Nelle aziende non ancora robotizzate, il 48% dei lavoratori è favorevole all’utilizzo di robot e AI, uno su cinque (il 20%) è contrario, mentre uno su tre (32%) non ha ancora un’idea precisa in merito.
Percentuali e orientamenti che cambiano molto invece nelle realtà già robotizzate. Qui il totale dei lavoratori favorevoli all’uso di robotica e Intelligenza Artificiale sale al 67%, mentre meno di uno su dieci (l’8%) si dice contrario e uno su quattro (25%) non si sbilancia. I giudizi positivi riguardo gli effetti sull’attività lavorativa sono maggiori tra gli operai (per il 78% del totale), rispetto a quelli, sempre alti, di quadri (66%) e impiegati (60%).
Il 61% delle aziende italiane si dice pronto a introdurre sistemi di intelligenza artificiale e robot nelle proprie organizzazioni. Solo l’11% si dichiara totalmente contrario.
Tra le ragioni principali che spingono le imprese a introdurre tali sistemi vi è:
Questi sono solo alcuni dei dati emersi dal Primo Rapporto Aidp-Lablaw 2018 a cura di Doxa su “Robot, Intelligenza artificiale e lavoro in Italia”.
Le aziende e i manager sono convinti a stragrande maggioranza (89%) che i robot e l’intelligenza artificiale (AI) non potranno mai sostituire del tutto il lavoro delle persone e che avranno un impatto positivo.
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L’altra faccia della medaglia è che avrà un impatto molto forte sulle mansioni a più basso contenuto professionale favorendo la sostituzione dei lavori manuali con attività di concetto (per l’81% del campione). I manager e gli imprenditori ritengono, infatti, che al di là dei benefici in termini organizzativi, l’introduzione di queste tecnologie, potrà avere effetti negativi sull’occupazione e l’esclusione dal mercato di chi è meno scolarizzato e qualificato. In quest’ottica va letto il dato negativo sulle conseguenze in termini di perdita di posti di lavoro indicato dal 75% degli intervistati.
Ma come i sistemi di intelligenza artificiale e robot si sono integrati nella vita aziendale?
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