Gli astronauti nello spazio con la realtà virtuale

La realtà virtuale è una tecnologia ancora in via di sviluppo, ma multinazionali come Boeing hanno deciso di utilizzarla per addestrare i propri dipendenti. La compagnia americana famosa per la produzione di aerei sfrutterà dei visori VR per migliorare il lavoro nelle missioni spaziali degli astronauti. Infatti, nell’ambito di un progetto per viaggi oltre l’atmosfera in collaborazione con la Nasa, Boeing sta sfruttando la realtà virtuale al fine di far esercitare i futuri cosmonauti. Un impiego che pone sotto i riflettori il mondo della virtual reality, finito un po’ in disparte dopo gli entusiasmi iniziali ma che ha trovato nuova linfa in seguito alla pandemia di Covid-19.

Boeing dagli aerei allo spazio

Se il settore aereo è in crisi, dato che il coronavirus ha cambiato le abitudini di milioni di viaggiatori così come le regole di accesso agli aeroporti, Boeing ha deciso di spostare i propri obiettivi verso le stelle. L’azienda di aviazione ha cominciato a produrre mezzi e strumenti per le missioni spaziali: il programma Boeing Starliner prevede proprio la creazione di capsule e astronavi per trasportare il personale dalla Terra alla Stazione Spaziale Internazionale. Si tratta di una partnership con la Nasa simile a quella che l’agenzia spaziale statunitense ha con SpaceX di Elon Musk, In attesa di mettere piede sui speciali velivoli, gli astronauti si stanno allenando con la realtà virtuale. Pur se il progetto era stato ideato prima dello scoppio della pandemia, il periodo della quarantena e il divieto agli spostamenti hanno favorito la diffusione della realtà virtuale per astronauti. Questi ultimi stanno usando i visori a casa e in altri luoghi lontani dalla sede di Houston dove di solito si preparano alle missioni spaziali. Un metodo ideale per tenersi in allenamento e farsi trovare pronti in vista della partenza.

I visori di Varjo allenare gli astronauti

Boeing e Nasa hanno scelto i prodotti dell’azienda finlandese Varjo per i loro test in modalità VR. L’esperienza in realtà virtuale con cuffie e comandi manuali ricrea la situazione della cabina di pilotaggio nei momenti prima del lancio, nonché durante l’attracco, lo sganciamento e l’atterraggio. Connie Miller, un programmatore che sta lavorando a Boeing Starliner, ha detto che “sembra tutto molto realistico, anche le mani sono visualizzate digitalmente nei guanti. I simulatori servono ad allenarci sulla Terra per quello che incontreremo nello spazio. I tirocinanti possono attivare gli interruttori e manovrare il pannello di controllo, un ottimo test per familiarizzare con i vari processi”.

Realtà virtuale utile in quarantena

La collaborazione con la Nasa non è l’unico progetto in cui Boeing sta utilizzando la realtà virtuale. Per la costruzione dei velivoli 737 Max 10, i suoi meccanici si affidano a programmi di virtual reality che permettono loro di testare utensili e prodotti prima dell’installazione. Per quanto riguarda i viaggi nel cosmo, la prima missione con equipaggio di Starliner è prevista per il 2021. I benefici dell’allenamento con realtà virtuale sono stati evidenti durante la pandemia di Covid-19, ma lo saranno ancora di più durante la quarantena standard di due settimane prima delle missioni che ogni astronauta deve affrontare. Persino in quel periodo di isolamento, i cosmonauti potranno esercitarsi grazie alle simulazioni di Varjo. Un enorme passo avanti per questo tipo di tecnologia che non è riuscita ancora a fare breccia nel mercato dei comuni cittadini, ma si sta rivelando un prezioso alleato per il mondo dell’industria tech.


Gli astronauti nello spazio con la realtà virtuale - Ultima modifica: 2020-06-30T07:22:35+00:00 da Andrea Indiano

Giornalista con la passione per il cinema e le innovazioni, attento alle tematiche ambientali, ha vissuto per anni a Los Angeles da dove ha collaborato con diverse testate italiane. Ha studiato a Venezia e in Giappone, autore dei libri "Hollywood Noir" e "Settology".

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