperloop e altri sistemi di trasporto di massa collegano le città, i nostri sky pod si inseriscono in ambienti urbani densamente popolati”. Anche il rispetto dell’ambiente ha avuto la sua importanza: “Ogni volta che il trasporto e le persone interagiscono al livello del suolo c’è una propensione all’inquinamento, alla sicurezza stradale avversa e all’occupazione di spazio stradale che potrebbe essere disponibile per scooter e ciclisti – ha aggiunto Brownsell – la metropolitana di Dubai è ottima e porta le persone in una direzione precisa in poco tempo, ma il problema è che non collega necessariamente le persone a dove vivono, lavorano e vogliono fare acquisti”ha affermato Brownsell. In attesa della posa della prima pietra, il governo di Dubai sta già pubblicizzando gli sky pod sui suoi canali ufficiali, a dimostrazione dell’interesse verso questo nuovo mezzo di trasporto urbano.


Sky pod, a Dubai il trasporto pubblico diventa futuristico - Ultima modifica: 2021-08-18T08:23:58+00:00 da Andrea Indiano

Giornalista con la passione per il cinema e le innovazioni, attento alle tematiche ambientali, ha vissuto per anni a Los Angeles da dove ha collaborato con diverse testate italiane. Ha studiato a Venezia e in Giappone, autore dei libri "Hollywood Noir" e "Settology".

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