L’accessibilità digitale è diventata uno dei temi centrali dell’evoluzione del web europeo. Dal 28 giugno 2025 l’European Accessibility Act è pienamente operativo, introducendo obblighi precisi per rendere siti web, app e piattaforme digitali accessibili a tutti, comprese le persone con disabilità. Una svolta che riguarda direttamente il settore pubblico e privato, imponendo alle imprese standard tecnici chiari e tempistiche definite per adeguarsi. Fra le startup che si stanno impegnando per l’implementazione dei nuovi standard, sostenendo le aziende verso la transizione all’accessibilità digitale, c’è anche un’azienda italiana.
Le linee guida di riferimento restano le WCAG (Web Content Accessibility Guidelines), oggi alla versione 2.2, che definiscono criteri misurabili su percepibilità, operabilità, comprensibilità e robustezza dei contenuti. Secondo Eurostat, in Europa sono 100 milioni le persone con disabilità e quasi un miliardo nel mondo, ma il 98% dei siti web rimane non conforme ai requisiti di accessibilità. Questo significa esclusione digitale, ma anche perdita economica: in Europa si stima un impatto di circa 40 miliardi di euro di mancati ricavi l’anno.
Per anni l’accessibilità è stata trattata come una buona pratica o un elemento reputazionale. Oggi è una condizione per operare sul mercato. Le nuove norme europee impongono a banche, piattaforme e-commerce, operatori di trasporto e comunicazione di garantire interfacce usabili da chiunque, compresi utenti non vedenti o con difficoltà cognitive o motorie. Le regole WCAG introducono parametri che vanno oltre il design inclusivo, coinvolgendo la scrittura dei contenuti, la gestione dei contrasti, l’etichettatura dei moduli e la compatibilità con screen reader e dispositivi assistivi. L’obiettivo è rendere l’esperienza digitale uniforme e accessibile, riducendo quella distanza invisibile che ancora oggi separa milioni di persone dal pieno utilizzo dei servizi online.
In questo contesto si inserisce AccessiWay, fondata a Torino nel 2021 da Amit Borsok, Gianni Vernetti e Eldad Bar-Noon con l’obiettivo di costruire un web realmente inclusivo. L’azienda, oggi parte del gruppo team.blue, conta 1.500 clienti attivi e un team internazionale di oltre 100 professionisti in cinque Paesi europei. Nel 2025 ha inaugurato una nuova sede ad Amburgo, segnale dell’espansione verso l’Europa centrale e di un mercato sempre più maturo sul tema. Negli ultimi anni AccessiWay ha ricevuto riconoscimenti come il DNA Award 2024 per la valorizzazione delle diversità e l’inclusione, è stata selezionata tra le LinkedIn Top Startups e figura tra le finaliste del Blue Green Economy Award. La crescita del gruppo segue l’evoluzione della normativa: “Nel corso del tempo l’accessibilità e il modo di intenderla sono molto cambiati, soprattutto dopo l’entrata in vigore dell’European Accessibility Act lo scorso 28 giugno che ha di fatto imposto alle aziende europee una deadline. Adesso essere accessibili non è più solo un imperativo morale ma un obbligo di legge che, se non rispettato, comporta il pagamento di sanzioni e, soprattutto, l’esclusione dal mercato”, ha dichiarato il CEO Amit Borsok.
Oggi l’accessibilità digitale non è più un tema di nicchia o un obbligo burocratico: è una frontiera tecnologica che definisce il grado di civiltà del web europeo. E aziende come AccessiWay stanno dimostrando che costruire un internet per tutti è non solo possibile, ma necessario.
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