Ransomware: un mercato da 25 milioni di dollari in 2 anni

25.253.505 dollari: sarebbe questa la cifra sborsata dalle vittime di ransomware negli ultimi due anni, il valore del mercato ransomware. Il dato è stato diffuso a seguito di uno studio presentato dai ricercatori di Google, Chainalysis, UC San Diego e Nyu Tandon School of Engineering. Google ha rilevato che nel motore di ricerca il termine “ransomware” nel 2017 ha aumentato la sua presenza dell’ 877% rispetto al 2016.

I ransomware più remunerativi

Lo studio “Tracking Ransomware End to End” ha analizzato 300.000 file provenienti 34 famiglie di ransomware, con alcuni ceppi importanti comuni alla maggior parte delle tipologie. Il più “remunerativo” sembra essere quello denominato Locky, apparso nei primi mesi del 2016, che avrebbe generato introiti per più di 7 milioni di dollari. Altri ceppi come Cerber e CryptXXX sono riusciti rispettivamente a racimolare 6,9 e 1,9 milioni di dollari. Il tanto temuto WannaCry, invece, dal punto di vista economico si sarebbe dimostrato un vero flop: i suoi autori hanno incassato solo 100.000 dollari.
In ogni caso, le cifre non indicano precisamente quanto del denaro pagato sia effettivamente arrivato nelle tasche degli autori originali dei ransomware.

I ransomware Locky e Cerber hanno fruttato di più

Il “successo” di Locky e Cerber – i primi due in classifica – si spiega in maniera diversa. Il primo ha sfruttato in modo estremamente efficace le infrastrutture esistenti e, in particolare, ha raggiunto una grandissima diffusione sfruttando la botnet Necurs, una delle più grandi al mondo. Cerber invece è il malware che ha inaugurato la formula del “ransomware as a service”, permettendo agli aspiranti pirati di ottenere una percentuale in cambio dei loro sforzi per diffonderlo su Internet.
La maggior parte dei pagamenti è stata effettuata verso la Russia, da dove sembrano arrivare le minacce più pericolose. Nonostante i cyber-criminali adottino degli stratagemmi (come una serie infinita di passaggi da un wallet all’altro) per far perdere le tracce del denaro ottenuto dai riscatti, i ricercatori hanno individuato una piattaforma di trading che sembra essere utilizzata regolarmente. Si tratta di BTC-e, ha sede in Russia e sarebbe stata utilizzata per incassare il 95% del denaro sporco (il suo proprietario, Alexander Vinnik, è stato arrestato).


Ransomware: un mercato da 25 milioni di dollari in 2 anni - Ultima modifica: 2018-01-22T08:25:19+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

Recent Posts

Licenziamenti Big Tech 2025: 100.000 posti tagliati e il dibattito sul Reddito Universale

Nel 2025 l’intelligenza artificiale sta ridisegnando il mondo del lavoro, generando una crescita “senza occupazione”…

1 giorno ago

Brother ridisegna la stampa professionale: sostenibilità, efficienza e innovazione concreta

Brother presenta le nuove stampanti multifunzione professionali e il packaging in polpa di cellulosa stampata.…

3 giorni ago

La tecnologia in scena alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026

Olimpiadi di Milano-Cortina: Digital twin dinamici, reti broadcast con AI e sistemi predittivi per sicurezza…

4 giorni ago

Strumenti AI gratuiti per aziende: le migliori soluzioni per iniziare a innovare senza costi

Scopri i migliori strumenti di intelligenza artificiale gratuiti per aziende: automazione, marketing, analisi dati e…

4 giorni ago

Migliori App per Apple Watch 2025: la guida completa

Scopri come scegliere le migliori app per Apple Watch 2025: consigli pratici per selezionare solo…

4 giorni ago

Zing di Var Group: l’intelligenza plurale che ridisegna il futuro dell’innovazione

Zing segna un cambio di passo per Var Group: da convention a piazza aperta, dove…

5 giorni ago

Digitalic © MMedia Srl

Via Italia 50, 20900 Monza (MB) - C.F. e Partita IVA: 03339380135

Reg. Trib. Milano n. 409 del 21/7/2011 - ROC n. 21424 del 3/8/2011