Girls Who Code: sempre meno donne nella tecnologia, -2% in 10 anni

Secondo Girls Who Code la percentuale di donne impiegate in lavori che hanno a che fare con l’informatica è in declino e le stime prevedono che si passerà dal 24% attuale di donne impiegate nel settore a 22% entro i prossimi 10 anni.

I numeri della ricerca Girls Who Code

In un recente report realizzato in collaborazione tra Girls Who Code e Accenture, il numero delle donne della tecnologia non è in crescita. Ma questo report sembra andare in controtendenza con una realtà che vede sempre più donne apparire sulle riviste e pubblicazioni, e con l’incitamento a dedicarsi allo studio di discipline scientifiche. Ciò nonostante, il numero di donne che lavorano non è stabile e nemmeno in crescita e anche il numero dei nuovi talenti sembra essere stazionario.
Nel corso del 2015 ci sono stati 500,000 nuovi posti di lavoro in ambito tecnologico, ma soltanto 40.000 laureati in discipline tecnico scientifiche hanno ottenuto parte di questi lavori. Il dipartimento del lavoro statunitense stima che entro il 2020 ci saranno più di 1.4 milioni di nuovi posti di lavoro provenienti dalla tecnologia, ma per ora si è in grado di coprire la domanda per meno del 30% con i laureati in informatica statunitensi.
La percentuale di donne laureate in informatica ha raggiunto il 37% nel 1984, poi ha iniziato un declino che è affondato al 18% nel 2008. Nonostante l’intensa focalizzazione sul rapporto delle donne nell’ambito di computer science, nel corso degli ultimi otto anni, questo numero non si è mosso.

Triplicare il numero delle donne nell atecnologia

“Vogliamo che questa ricerca sia una tabella di marcia e che dia il passo all’implemento della codifica nelle scuole”, ha detto Julie Dolce, CEO di Accenture Nord America (nella foto, a sinistra) “Abbiamo l’obiettivo di triplicare il numero di donne dell’informatica entro il 2025, aumentando la quota al 39%. Il report di Girls Who Code e Accenture è nato perché volevamo che ci venisse fornita una prova basata su dati reali per dare il via ad un’azione unitaria.”
Il CEO di Girls Who Code – Reshma Saujani (nella foto, a destra)– è concorde ” Ci sono state delle ricerche rilevanti sulle donne e sulla cultura e su come le aziende possano mantenere sia la diversità che l’inclusione. Ma nessuno ha mai chiesto alle ragazze ‘Perché non ti interessa l’informatica?'”.
In primo luogo, la più grande opportunità consiste nel coinvolgere le ragazze già alle scuole medie. Si suggerisce di invogliare alla scoperta dell’informatica attraverso giochi e giocattoli di calcolo, invitando i produttori a sviluppare e giochi di mercato e giocattoli che si rivolgano specificamente alle ragazze. Le ragazze sottoposte a giochi di calcolo, secondo le statistiche, hanno quattro volte le probabilità di iniziare ad interessarsi alla codifica.

L’informatica non è solo per maschi

Viene anche messo in evidenza nel report di Girls Who Code e Accenture quanto sia indispensabile cambiare la percezione di informatica come qualcosa di non interessante o “da maschi”. Il problema sta negli stereotipi che i media mostrano e nei messaggi che le ragazze ricevono sia a scuola che a casa. Il rapporto tra le donne e gli uomini che mostrano interesse nella tecnologia è 1 a 14, secondo Computer Science for All, un’iniziativa governativa statunitense.
A livello di scuola superiore, la soluzione potrebbe consistere nel mitigare le influenze negative che portano a far diminuire la partecipazione da parte delle ragazze ai moduli che riguardano il settore informatico. In particolare, si tratta di ridisegnare il curriculum informatico, facendo appello agli interessi delle ragazze ed così ai contesti CS che le ragazze potrebbero iniziare a conoscere con programmi del doposcuola o estivi. Le modalità di apprendimento che esulano dall’ambiente scolastico potrebbero favorire la creazione di ambienti di sole ragazze in cui nutrire sia l’entusiasmo che le competenze.

I giusti esempi

Gli stessi insegnanti, in grado di incentivare la passione tecnologica, farebbero da traino in modo considerevole, in termini di computer e tecnologie. Anche formare gli insegnanti su codice e programmazione potrebbe incentivare le ragazze a seguire l’esempio dei docenti, ancor di più se si trattasse di docenti donne.
Una volta al college la sfida per le donne nei dipartimenti di informatica è la possibilità di farsi un curriculum degno di tenere testa a quello dei colleghi di studio maschi. Occorre ispirare le donne affinché scelgano di persistere nei loro studi una volta che hanno deciso di dedicarsi a computer e tecnologie.
Harvey Mudd College rimane il portabandiera in questo campo e punta ad aumentare il numero delle donne major del settore computer science dal 10% al 40% in soli quattro anni dal rebranding del corso di “Introduzione alla programmazione in Java” ad “Approcci creativi per la soluzione dei problemi nel campo della scienza e dell’ingegneria utilizzando Python”. Vengono offerti corsi estivi di ricerca a matricole. Partire da Python consente un apprendimento più approfondito e contestualizzato, in quanto Java costringe gli studenti a comprendere esplicitamente i concetti che a volte sono nascosti in Python.
Infine, il report di Girls Who Code e Accenture mostra che il 58% delle donne che hanno un lavoro tecnologico e informatico non hanno conseguito una laurea magistrale in informatica.


Girls Who Code: sempre meno donne nella tecnologia, -2% in 10 anni - Ultima modifica: 2016-12-21T18:53:51+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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