A partire da dicembre 2025, ChatGPT introdurrà una modalità riservata a utenti adulti verificati: ChatGPT versione erotica, che permetterà contenuti intimi e interazioni più erotiche. “Treat adult users like adults”, ha dichiarato Altman: trattare gli adulti come adulti. Una frase semplice, ma che segna un cambio di paradigma nella relazione tra uomo e intelligenza artificiale. C’è un confine (c’era) che separa la tecnologia dall’intimità, una separazione che per decenni le grandi aziende hanno seguito con cura, come se il desiderio umano fosse un errore di sistema, un bug da correggere. Ora, Sam Altman, CEO di OpenAI, ha deciso di abbattere questa barriera…
Per anni abbiamo pensato all’intelligenza artificiale come a un assistente, un motore di calcolo, un compilatore di risposte. Ma chi usa ChatGPT ogni giorno sa che dietro il codice si nasconde qualcosa di più: un linguaggio che può confortare, ascoltare, comprendere e ora, potenzialmente, anche sedurre.
OpenAI non parla di pornografia, ma di erotismo narrativo, di flirt conversazionali, di storie e giochi di ruolo per adulti. Una forma di intimità digitale che potrebbe includere testi, audio e immagini a contenuto “mature”, ma controllato. Il tutto all’interno di un sistema che, promette l’azienda, rimarrà etico, verificato e protetto da filtri di sicurezza. Rimane il fatto che si tratta di una rivoluzione culturale prima ancora che tecnologica: la prima AI mainstream che riconosce la complessità del desiderio umano.
@francesco_marino_real
A partire da dicembre 2025, ChatGPT introdurrà una modalità riservata a utenti adulti verificati, che permetterà contenuti erotici e interazioni più intime. “Treat adult users like adults”, ha dichiarato Altman: trattare gli adulti come adulti. Una frase semplice, ma che segna un cambio di paradigma nella relazione tra uomo e intelligenza artificiale. C’è un confine (c’era) che separa la tecnologia dall’intimità, una separazione che per decenni le grandi aziende hanno seguito con cura, come se il desiderio umano fosse un errore di sistema, un bug da correggere. Ora, Sam Altman, CEO di OpenAI, ha deciso di abbattere questa barriera ChatGPT versione erotica: dall’algoritmo alla carezza Per anni abbiamo pensato all’intelligenza artificiale come a un assistente, un motore di calcolo, un compilatore di risposte. Ma chi usa ChatGPT ogni giorno sa che dietro il codice si nasconde qualcosa di più: un linguaggio che può confortare, ascoltare, comprendere e ora, potenzialmente, anche sedurre. OpenAI non parla di pornografia, ma di erotismo narrativo, di flirt conversazionali, di storie e giochi di ruolo per adulti. Una forma di intimità digitale che potrebbe includere testi, audio e immagini a contenuto “mature”, ma controllato. Il tutto all’interno di un sistema che — promette l’azienda — rimarrà etico, verificato e protetto da filtri di sicurezza. È una rivoluzione culturale prima ancora che tecnologica: la prima AI mainstream che riconosce la complessità del desiderio umano. ChatGPT versione erotica: la fine del tabù tech L’annuncio di OpenAI non arriva nel vuoto. Negli ultimi mesi Grok, il chatbot di Elon Musk, ha sperimentato modalità NSFW (not safe for work) con avatar animati, mentre diverse startup nel mondo AI stanno esplorando il territorio delle “relazioni virtuali”. La Silicon Valley, dopo aver colonizzato il lavoro e la creatività, sta ora guardando all’intimità e in questo c’è qualcosa di profondamente simbolico: l’intelligenza artificiale, nata per automatizzare le funzioni, sta tornando a interrogare le emozioni. La mossa di Altman, più che una provocazione, sembra una dichiarazione filosofica: non si può costruire un’intelligenza artificiale che capisca gli esseri umani se non si accetta anche la loro parte più istintiva, vulnerabile, desiderante.
L’annuncio di OpenAI non arriva nel vuoto. Negli ultimi mesi Grok, il chatbot di Elon Musk, ha sperimentato modalità NSFW (not safe for work) con avatar animati, mentre diverse startup nel mondo AI stanno esplorando il territorio delle “relazioni virtuali”.
La Silicon Valley, dopo aver colonizzato il lavoro e la creatività, sta ora guardando all’intimità e in questo c’è qualcosa di profondamente simbolico: l’intelligenza artificiale, nata per automatizzare le funzioni, sta tornando a interrogare le emozioni. La mossa di Altman, più che una provocazione, sembra una dichiarazione filosofica: non si può costruire un’intelligenza artificiale che capisca gli esseri umani se non si accetta anche la loro parte più istintiva, vulnerabile, desiderante.
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