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Sophos “dirty dozen”: i campioni del mondo dello spam

Dopo la Coppa del Mondo di calcio, ecco la classifica dei Paesi “campioni” nello Spam per il secondo trimestre 2014.
Questo riconoscimento assai poco lusinghiero vede sul gradino più alto del podio gli Stati Uniti, seguiti da Francia e Cina.
Medaglia di legno (fortunatamente) per l’Italia.

L’analisi relativa al secondo trimestre del 2014, svolta da SophosLabs, vede il primo posto occupato dagli Stati Uniti per quanto riguarda il dato di volume di spam prodotto, mentre prendendo in considerazione lo spam prodotto procapite, ad aggiudicarsi l’assai poco ambita medaglia d’oro è la Bulgaria.

Più virtuoso il nostro Paese, che si assesta al decimo posto in termini di produzione di spam procapite e al quarto posto per quanto riguarda invece il dato volumetrico.

Questi dati non vogliono essere un atto di accusa nei confronti dei paesi ai vertici delle classifiche: molto spesso infatti, lo spam nasce da PC infettati da malware e quindi questi “primati” poco onorevoli non sono correlati a comportamenti deliberati o fraudolenti da parte dell’utente, che è spesso all’oscuro dell’attacco subito dal proprio dispositivo.

Ed è proprio su questo aspetto che Sophos vuole soffermarsi con questa analisi: se i PC possono essere infettati da malware e divenire dunque canali di diffusione dello spam, sono molti altri i pericoli che gli utenti corrono se non viene diffusa una cultura della sicurezza basata sulla consapevolezza dell’importanza di implementare soluzioni di protezione efficaci.

Ad esempio, i cybercriminali possono approfittare di dispositivi infetti per rubare username, password e dati sensibili archiviati, portare l’utente a cliccare su link volti ad incrementare i profitti di campagne pay per click, utilizzare in modo improprio i profili social, scaricare malware o attaccare altri siti Web… uno scenario davvero spaventoso!

Quasi tutto lo spam analizzato dai SophosLabs per stilare le classifiche del Dirty Dozen Spamionship proveniva da PC che potrebbero essere sati usati per uno o più dei comportamenti fraudolenti citati in precedenza.

Spam – un “gioco” mondiale

Se il Campionato del Mondo di calcio appena concluso ci ha ricordato come questo sport sia un fenomeno globale, la stessa cosa si può purtroppo dire anche dello spam. Le classifiche dei SophosLabs tracciano un quadro fosco della situazione, ma nel secondo trimestre di quest’anno ci sono stati alcuni segnali incoraggianti: per esempio, il dato realtivo ai primi dieci paesi in termini di produzione di spam procapite è sensibilmente diminuito rispetto al primo trimestre dell’anno.

Poco rosea invece la situazione del nostro Paese: se nel primo trimestre del 2014 l’Italia non compariva nella sporca dozzina dei Paesi che producono più spam procapite, in questo trimestre invece l’Italia si posiziona al decimo posto. Anche il dato volumetrico indica un peggioramento: la posizione in classifica resta infatti invariata (quarto posto), ma rispetto ai primi 3 mesi del 2014 il dato è passato da 4.3% a 5.2%.

E il resto del mondo?

La Bielorussia ha ceduto il primo posto nella classifica dello spam procapite alla Bulgaria mentre la Svizzera, che finora sembra ai margini dell’allarme spam, compie un significativo balzo in avanti in questa poco onorevole classifica e si piazza al terzo posto.
Male anche i cugini d’oltralpe: la Francia entra per la prima volta in classifica occupando il quinto posto dello spam procapite.

Fuori dai confini europei va sottolineato, che gli Stati Uniti che occupano inevitabilmente il primo posto nella classifica per volume a causa dell’elevata popolazione, non erano mai apparsi nel ranking procapite, mentre in questo trimestre fanno il loro ingresso al dodicesimo posto.


Sophos “dirty dozen”: i campioni del mondo dello spam - Ultima modifica: 2014-07-23T17:08:17+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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