Cosa possono imparare i designer dall’ Eye Tracking?

I designer odiano quando gli si chiede di progettare qualcosa di “accattivante” perché si tratta del più vago dei brief. Ma per Amy Alberts, una manager che si occupa di ricerca presso la società di analisi visiva Tableau, capire ciò che cattura l’occhio di una persona è una scienza esatta. Ecco perché le tecnologie di Eye Tracking possono essere utili.

Con un master in psicologia cognitiva applicata, la Alberts ha condotto anni di ricerca sui modelli involontari del movimento degli occhi che rivelano dettagli sul cervello umano. Come ex ricercatore di Microsoft e ora di Tableau, Alberts ha applicato il suo background di psicologia per esaminare quali siano i movimenti degli occhi che ci possono insegnare qualcosa sull’interfaccia e sul design dei dati.

Eye tracking, lo studio

Alla conferenza tenuta da Tableau lo scorso anno, la Alberts ha condotto uno studio di eye tracking con i partecipanti della conferenza. Ha chiesto loro di esaminare delle dashboard che mostravano i dati analitici aziendali mentre un eye tracker tracciava i movimenti degli sguardo lungo la pagina. In seguito ha rilasciato i risultati di tali test descrivendo quali siano stati gli elementi delle visualizzazioni dei dati e dei layout che maggiormente avevano attirato l’attenzione del pubblico.

I designer sanno implicitamente che alcune cose, come immagini dai colori forti ad alto contrasto, colpiscono l’attenzione di un osservatore. Ma il valore dello studio Tableau è che dimostra che anche all’interno di standard di buona concezione comuni, ci sono alcuni approcci che funzionano meglio e più coerentemente di altri. 

“La cosa che credo sia interessante è che ci sia un’idea, in questa ricerca e nella ricerca generale del cervello, che dimostra come alcuni elementi quali mappe, grandi numeri, grafici di linee e così via, siano più impattanti di altri” dice la Alberts “Attirano l’attenzione più velocemente di altri. Gerarchicamente”.

Il monitoraggio del design in grado di attirare l’attenzione è una scienza nascente che cerca di quantificare l’esperienza dell’utente visualizzando la progettazione e la funzionalità attraverso gli occhi degli utenti.

Numeri e volti umani attirano l’attenzione

I grandi numeri attirano l’attenzione di un osservatore. L’analisi ha dimostrato come i numeri impostati in grande abbiano attratto molta “attenzione visiva”, un termine che la Alberts usa per distinguere il movimento degli occhi dal vedere effettivo all’ assorbimento del contenuto. I numeri impostati in grande erano anche costantemente una delle prime attrattive che avevano ricevuto questo tipo specifico di attenzione.

Ancora meglio dei grandi numeri? Numeri grandi che siano riportati con colori capaci di distinguersi. Lo studio ha rivelato che i colori che contrastano molto con lo sfondo catturano l’occhio. Questo non sorprenderà né i designer né i biologi evoluzionistici: il sistema visivo umano si basa sul contrasto per percepire ciò che è di fronte a noi, anche quando si tratta di quantità di luce.

“Il nostro cervello è costruito per guardare un volto umano” dice la Alberts “Ci sono parti del nostro cervello che sono dedicate esclusivamente all’individuazione dei volti e delle forme umane. Ciò si è riflesso anche nello studio: nelle dashboard che includevano foto di esseri umani, queste foto hanno sempre attirato rapidamente l’occhio”.

I risultati hanno più o meno confermato quanto la Alberts ha predetto nei suoi studi precedenti e la ricercatrice sostiene che la scienza dell’eye tracking sia vantaggiosa per le presentazioni e per l’esposizione visiva di quei dati che devono trasmettere informazioni a colpo d’occhio.

L’eye tracking nei data analytics

Gli analisti sono una grande base di consumatori per Tableau, pertanto lo studio si è concentrato sulla progettazione visiva e sul layout delle dashboard di dati pesanti. Ma la Alberts dice che i risultati possano essere applicati in modo più ampio alla progettazione di interfacce o al design dei dati in generale. Tuttavia, definisce i dati ottenuti dal movimento degli occhi una metrica di tipo qualitativo. Poiché la tecnologia tiene conto dei movimenti degli occhi, ma non riesce a verificare come questo movimento si traduca nel vedere o comprendere informazioni, i risultati si associano al meglio con studi sulla concentrazione.

Ma la Alberts afferma anche che il monitoraggio dell’eye tracking sia un tipo unico di raccolta dei dati, in quanto” facilita ai designer il processo di empatia con gli utenti: “Gli occhi spiegheranno la logica di ciò che sta succedendo. Se un utente è frustrato, lo si può vedere dal fatto che sta guardando nel posto sbagliato. Ogni flusso di dati aiuta a fare il proprio lavoro per migliorare l’esperienza dell’utente “

L’esempio di Microsoft

Quando Alberts era a Microsoft, la sua ricerca sul movimento dell’occhio ha contribuito a ispirare uno dei più grandi cambi di progettazione mai fatto. Nel 2007, l’azienda ha cambiato Office: dal mostrare i comandi nelle barre degli strumenti è passata ad organizzarli in menu a schede così che fosse più facile trovarli per gli utenti. Alla Microsoft il monitoraggio degli occhi serviva in particolare per misurare l’usabilità per un sito web o un prodotto e si trattava di una scienza relativamente nuova.

Oggi le aziende che si occupano di monitoraggio dell’occhio come Tobii e SMI dedicano notevoli sforzi per fornire servizi e tecnologie per misurare l’attenzione sulle interfacce.

L’anno scorso, Google ha acquisito Eyefluence, una startup di eye-tracking dedicata esclusivamente all’applicazione di questa scienza alla realtà virtuale. La tecnologia di Eyefluence consente essenzialmente agli utenti che indossano le cuffie VR di utilizzare i loro occhi come un mouse e di effettuare selezioni solo attraverso i soli movimenti degli occhi. Una startup chiamata Fove, fondata nel 2014, sta sviluppando una tecnologia simile.

Poiché il monitoraggio utilizza maggiormente lo spazio UX, Alberts afferma che i risultati di Eye-Movement di Tableau siano più utili nel momento in cui le informazioni devono essere trasmesse rapidamente. L’utilizzo di figure umane, per esempio, sarà un modo sicuro per attirare l’attenzione, a meno che queste figure non trasmettano qualcosa sul messaggio fondamentale, il design di comunicazione non riscontrerà grandi vantaggi.

 


Cosa possono imparare i designer dall’ Eye Tracking? - Ultima modifica: 2017-07-17T10:44:33+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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