C’è un momento, nella storia della tecnologia, in cui le alleanze smettono di essere semplici strette di mano fotografate e diventano infrastruttura. Accade quando due mondi – apparentemente distanti come la ricerca pubblica e l’enterprise technology – decidono che è ora di sporcarsi le mani insieme. Non con powerpoint e dichiarazioni d’intenti, ma con progetti concreti, cloud multi-sito e digital twin applicati all’idrogeno. È quello che sta accadendo tra ENEA e NTT DATA, in una partnership che ha appena fatto tappa a Tokyo e che merita un’analisi che vada oltre il comunicato stampa.
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Il 29 settembre 2025, Giorgio Graditi – Direttore generale ENEA – insieme a Giulia Monteleone (Dipartimento Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili) e Giovanni Ponti (Divisione ICT) ha incontrato i vertici di NTT DATA nella capitale giapponese. Non un incontro qualsiasi, ma il consolidamento operativo di un accordo quadro quinquennale che intreccia transizione energetica e digitalizzazione. La presenza di TEPCO – colosso elettrico giapponese – non è un dettaglio. È il segnale che stiamo parlando di una triangolazione strategica tra ricerca, tecnologia e implementazione industriale. E quando il Giappone – Paese che ha fatto della pianificazione energetica una questione di sopravvivenza nazionale – decide di mettersi a un tavolo, significa che qualcosa di serio si sta muovendo.
Siamo onesti: di accordi tra enti di ricerca e aziende tech ne abbiamo visti tanti. La maggior parte finisce in un cassetto dopo la foto di rito. Questa volta è diverso, e i motivi sono almeno tre.
Primo: la complementarità è reale. ENEA porta competenze scientifiche e tecnologiche su energia, idrogeno, nucleare. NTT DATA porta capacità implementativa, infrastrutture cloud, expertise in AI e calcolo ad alte prestazioni. Non c’è sovrapposizione, c’è integrazione. Come spiega Graditi: “Questo incontro con i vertici di NTT DATA ha gettato le basi per la condivisione e realizzazione di progetti ed iniziative congiunte che integrino le competenze scientifiche e tecnologiche di ENEA con l’esperienza e la capacità di NTT DATA in ambito digitale”.
L’obiettivo, aggiunge il direttore generale di Enea, è chiaro: “Attraverso questa collaborazione si intende sviluppare un approccio innovativo per coniugare energia, digitalizzazione e sostenibilità, al fine di accelerare la transizione verso modelli energetici a basse emissioni di carbonio”.
Secondo: la collaborazione è già operativa. NTT DATA è già coinvolta nel progetto IPCEI CIS di ENEA, fornendo una piattaforma di gestione di risorse di calcolo in cloud multi-sito. Ha partecipato all’evento ENEA all’EXPO di Osaka su “Fusione nucleare, idrogeno e digitalizzazione per la transizione energetica”. Non stiamo aspettando che le cose accadano. Stanno già accadendo.
Come conferma Giulia Monteleone: “Sono state identificate alcune iniziative di ricerca e sviluppo congiunte e la collaborazione nei fatti è già partita: NTT DATA sarà coinvolta nel progetto IPCEI CIS di ENEA, attraverso la fornitura di una piattaforma di gestione di risorse di calcolo in cloud multi-sito. Inoltre NTT DATA ha contribuito al recente evento ‘Fusione nucleare, idrogeno e digitalizzazione per la transizione energetica, esempi virtuosi di collaborazione tra Italia e Giappone’ organizzato da ENEA all’EXPO di OSAKA”.
Terzo: il focus è sulla scalabilità. Le parole di Ludovico Diaz, CEO di NTT DATA Italia, sono chiare: “Questo accordo segna un momento significativo nella collaborazione tra ricerca pubblica e impresa. Come NTT DATA insieme a ENEA intendiamo mettere a sistema competenze e tecnologie per accelerare la transizione digitale ed energetica del Paese, trasformando la ricerca in innovazione concreta. Non si tratta solo di sperimentare nuove tecnologie, ma di creare le condizioni perché queste possano diventare soluzioni applicabili e accessibili”.
Parliamo di tecnologia concreta. Le iniziative congiunte toccano aree che sono, letteralmente, il cuore della transizione energetica:
Microgrid intelligenti. Reti elettriche distribuite capaci di autogestirsi, ottimizzare i consumi, integrare rinnovabili. Il futuro dell’energia è locale, reattivo, intelligente. Le microgrid sono l’infrastruttura che lo rende possibile.
