Showrunner, nuova piattaforma creata dalla startup di San Francisco Fable, promette di cambiare per sempre il modo in cui guardiamo e produciamo contenuti video. Già definito da molti il Netflix dell’intelligenza artificiale, il servizio consente agli utenti non solo di guardare serie TV, ma anche di crearle da zero tramite prompt testuali. L’industria dell’intrattenimento si prepara a una nuova rivoluzione, e il nome che risuona è Fable, una startup di San Francisco che ha appena svelato il suo prodotto di punta: Showrunner. Già soprannominato come il Netflix con AI, questo servizio promette di trasformare il modo in cui consumiamo le serie TV, passando da spettatori passivi a registi attivi. Il progetto ha già ricevuto un importante voto di fiducia, un investimento da parte dell’Alexa Fund di Amazon, il fondo di venture capital del gigante dell’e-commerce, a testimonianza del potenziale di questa tecnologia.
Showrunner è un vero e proprio laboratorio creativo alimentato dall’intelligenza artificiale generativa. Funziona in modo sorprendentemente semplice: gli utenti possono digitare una breve descrizione, come “un detective pinguino che indaga su un furto di pesce”, e il sistema crea automaticamente scene o intere puntate animate. Il CEO e co-fondatore di Fable, Edward Saatchi, immagina l’AI non solo come uno strumento per effetti speciali a basso costo, ma come un nuovo medium, paragonabile ai videogiochi, dove il pubblico può interagire e plasmare le storie.
La piattaforma è stata lanciata pubblicamente dopo una fase di test chiusa con 10.000 utenti e, almeno inizialmente, sarà gratuita. Per i creatori più assidui, Fable prevede un abbonamento mensile di circa 10-20 dollari, che darà accesso a crediti per generare centinaia di scene. La visione dei contenuti, invece, rimarrà sempre libera e i video potranno essere condivisi senza restrizioni su piattaforme di terze parti come YouTube, espandendo ulteriormente la portata della novità.
Showrunner, al momento del lancio, offre due show originali: “Exit Valley,” una sitcom satirica sullo stile de I Griffin che prende in giro i leader della tecnologia, e “Everything Is Fine,” la storia di una coppia che, dopo una lite, si ritrova in un mondo dove deve cercarsi a vicenda. Un’altra funzionalità molto apprezzata, emersa durante la fase di test, è la possibilità per gli utenti di inserire sé stessi e i propri amici nelle storie.
Nonostante l’entusiasmo, Saatchi ammette con pragmatismo che la tecnologia non è ancora perfetta. L’intelligenza artificiale attuale eccelle nella creazione di contenuti episodici con trame che si resettano a ogni puntata, come le sitcom, ma non è ancora in grado di gestire archi narrativi complessi e a lungo termine.
Attualmente, l’intelligenza artificiale per la creazione di contenuti video, come nel caso di Showrunner di Fable, mostra ancora dei limiti simili a quelli di altri strumenti come Veo 3 o i modelli di OpenAI. La tecnologia eccelle nella generazione di scene brevi e di storie episodiche, dove la trama si conclude in una singola puntata. Tuttavia, non è ancora in grado di sostenere narrazioni complesse e a lungo termine. Nonostante queste attuali limitazioni, le aspettative per il futuro sono altissime. L’evoluzione di questi strumenti suggerisce che presto l’AI democratizzerà completamente la produzione di serie TV, rendendo la creazione di contenuti una realtà accessibile a tutti. In un futuro non troppo lontano, l’idea di crearsi una serie personalizzata, con i propri personaggi e le proprie storie, potrebbe diventare un passatempo diffuso.
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