Android P impedisce alle app l’accesso alla fotocamera

Android P aumenterà la sicurezza dei dispositivi impedendo alle app di utilizzare la fotocamera senza comunicarlo, accesso alla fotocamera bloccato senza esplicito consenso.

Mancano solo ad un paio di mesi prima di poter dare una prima occhiata ad Android P, molto probabilmente in arrivo con il Google I/O di quest’anno. Ci sono alcune cose che sappiamo sulla prossima versione, e ora abbiamo appreso di una nuova funzionalità per la sicurezza che blocca l’accesso alla fotocamera.

Le fotocamere sui nostri dispositivi potrebbero fornire molte informazioni su di noi se fossero in esecuzione tutto il tempo, ma per fortuna non lo sono. Tuttavia, ciò non ha impedito a molti utenti di essere leggermente paranoici riguardo a questa possibilità.

Leggi la recensione completa di Android 9 Pie

Android P: accesso alla fotocamera bloccato per le app inattive

Con Android P, Google intende eliminare completamente questa preoccupazione. Secondo un dettaglio nel codice sorgente, individuato da XDA-Developers, l’azienda sta lavorando a una nuova funzionalità che blocca l’accesso alla fotocamera a qualsiasi applicazione che non viene utilizzata attivamente.

Questa nuova serie di regole tiene d’occhio l’UID delle applicazioni e impedisce loro di accedere alla fotocamera in qualsiasi modo ogni volta che l’UID è “inattivo”, oppure in esecuzione in background.

Per gli utenti, questo è un cambiamento notevole. Fino ad ora, Android non ha fatto molto per bloccare questo genere di cose e alcuni sviluppatori hanno trovato il modo di registrare in modo nascosto video o scattare foto senza che l’utente lo sapesse. Per motivi di privacy, questo è un grande cambiamento, indipendentemente dal fatto che tu sia il tipo di persona che copre la tua webcam o no…


Android P impedisce alle app l’accesso alla fotocamera - Ultima modifica: 2018-02-22T11:00:39+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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