Visitare Tokyo da casa: vivere un’esperienza a distanza attraverso una struttura virtuale

Visitare Tokyo da casa? Si può. E per vivere questo tipo di esperienza non serve aspettare di raggiungere il Giappone. Pensate. Alcuni luoghi sacri di Tokyo offrono l’esperienza di shukubo che, alla lettera, significa “dormire con i monaci”. Si tratta di una pratica che risale a molti secoli fa, quando i pellegrini, non avendo un luogo dove dormire, cercavano rifugio nei templi per qualche notte.

Oggi, che la città è ricca di alberghi e soluzioni dove passare la notte, questa possibilità è l’ideale per chi vuole comprendere e vedere più da vicino la vita nei templi, scandita da ritmi lenti, e entrare a stretto contatto con i monaci sperimentando insieme a loro la meditazione alla ricerca di un rinnovato equilibrio dello spirito.

Grazie alla società Otera Stay è possibile fin da subito sperimentare una moderna versione di shukubo, ad esempio, non muovendosi dal proprio salotto; in un momento così particolare, infatti, la società giapponese ha introdotto la possibilità di “vivere” il tempio anche a distanza con il progetto CLOUD HOTEL che sfrutta la moderna tecnologia per un’esperienza a distanza attraverso una struttura virtuale.

Porte aperte quindi al Temple Hotel Shodenji di Tokyo, che si trova nel quartiere Minato. Il Tempio di Shodenji è un eremo dove il 117° imperatore giapponese trascorse alcuni anni all’inizio del XXVII sec., da quel momento divenne un’estensione di una delle tredici scuole del buddismo giapponese, la Scuola Nichiren. La divinità protettrice del luogo è Bishamonten, uno degli dei che proteggono il buddismo, il più potente tra i “Quattro Re Celesti”; originariamente era una divinità indiana, ma divenne così popolare tra la gente comune in Giappone che entrò a pieno titolo nei sette dei della fortuna.

Visitare Tokyo da casa, tutto in un esperienza digitale

Tokyo è famosa per essere una moderna e avanguardista metropoli, dove il futuro prende già corpo, le tendenze nascono e si affermano e i turisti si stupiscono agli incroci trafficati, davanti al mirabolante skyline e usando la rete metropolitana più estesa del Giappone e fra le più ramificate del mondo. Ma questa è solo una faccia della medaglia della capitale del Sol Levante; l’altra è fatta di tradizioni millenarie, respiri sommessi, canti di preghiera e attimi lenti da vivere con spirito leggero. I templi buddisti e i santuari shintoisti, sparsi in ogni quartiere e diversi gli uni dagli altri, sono l’emblema di quest’anima antica e profondamente legata alla cultura più autentica della città.

Alcuni di questi luoghi sono aperti per soggiorni di turisti e locali desiderosi di vivere un’occasione unica, avvolti nella pace e nel silenzio, a contatto con i monaci che li guidano nella meditazione. Una straordinaria esperienza che si rinnova con le contingenze attuali e può oggi anche essere vissuta comodamente dal proprio divano di casa.

In fatto di templi, santuari e luoghi sacri a Tokyo c’è solo l’imbarazzo della scelta. Nel quartiere di Asakusa, Sensoji è probabilmente il tempio più famoso della città, le foto alla sua enorme pagoda a 5 piani si sprecano, in netto contrasto con la vicina Tokyo Skytree. AImadojinja dimora una coppia di divinità e quindi i suoi talismani sono particolarmente benefici per gli innamorati, inoltre qui ha avuto origine la leggenda dei maneki neko (le famose statuette dei “gatti che richiamano la fortuna”) e due sono proprio posti all’ingresso per dare il benvenuto ai visitatori.

C’è poi Jindaiji, nella zona di Chofu-shi, uno dei più antichi di tutta la regione, oltre ad essere luogo di purificazione e preghiera per un matrimonio felice. A Nezu il santuario Nezu Jinja, la cui fondazione risale a quasi 1900 anni fa, è molto in voga negli ultimi anni fra i turisti, merito del suo filare di portali rossi (torii).

 

 


Visitare Tokyo da casa: vivere un’esperienza a distanza attraverso una struttura virtuale - Ultima modifica: 2020-12-31T15:04:27+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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