Nel mondo dell’innovazione tecnologica non c’è solo la corsa all’ultima novità: sta emergendo, con forza sempre maggiore, un paradigma diverso, essenziale, rivoluzionario nella sua semplicità. Si chiama frugal tech e nasce da una domanda tanto semplice quanto potente: possiamo innovare senza sprecare?
La frugal tech è una filosofia progettuale che punta a creare soluzioni semplici, economiche e sostenibili, pensate non per impressionare, ma per funzionare. È l’arte di rispondere ai bisogni reali delle persone – soprattutto in contesti dove le risorse sono scarse – con strumenti concreti, accessibili, e spesso sorprendentemente ingegnosi. Non parliamo solo di tecnologie “povere”, ma di un’intelligenza progettuale capace di ridurre all’essenziale tutto ciò che non serve, per valorizzare ciò che davvero conta: l’impatto.
In un mondo dove l’obsolescenza programmata convive con l’emergenza climatica, dove il divario digitale rischia di diventare una nuova forma di esclusione sociale, la frugal tech si presenta come un’alternativa necessaria. E non è un fenomeno di nicchia: dai villaggi dell’India alle startup italiane, fino ai laboratori creativi del Giappone, questa innovazione “a basso costo” sta generando soluzioni ad alto valore umano.
Vediamo cos’è davvero la frugal tech, e perché potrebbe rappresentare una delle chiavi più efficaci – e sorprendenti – per costruire un futuro più equo e sostenibile.
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La frugal tech, o innovazione frugale, è molto più di un modo per risparmiare: è il cambiamento del nostro punto di vista sulla tecnologia. Nasce dall’idea di “fare di più con meno”, ma il suo vero potenziale è nell’abilità di risolvere problemi reali con soluzioni essenziali, intelligenti e sostenibili. Invece di inseguire la tecnologia più avanzata o costosa, la frugal tech guarda alla sostanza: cosa serve davvero? Come possiamo costruirlo con ciò che abbiamo a disposizione?
Si tratta di sviluppare prodotti e servizi che siano:
Questa filosofia è particolarmente diffusa in paesi come l’India, dove la scarsità di risorse ha generato un’incredibile capacità di innovare dal basso. Qui l’ingegnosità è spesso una questione di sopravvivenza: mancano i capitali, ma non la creatività. Da qui nascono idee geniali che trasformano materiali comuni in strumenti potenti, soluzioni che migliorano davvero la vita quotidiana di milioni di persone, senza bisogno di tecnologie avanzate o di grandi infrastrutture.
Ma la frugal tech non è solo una risposta alle economie emergenti: è anche una lezione utile per i paesi più sviluppati, dove la sostenibilità e l’inclusione stanno diventando imperativi. In un mondo alle prese con crisi climatiche, disuguaglianze crescenti e risorse sempre più scarse, imparare a innovare in modo frugale è una strategia vincente per tutti.
Dopo il terremoto del Gujarat nel 2001, il vasaio Mansukh Prajapati ha ideato MittiCool, un frigorifero in argilla che non necessita di elettricità. Utilizzando la porosità dell’argilla e l’evaporazione dell’acqua, mantiene frutta e verdura fresche per giorni. Venduto a circa $95, è disponibile in oltre 300 negozi in India e viene esportato in paesi come Regno Unito, Kenya e Emirati Arabi Uniti.
Nel villaggio di Thanga, nello stato indiano del Manipur, la botanica Bijayshanti Tongbram ha sviluppato un metodo per estrarre fibre simili alla seta dai fusti di loto, solitamente scartati. Queste fibre vengono trasformate in filati e tessuti unici, offrendo un’opportunità economica a 30 donne del villaggio.
Il Foldscope è un microscopio di carta pieghevole, progettato per costare meno di un dollaro. Nonostante il costo ridotto, offre capacità di ingrandimento comparabili a microscopi tradizionali, rendendolo uno strumento educativo prezioso in contesti con risorse limitate.
L’esempio più famoso di Frugal tech Italiana è quella di Cristian Fracassi: ingegnere visionario e inventore italiano, CEO e fondatore del centro di ricerche bresciano ISINNOVA, Pharmadome e Camelot. Durante la prima ondata della pandemia di COVID-19 nel 2020, grazie ad una valvola in plastica, stampata in 3D h trasformato le maschere da snorkeling in respiratori d’emergenza. Utilizzando componenti stampati in 3D, ha creato un sistema per supportare i pazienti in terapia intensiva, offrendo una soluzione rapida ed economica in un momento di grave carenza di dispositivi medici. Questa idea, chiamata “Charlotte,” ha salvato oltre 180.000 vite. Rifiutando di brevettarla, Fracassi ha permesso che fosse utilizzata in 700 ospedali di 72 paesi in tutto il mondo. Questa invenzione non solo è stata premiata con il prestigioso Compasso d’Oro, ma è anche esposta in musei di fama mondiale come il MOMA di New York, il Victoria and Albert Museum di Londra e l’ADI Design Museum di Milano.
In un mondo in cui le disuguaglianze economiche e l’emergenza climatica sono sempre più evidenti, la frugal tech offre una via per:
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