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Meta avrebbe pagato per screditare la “minaccia” TikTok

Il cambio di nome, da Facebook a Meta, non è bastato alla società di Marzk Zuckerberg per mettersi al riparo dall’ennesimo scandalo che potrebbe seguire allo scoop pubblicato dal quotidiano americano Washington Post. Secondo quanto riportato da quest’ultimo, infatti, Meta avrebbe pagato la società di consulenza Targeted Victory affinché si occupasse di screditare la reputazione di TikTok. Scopo principale delle notizie negative diffuse avrebbe dovuto essere quello di far passare il messaggio che il social cinese TikTok potesse rappresentare in qualche modo una minaccia, proprio perché proveniente dalla Cina. Il secondo motivo di discredito ha invece riguardato il potenziale pericolo che TikTok avrebbe potuto rappresentare per i più giovani, target principale della sua piattaforma. Insomma, le medesime accuse che nei mesi precedenti erano state rivolte in qualche modo anche a Instagram. In questo caso, però, ci si sarebbe concentrati soprattutto sulla condivisione dei dati degli utenti e su ciò che se ne sarebbe potuto fare.

Cosa avrebbe scoperto il Washington Post sul tentativo di Meta di screditare TikTok

Lo scoop del quotidiano americano è stato fatto dai giornalisti Drew Harwell e Taylor Lorenz, che sarebbero giunti in possesso di documenti in grado di comprovare la pesante accusa nei confronti di Meta. Il tentativo di diffondere notizie negative su TikTok sarebbe avvenuto attuando il seguente schema: la società di consulenza Targeted Victory avrebbe affidato a numerose società di pubbliche relazioni la diffusione di campagne destinate a media locali e nazionali. Tali campagne sarebbero ruotate attorno alla diffusione di notizie in merito a presunti rischi connessi all’utilizzo della piattaforma social. In particolare, sarebbero state diffuse numerose fake news in merito a pericolose sfide (le challenge) che in realtà non sarebbero mai avvenute su TikTok. Ebbene, i giornalisti avrebbero scoperto che dietro tutte le fake news allarmanti che circolavano sui media, ci sarebbe stata proprio la mano di Targeted Victory. Lo scopo dell’operazione era appunto quello di mettere in cattiva luce il temutissimo rivale, dalla crescita impressionante, TikTok.

Lotta fino all’ultimo utente

Se si pensa che recentemente Facebook ha fatto registrare il primo calo storico di utenti della sua storia, mentre TikTok macina record su record, allora si potrebbe capire quanto sia forte l’interesse di tenere a bada gli avversari. Si tratta comunque di una lotta destinata probabilmente a fallire per Meta: Facebook è online da ben 18 anni, il calo prima o poi sarebbe stato fisiologico, mentre TikTok è una piattaforma giovane e al momento destinata solo a crescere. Il social cinese, nel biennio 2019-2021, è infatti passato dal 43% al 70% tra gli utenti compresi nella fascia d’età 18-24 anni mentre Facebook ha fatto registrare un calo, passando dal 92% al 71%.

immagine: Pexel


Meta avrebbe pagato per screditare la “minaccia” TikTok - Ultima modifica: 2022-04-01T15:30:37+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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