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Coffee Break – Il marketing dell’innovazione

Idiozie geniali

Valerio Rosano - Twitter: @valeriorosano

di Valerio Rosano

Essere idioti, conviene. Sbagliare fa bene. Proporre qualcosa che per molti sembra stupido, dire quello che nessuno direbbe. I geni che hanno cambiato il mondo sono stati considerati degli idioti anche per diverso tempo.
Certo ci vuole coraggio: portare avanti le proprie idee nonostante pareri negativi non è facile: perché oltre a dirle le idiozie geniali, bisogna farle, portarle avanti. Tutti, almeno una volta, hanno avuto una buona idea, pochi invece affrontano i rischi di metterla in pratica. A volte le azioni perdono di tono, motivazione o ancora peggio vengono compromesse dalla paura del fallimento….
Non fare quella telefonata tanto importante nel timore di incappare in un rifiuto.
Non recarsi a un appuntamento che può cambiarti la vita per evitare una brutta figura.
Non presentare al tuo capo un progetto dal concept altamente innovativo.
I terrore di sbagliare si infiltra nelle idee come un veleno paralizzante.
Molto spesso bisogna osare per innovare veramente; e se poi l’idea si rivela davvero fuori dagli schemi, va contro ogni logica ma anzi ne crea una nuova, allora potrebbe rischiare di essere davvero un’idiozia geniale”.
Commettete perciò quanti più errori potete! La vita, il lavoro, non è come cuocere un soufflè al cioccolato: non c’è sbaglio che che sia davvero irreparabile.
Nel business il tempo è tiranno e commettere errori strategici comporta perdite di tempo, per partorire idee inedite occorre pensare a lungo…… ma la vita va di fretta perché quindi non partire da qualcosa che già è stato “scoperto” da qualcun altro ? Anche Steve Jobs ha copiato l’idea del Tablet da Bill Gates, eppure l’iPad è un successo universale, mentre il tavoletta di Bill presentata nel 2001 non la ricorda nessuno.

Ecco come copiare bene:
“Copiare” può essere inteso come riprendere un’idea altrui ritenuta idonea per essere implementata.
“Adattare” ossia rielaborare l’idea di base modulandola appositamente per il nostro progetto.
“Migliorare” è la fase altamente creativa dove tutto è permesso e SI DEVE OSARE.
“Incorporare” nel senso di metabolizzare e far proprio il frutto geniale del cambiamento.
“Verificare” ovvero a fronte di obiettivi posti in principio, sondare costantemente gli sviluppi generati, e, laddove sia possibile, procedere ad ulteriori miglioramenti, poiché una “semplice” idea può trasformarsi in qualcosa di altamente innovativo, magari GENIALE.
Un’idiozia Geniale!
È fondamentale infatti non dimenticarsi che all’interno di un mercato competitivo porsi come un’azienda fresca e dinamica spesso premia. L’ammodernamento ormai è determinante o meglio, è il background del business. Il cliente al giorno d’oggi rimane fedele solo più all’innovazione e a chi la sa generare. La genialità paga. L’uniformità invece crea recessione appiattendo la concorrenza e frenando l’avanzamento del sistema.

 

 

Ci vuole tempismo

 

Francesca Pilone - Twitter: @FPilone

di Francesca Pilone

Cosa significa innovare? Come sempre, dipende dai punti di vista. Io, indossando occhiali marketing, penso all’innovazione prima di tutto come a un’esigenza: si può, infatti, nel marketing, evitare di innovare solo quando il brand è così forte e tradizionale, che il cambiamento creativo potrebbe portare più rischio che vantaggio.

Anche in questi casi l’innovazione non viene del tutto messa da parte, ma la si ritrova sotto forme diverse (che magari riguardano il mezzo di comunicazione, formule di gioco o intrattenimento sociale ecc..). Comunque, si tratta di pochi rarissimi casi. In tutti gli altri, l’innovazione diventa un ingrediente fondamentale per guidare il successo dell’azienda. E, sempre, si tratta di un’idea creativa nata per indirizzare un problema. A volte ci si può permettere anche di essere davvero molto dirompenti: perché un’idea nuova, esplosiva, non ci fa nemmeno accorgere quale problema stia realmente indirizzando. L’importante è sempre analizzare ogni cosa all’interno di un percorso di pianificazione coerente e bilanciato, in cui il destinatario del nostro messaggio (o prodotto o servizio) deve essere ben studiato ed interpretato. Solo così è possibile evitare eccessi di innovazione: anticipare troppo le aspettative del mercato, ad esempio, presentando soluzioni a problemi non ancora percepiti, utilizzare modelli di comunicazione troppo complessi e difficili da comprendere o ancora troppo nuovi.
L’innovazione, quindi, può riguardare il processo di comunicazione al mercato, così come può riguardare l’oggetto stesso, cioè il prodotto o il servizio offerto. In entrambi i casi la fase di pianificazione è cruciale, così come il monitoraggio dei primi feedback, utili per rinforzare o reindirizzare eventuali sbavature di percorso. La regola resta quindi la stessa di sempre: attenzione ai clienti, focalizzazione sugli obiettivi e controllo dei risultati. E il dato di fatto è che non si può comunque sfuggire all’innovazione.

 


Coffee Break – Il marketing dell’innovazione - Ultima modifica: 2013-02-02T08:17:37+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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