Facebook compra Giphy e punta forte sulle GIF. Giphy, considerata dalla società di Menlo Park “leader nell’espressione visiva e nella creazione” farà parte integrante del team di Instagram. In realtà le API di Giphy sono state usate per anni non solo su Instagram, ma nell’app Facebook, Messenger e WhatsApp. Ed ora il più vasto e popolare archivio di immagini animate e stickers online ne sarà a tutti gli effetti ad uso della famiglia Facebook.
Il sito Giphy.com resterà pienamente operativo, sia per chiunque volesse scaricare i contenuti, sia per tutte le altre app che hanno deciso di usufruirne. Tra queste, anche molte non appartenenti alla galassia Facebook quali per esempio iMessage, Twitter, TikTok, Telegram, Slack, Snapchat e Tinder. Resta però da capire se queste ultime accetteranno di ospitare un servizio ora passato nelle mani di una company non solo per certi versi concorrente, ma anche più volte al centro delle critiche per il mancato rispetto della privacy dei suoi iscritti.
In una nota del comunicato ufficiale di Facebook si cita: “GIF e adesivi offrono alle persone modi significativi e creativi per esprimersi. Vediamo la positività nel modo in cui le persone usano GIPHY nei nostri prodotti oggi e sappiamo che unire la creatività e il talento del team GIPHY al nostro non farà che accelerare il modo in cui le persone usano la comunicazione visiva per connettersi tra loro”.
I termini dell’accordo non sono stati resi noti, ma secondo le stime il costo dell’operazione si aggirerebbe intono ai 400 milioni di dollari. Fondata nel 2013 da Alex Chung e Jace Coke, la piattaforma si stima raggiunga ogni giorno con i suoi contenuti oltre 700 milioni di utenti, la metà dei quali proprio sulle app di casa Zuckerberg.
Le ragioni dell’acquisizione? Facebook compra Giphy con una prima motivazione. Da ricondurre al bene più prezioso dell’economia digitale. Ovvero i dati. Le piattaforme che incorporano Giphy sono infatti tenute a dare accesso al loro «device tracking ID», un codice che permette di monitorare i termini cercati e i percorsi di navigazione effettuati dagli utenti, che in ogni caso restano anonimi.
E l’azienda potrebbe sfruttare il servizio anche per elaborare nuove forme di pubblicità online utilizzando linguaggi e formati estremamente diffusi tra le fasce più giovani della popolazione. Tenuto conto quanto la Generazione Z sia distante dall’utilizzo di Facebook e Instagram. Un modo per avvicinare di più proprio la fascia di età più giovane.
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