L’app Immuni si può scaricare: come fare e quando usarla

L’app Immuni si può scaricare. Dopo più di un mese dalla sua annunciazione è finalmente a disposizione negli store. Su AppStore se si possiede un iPhone e su Google Play per gli smartphone Android. Immuni può essere già downloadata in tutta Italia. Potrà essere chiesto di aggiornare il sistema operativo all’ultima versione (iOS 13.5 per gli iPhone, mentre per Android serve almeno la versione 6 con Google Play Services aggiornati alla versione 20.18.13). L’innovativo supporto tecnologico affiancherà le iniziative già messe in campo dal governo per limitare la diffusione del virus Covid-19 e rispetterà le normative italiane ed europee sulla tutela della privacy. Più avanti Immuni arriverà anche su AppGallery per i dispositivi Huawei sprovvisti di Google Play, che al momento restano tagliati fuori.

Dotarsi da adesso dell’app permetterà di risalire ai contatti che possono aver esposto una persona al rischio di contagio. I servizi sanitari regionali potranno gradualmente attivare gli avvisi dell’app. A cominciare saranno da lunedì 8 giugno, come anticipato, le regioni Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia.

Come funzionerà? Dopo averla scaricata, aver dichiarato di avere almeno 14 anni e aver inserito la Regione e la Provincia di domicilio, non si dovrà fare più nulla. Tramite il Bluetooth, l’app registrerà autonomamente gli incontri e non la posizione. Su Android verrà chiesto di attivare il Gps, ma l’app non accederà lo stesso ai dati di posizione.

L’app Immuni si può scaricare, il funzionamento

Chi risulta positivo al tampone, viene contattato dall’ufficio di igiene della Asl competente ed è chiamato a fornire il codice di 16 cifre associato alla app. Quel codice viene inserito nel server, che, automaticamente, lo invierà a tutti gli utenti dell’App Immuni. Il processo di tracciamento dei contatti avviene a livello del telefonino. In questo modo tutti i cellulari degli utenti che nei 14 giorni precedenti si sono imbattuti nell’utente risultato positivo, stando a meno di due metri di distanza da lui per almeno 15 minuti, riceveranno una notifica, che consiglierà a chi la riceve di consultare le autorità sanitarie.

Attenzione però. L’app Immuni si può scaricare, ma solo a partire da lunedì 8 giugno nelle regioni Liguria, Marche, Abruzzo e Puglia Immuni sarà usata ‘a pieno regime‘ dagli operatori sanitari secondo le modalità indicate sopra. Secondo la tabella di marcia dei ministeri di Innovazione e Salute, che hanno selezionato il progetto della casa di sviluppo milanese Bending Spoons in aprile e aderito poi al sistema di Apple e Google, il resto d’Italia verrà coinvolto dalla settimana dopo.

Il progetto nasce dalla collaborazione tra Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministro della Salute, Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione, Regioni, Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 e le società pubbliche Sogei e PagoPa. Base di lavoro per la realizzazione dell’app, il codice  messo  gratuitamente a disposizione dello Stato da parte della società Bending Spoons. Il sistema è stato sviluppato anche grazie a un’approfondita interlocuzione con il Garante per la protezione dei dati personali e riservando massima attenzione alla privacy.

Nella nota ufficiale del Ministero della Salute si evince: “Gli utenti di cellulari che decidono di scaricare l’applicazione contribuiscono a tutelare sé stessi e le persone che incontrano. Se sono entrati in contatto con soggetti successivamente risultati positivi al tampone, verranno avvisati con una notifica dell’app. Ciò consentirà loro di rivolgersi tempestivamente al medico di medicina generale per ricevere le indicazioni sui passi da compiere. 

Quando le strutture sanitarie e le Asi riscontrano un nuovo caso positivo, dietro consenso del soggetto stesso gli operatori sanitari inseriscono un codice nel sistema. A questo punto il sistema invia la notifica agli utenti con i quali il caso positivo è stato a stretto contatto”.


L’app Immuni si può scaricare: come fare e quando usarla - Ultima modifica: 2020-06-03T08:30:30+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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