Sono gli inventori delle batterie agli ioni di litio, oggi comunemente utilizzate nei telefoni cellulari, personal computer e auto elettriche. John B. Goodenough, M. Stanley Whittingham e Akira Yoshino . A loro il Nobel per la Chimica 2019, meritevoli di aver aperto la strada a fonti di energia diverse dai combustibili fossili.
E’ cominciata durante la crisi petrolifera degli anni ’70 la ricerca che ha portato alle batterie agli ioni di litio ricaricabili. Il litio, un elemento, allo stato solido, più leggero nella tavola periodica.
Whittingham, 78 anni, è nato in Gran Bretagna e dopo aver lavorato nell’Università di Oxford si è trasferito negli Stati Uniti, dove ha insegnato nell’Università di New York. Fu lui, durante la crisi del petrolio, ad aprire la strada alla ricerca di valide alternative energetiche esplorando le possibili tecniche per ottenere sistemi per la produzione di energia che non utilizzassero i combustibili fossili. Sviluppò una prima batteria elettrica che utilizzava il litio.
Una decina di anni dopo, John Goodenough ne aumentò il potenziale, sviluppando batterie agli ioni di litio, ma più potenti. A metà degli anni Ottanta, Akira Yoshino riuscì a perfezionare ulteriormente il sistema: eliminò l’impiego del litio allo stato puro, impiegando al suo posto gli ioni di litio, molto più sicuri.
Nel 1991 entrava così in commercio la prima batteria agli ioni di litio. Leggera, robusta e ricaricabile centinaia di volte. L’evoluzione delle batterie agli ioni di litio ha avuto un impatto enorme sulle nostre esistenze, rendendo possibile la produzione di dispositivi ricaricabili che oggi utilizziamo regolarmente nella nostra vita quotidiana.
Senza dimenticare quanto le batterie agli ioni di litio sono inoltre considerate una possibile soluzione per lo sviluppo di automobili elettriche e per la conservazione dell’energia in eccesso prodotta dalle fonti rinnovabili.
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