Tim Berners-Lee, il padre del world wide web è un papà deluso

Il 12 marzo 2018 è stato il 29° compleanno del World Wide Web e per celebrare l’occasione, il suo creatore padre del world wide web ha raccontato quanto è diventato pessimo il web. In una lettera aperta che appare sul Guardian, Tim Berners-Lee ha dipinto un quadro sconfortante dell’attuale Internet, dominato da una manciata di grandi piattaforme che hanno ristretto l’innovazione e cancellato il ricco e variegato arcipelago di blog e piccoli siti di prima. Non è troppo tardi per cambiare, ha scritto Lee, ma per farlo, abbiamo bisogno di una squadra da sogno di business, tecnologia, governo, impiegati civili, accademici e artisti per cooperare nella costruzione di “il web che tutti noi vogliamo”. Non è la prima volta che Tim Berners-Lee esprime le sue preoccupazioni sul web e sulle fake news.

Tim Berners-Lee padre del world wide web contro i big del web

Lee riserva le sue più grandi critiche per le enormi piattaforme – implicitamente, Facebook e Google, tra le altre – che sono arrivate a dominare il loro habitat e diventare di fatto dei guardiani. “Controllano quali idee e opinioni sono viste e condivise“, ha scritto Lee, sottolineando che sono in grado di ostacolare la concorrenza creando barriere. “Acquisiscono gli sfidanti allo stadio di start-up, acquistano nuove innovazioni e assumono i migliori talenti del settore aggiungendo a questo il vantaggio competitivo che i dati che gli utenti danno loro fornisce e possiamo aspettarci che i prossimi 20 anni saranno molto meno innovativi degli ultimi 20″.

Centralizzare il Web in questo modo ha portato a problemi seri, come quando un’interruzione di Amazon Web Services ha interrotto un’intera fetta di servizi internet più di una settimana – ironicamente, quasi un anno dopo un altro incidente simile e paralizzante è avvenuto in AWS. Ma il collo di bottiglia di internet costituito da una manciata di piattaforme ha anche permesso a qualcosa di più sinistro di farsi strada: l’uso di armi web. Dal trionfare delle teorie cospirative fino ad influenzare la politica americana usando centinaia di falsi account di social media, gli attori esterni sono stati in grado di massimizzare i loro sforzi di manipolazione grazie a un Internet molto più centralizzato di quanto non avessimo mai visto prima, secondo Lee.

Queste aziende sono mal equipaggiate per lavorare a beneficio sociale dato il loro focus sul profitto. “La responsabilità – e talvolta l’onere – di prendere queste decisioni ricade sulle società che sono state costruite per massimizzare i profitti più che massimizzare il bene sociale: un quadro legale o normativo che tenga conto degli obiettivi sociali può contribuire ad allentare quelle tensioni”, ha scritto Lee.

Chi potrebbe risolvere il futuro di Internet?

Noi, ovviamente, un gruppo di individui provenienti da una vasta sezione trasversale della società che può superare l’egemonia di colossali società Internet. Gli incentivi potrebbero essere la chiave per motivare nuove soluzioni, ha concluso Lee.

Ma c’è un altro problema che le aziende non possono davvero risolvere: chiudere il gap digitale portando sul web coloro che non sono connessi. È più probabile che siano donne, povere, geograficamente lontane e/o che vivono al di fuori del primo mondo. Portarli all’ovile diversificherà le voci su Internet ed è una cosa morale da fare ora che l’ONU ha deciso che l’accesso a Internet è un diritto umano fondamentale. Ma ci vorranno più di modelli di business creativi per portarli online e sempre più velocemente: dovremo sostenere politiche che portino Internet a loro tramite reti di comunità e/o accessi pubblici.


Tim Berners-Lee, il padre del world wide web è un papà deluso - Ultima modifica: 2018-04-03T06:32:23+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

Recent Posts

AI Accelerator: l’umanesimo dell’AI. Il 9 ottobre scoprite con BlueIT come usare davvero l’AI

Arriva l'evento AI Accelerator 2025: AI Accelerator - l’umanesimo dell’AI tra etica, sicurezza ed esperienze,…

3 giorni ago

Intelligenza artificiale nel canale IT: tutti i dati della ricerca esclusiva

Il 50% dei clienti mostra interesse medio verso l'AI, ma solo il 38,8% dei rivenditori…

6 giorni ago

AI e Innovazione: Roma diventa la capitale del futuro con DESTINATION AI

Intelligenza artificiale: il 23 settembre a Roma DESTINATION AI di TD SYNNEX, trend, casi d’uso…

6 giorni ago

iPhone 17 Pro: prezzo, design e caratteristiche del primo vero upgrade di design dal 2020

Il nuovo iPhone 17 Pro segna una svolta epocale: addio al titanio, torna l'alluminio per…

1 settimana ago

iPhone Air, l’iPhone più sottile di sempre dal design innovativo

iPhone Air non è solo l'iPhone più sottile di sempre, celebra il ritorno di Apple…

1 settimana ago

Apple per le PMI italiane: la semplicità come leva competitiva

Come la semplicità di Apple aiuta le PMI italiane: ecosistema integrato, zero-touch, TCO più basso…

1 settimana ago

Digitalic © MMedia Srl

Via Italia 50, 20900 Monza (MB) - C.F. e Partita IVA: 03339380135

Reg. Trib. Milano n. 409 del 21/7/2011 - ROC n. 21424 del 3/8/2011