Facebook a pagamento, non è più un tabù, ma un esperimento in atto. Non si tratta di far pagare l’accesso al social network, ma Facebook ha annunciato un programma pilota che consente agli amministratori di gruppi di addebitare ai membri una cifra per dei contenuti esclusivi.
In un post sul blog, l’azienda ha rivelato che il test, di cui attualmente ci sono conferme negli Stati Uniti, include un piccolo numero di gruppi in nicchie rivolte a genitori e famiglie, tra cui quelle relative alla pianificazione dell’università, la preparazione dei pasti e la pulizia della casa.
Secondo Sara Mueller, che ha avviato un gruppo relativo alla pulizia chiamato Declutter My Home:
“Da quando ho fondato Declutter My Home, per me è risultato motivante e appagante aiutare gli altri a liberare le loro case da inutile disordine e creare uno spazio sicuro e di supporto affinché le persone si riuniscano attorno a questo obiettivo comune. Con il nuovo gruppo con contenuti in abbonamento di Organize My Home, potrò fornire a questa nuova community modi più interattivi per avere una casa organizzata come: mini-progetti, sfide di gruppo, corsi di formazione e domande e risposte dal vivo, mantenendo al contempo il gruppo originario come un solido punto d’appoggio per ottenere consigli e motivazione gratuiti”.
Facebook sottolinea che non intende eliminare i gruppi gratuiti, ma gli amministratori dei gruppi avranno la possibilità di creare sottogruppi premium al loro interno. Persone con conoscono il programma in fase di test sostengono che gli amministratori dei gruppo saranno in grado di addebitare fino a $29,99 (mensilmente) durante il progetto pilota. Al momento, sembrerebbe, Facebook non intende trattenere una porzione delle quote di abbonamento.
Insomma il prezzo di facebook a pagamento sarebbe al massino di 29,99 dollari per ciascun gruppo privato che deciderà di far pagare i propri membri.
Per gli amministratori che gestiscono gruppi che richiedono molto tempo ed energia, la possibilità di monetizzare i loro sforzi potrebbe essere sensata. Il successo del test pilota è quasi scontato. Affinché Facebook possa proseguire con i suoi sforzi per monopolizzare la creazione dei contenuti online, dovrà incentivare editori, creatori e altri a produrre il contenuto che le persone vorrebbero trovare sulla piattaforma.
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