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Il 92% degli studenti preferisce i libri agli ebook

Se pesante che le nuove generazioni siano innamorate solo di smartphone e tablet vi sbagliate.
Un uno studio conferma che il 92% degli studenti universitari preferisce leggere alla vecchia maniera, sui libri fatti di carta e non di pixel.

Sono questi i risultati, per molti versi sorprendenti, della ricerca condotta da Naomi S. Baron professoressa di linguistica dell’American, e autrice del libro “Words Onscreen: The Fate of Reading in a Digital World.”
Naomi Baron ha condotto la ricerca intervistando 300 studenti universitari negli Stati Uniti, Slovacchia, Giappone e Germania e chiedendo loro come preferissero leggere.
I libri tradizionali sono stati scelti come il miglior strumento di lettura dal 92% degli studenti che potevano scegliere tra i libri appunto ed una serie di dispositivi elettronici dagli e-book ai tablet.

Uno dei motivi principali per i quali gli studenti hanno preferiscono i libri di carta è la mancanza di distrazioni nella lettura che invece sono presenti nella lettura a computer o su altri dispositivi elettronici. A seguire le altre motivazioni sono il mal di testa e la stanchezza degli occhi che spesso si accompagnano alla lettura su schermo.
Un altro dettagli che fa scegliere i libri è la percezione di quanto si è letto. Sugli e-book si può vedere in basso la percentuale di pagine che si è già letto, ma non è la stessa cosa (dicono gli studenti).
Ci sono poi aspetti della lettura che i computer non possono (almeno per ora riprodurre) come l’esperienza tattile e l’odore della carta, che è uno dei particolari fatto notare specialmente dagli studenti Slovacchi.
L’8% che ha scelto la versione digitale lo ha fatto soprattutto per il prezzo, più economico, piuttosto che per il peso inferiore o la comodità di lettura.


Il 92% degli studenti preferisce i libri agli ebook - Ultima modifica: 2016-02-09T08:38:52+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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