Digital twin applicati all’idrogeno e al nucleare. Qui si entra in territorio affascinante. Un digital twin è la replica virtuale di un sistema fisico, che permette simulazioni, ottimizzazioni, manutenzione predittiva. Applicarlo alla filiera dell’idrogeno – produzione, stoccaggio, distribuzione – significa accelerare l’industrializzazione di una tecnologia ancora in fase di scale-up. Applicarlo al nucleare – settore dove sicurezza e ottimizzazione sono non negoziabili – significa portare l’AI e il calcolo avanzato in uno dei domini più complessi dell’ingegneria energetica.
AI e HPC per la decarbonizzazione. L’intelligenza artificiale e il calcolo ad alte prestazioni non sono buzzword. Sono strumenti per processare quantità industriali di dati, ottimizzare processi energetici complessi, simulare scenari di transizione. Sono, in sostanza, il sistema nervoso di qualsiasi strategia seria di decarbonizzazione.
Andrea De Stefano, VP in NTT DATA Italia, dettaglia: “Le iniziative congiunte di NTT DATA e ENEA includono progetti sulle microgrid intelligenti, i digital twin applicati all’idrogeno e al nucleare, fino all’utilizzo dell’intelligenza artificiale e del calcolo ad alte prestazioni per ottimizzare i processi di decarbonizzazione”. E aggiunge: “E proprio su questi temi come NTT DATA abbiamo avuto l’opportunità di intervenire a Expo Osaka 2025 nell’ambito dell’evento organizzato in collaborazione con il Commissariato generale per la partecipazione italiana a Expo, nel panel dedicato alle tecnologie digitali per l’energy transition, raccontando concretamente come innovazione e collaborazione internazionale possano tradursi in soluzioni sostenibili e scalabili a beneficio di imprese, istituzioni e cittadini”.
La scelta di consolidare l’accordo a Tokyo non è casuale. Il Giappone è un laboratorio unico per la transizione energetica. Post-Fukushima, il Paese ha dovuto ripensare radicalmente il proprio mix energetico. Ha scommesso forte sull’idrogeno – con la Hydrogen Roadmap che punta a creare una “hydrogen society” – e sulla digitalizzazione delle infrastrutture energetiche.
La presenza di TEPCO al tavolo è significativa. È la dimostrazione che in Giappone la collaborazione pubblico-privato nella ricerca energetica non è un’eccezione, è la norma. E funziona.
Come sottolinea Monteleone, l’idrogeno è un focus comune. Il Giappone lo vede come elemento chiave per la decarbonizzazione. L’Italia, con le competenze ENEA e la capacità di system integration di NTT DATA, ha le carte in regola per giocare un ruolo da protagonista in questa partita globale.
C’è un tema di fondo che merita attenzione. In Italia, il rapporto tra ricerca pubblica e impresa è storicamente complicato. Da una parte, università ed enti di ricerca di eccellenza mondiale. Dall’altra, un tessuto industriale che fatica a investire in R&D e a valorizzare le competenze scientifiche nazionali. Nel mezzo, un gap di trasferimento tecnologico che ci costa competitività.
La partnership ENEA-NTT DATA prova a riscrivere questo copione. Come ribadisce Diaz: “L’obiettivo condiviso è promuovere un’innovazione sostenibile, rafforzando la competitività delle imprese e la crescita di un ecosistema tecnologico capace di supportare comunità, territori e settori strategici e di rispondere alle sfide globali”.
È il modello che altri Paesi – Germania, Francia, Giappone appunto – applicano da anni. È il modello che l’Italia deve fare proprio se vuole che la transizione energetica non sia solo un obbligo normativo, ma un’opportunità industriale.
Gli effetti dell’accordo possono essere significativi su più livelli. Per le imprese, significa innanzitutto accesso a tecnologie avanzate sviluppate con fondi pubblici ma già validate dal punto di vista implementativo, con una conseguente riduzione del rischio tecnologico. Ma c’è di più: si apre la possibilità concreta di posizionarsi su filiere emergenti – idrogeno, nucleare di nuova generazione – con un vantaggio competitivo che può fare la differenza sui mercati internazionali.
Per i territori, le ricadute potrebbero essere ancora più tangibili. Le microgrid intelligenti, se implementate su scala, hanno il potenziale di trasformare radicalmente il modo in cui comunità locali producono e consumano energia. Si passa dalla dipendenza dalla rete nazionale all’autonomia energetica, con benefici che vanno ben oltre la bolletta: economici, perché si creano filiere locali; ambientali, perché si favorisce l’integrazione delle rinnovabili; sociali, perché si restituisce controllo e resilienza alle comunità.
Infine, per il sistema ricerca italiano, questa partnership rappresenta un incentivo concreto a lavorare con obiettivi di trasferimento tecnologico chiari fin dall’inizio. Non più ricerca fine a sé stessa, autoreferenziale, che resta nei laboratori e nei documenti. Ma ricerca con impatto misurabile sull’economia reale, che genera valore per il Paese e giustifica gli investimenti pubblici con risultati tangibili.
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