L’AI per scoprire da dove arriveranno i nuovi virus che arriveranno

Il Covid19 ha colto di sorpresa il mondo intero, ma nuovi virus potrebbero arrivare, sempre da mondo animaleL‘intelligenza artificiale al servizio della comunità per sconfiggere il coronavirus. È stato questo l’approccio di un team di virologi dell’Università di Liverpool per provare a individuare gli animali dai quali potrebbero arrivare virus simili a quello che ha causato la pandemia Covid-19. Anche se non vi è ancora certezza assoluta, il coronavirus che ha colpito il mondo nell’ultimo anno dovrebbe aver avuto origine in un pangolino o in un pipistrello: uno di questi due animali ha poi trasmesso il virus all’uomo. Ora gli scienziati inglesi hanno deciso di sfruttare le potenzialità dell’Artificial Intelligence per scovare altri virus di provenienza animale che potrebbero essere dannosi per gli esseri umani.

Nuovi virus: la ricerca su altri animali

I ricercatori hanno utilizzato una combinazione di biologia e apprendimento automatico per il loro studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications. L’algoritmo con intelligenza artificiale utilizzato indica i potenziali ospiti di nuovi ceppi di virus rispetto a quelli rilevati in precedenza. Lo scienziato Marcus Blagrove, che ha guidato la ricerca, ha spiegato alla Bbc: “Un modo in cui questi virus vengono generati è attraverso la ricombinazione tra due coronavirus esistenti, quindi due virus infettano la stessa cellula e si ricombinano in un virus ‘figlio’ che è un ceppo completamente nuovo“. I ricercatori sono stati in grado di inserire le prove biologiche esistenti in un algoritmo, insegnando a un computer come individuare i virus e le specie ospitanti che avevano maggiori probabilità di essere una fonte di questa ricombinazione. In questo modo hanno potuto identificare gli animali maggiormente a rischio.

L’intelligenza artificiale e il coronavirus

Per prima cosa, il team di Blagrove ha chiesto all’algoritmo di trovare modelli biologici per prevedere quali mammiferi potrebbero essere suscettibili ai coronavirus noti, il che ha rivelato collegamenti tra 411 ceppi di coronavirus e 876 potenziali specie di mammiferi. Il passaggio successivo è stato la ricerca di specie in grado di ospitare più virus contemporaneamente. “Siamo stati in grado di prevedere quali specie avevano la possibilità di essere infettati da molti coronavirus, o perché sono strettamente correlati a una specie nota per essere portatrice di un coronavirus oppure perché condividono lo stesso spazio geografico” ha detto Blagrove. Il test con AI ha provato che molti mammiferi erano potenziali ospiti di nuovi coronavirus rispetto a quelli che i precedente lavori avevano dimostrato. Ad esempio lo zibetto asiatico e il pipistrello “ferro di cavallo” ospitano rispettivamente 32 e 68 diversi coronavirus. E in specie come il riccio comune, il coniglio europeo e il dromedario, l’algoritmo ha previsto che Sars-CoV-2 potrebbe ricombinarsi con altri coronavirus esistenti.

Il futuro della ricerca dei nuovi virus

Gli scienziati affermano che le loro scoperte potrebbero aiutare a individuare nuove malattie, permettendo di evidenziare la prossima pandemia prima che inizi. “Questo non è un motivo per demonizzare queste specie di animali – ha detto un assistente di Blagrove – la propagazione di virus nelle popolazioni umane tende ad essere collegata ad attività come il commercio di animali selvatici e l’agricoltura. Ma è praticamente impossibile esaminare tutti gli animali, quindi il nostro approccio tramite intelligenza artificiale consente la definizione delle priorità. Ci dice quali sono le specie da osservare. Se riusciamo a trovarli prima che entrino negli esseri umani, allora potremmo lavorare sullo sviluppo di farmaci e vaccini”.


L’AI per scoprire da dove arriveranno i nuovi virus che arriveranno - Ultima modifica: 2021-02-23T11:48:10+00:00 da Andrea Indiano

Giornalista con la passione per il cinema e le innovazioni, attento alle tematiche ambientali, ha vissuto per anni a Los Angeles da dove ha collaborato con diverse testate italiane. Ha studiato a Venezia e in Giappone, autore dei libri "Hollywood Noir" e "Settology".

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