La notizia ufficiale dell’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk ha sollevato molte reazioni. Oltre agli utenti del social, che hanno accolto la novità con commenti vari, tra chi ha salutato la notizia con entusiasmo e tra chi ha invece “minacciato” di abbandonare la piattaforma, sono arrivate anche le reazioni di fonti istituzionali che godono di una certa autorità.
Se gli Stati Uniti sembrano aver espresso un commento indiretto circa l’acquisizione di Twitter da parte di Musk, con il Presidente Joe Biden che si è detto preoccupato per il troppo potere che i social dimostrano di avere, l’Unione europea, dal canto suo, non sembra essere meno cauta.
Il primo a esporsi sull’acquisizione è stato Thierry Breton, commissario europeo per il mercato interno e i servizi della Commissione von der Leyen. Breton ha affidato il suo “commento a caldo” sull’operazione proprio al suo account Twitter. Più che commento, però, quello di Breton è parso come una sorta di monito, di avvertimento nei confronti del neo unico proprietario di Twitter.
Breton scrive: “Che si tratti di auto o di social media, qualsiasi compagnia operante in Europa deve essere conforme alle sue regole – indipendentemente dalla sua partecipazione. Il signor Musk sa bene tutto ciò. Ha familiarità con le regole europee per il settore dell’automotive e si adatterà in fretta al Digital Service Act“.
Il Digital Service Act è una Carta Ue sui servizi digitali, che si propone di intervenire sul web affinché diventi un luogo più sicuro e trasparente per tutti coloro che vi operano a vario titolo. In base a tale Carta, le piattaforme online di grandi dimensioni – come lo è Twitter -, sono soggette a regole specifiche che prevedono, tra le altre cose, di dotarsi di una struttura di vigilanza, di contrastare efficacemente di beni servizi o contenuti illeciti e di offrire maggiore trasparenza.
Nel frattempo Elon Musk continua a specificare quale sia il suo piano per rendere Twitter un luogo più democratico. In uno dei suoi tweet più recenti, il magnate ha scritto: “Per libertà di parola intendo esattamente ciò che corrisponde a quanto previsto dalla legge. Sono contro la censura che va al di là della legge. Se le persone desiderano meno libertà di parola, chiederanno ai governi di legiferare in tal senso. Pertanto, andare contro la legge è un atto contrario al volere delle persone“.
immagine: Pixabay
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