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Bttn: il bottone rosso che porta IFTTT nella realtà

Schiacciare un bottone può aiutare a risolvere i problemi, nell’immaginario comune. Basti pensare al caso di Staples Easy Button, una app gratuita che permetteva di “schiacciare” i tempi morti della giornata e scaricare lo stress accumulato premendo sullo schermo touch del telefono.

Ora la Button Corporation vuole passare dall’immaginazione alla realtà. È nato quindi bttn (sul mercato al prezzo di 100 dollari) e nasce dall’idea di far confluire in un solo tasto un mix di complicati comandi dell’Internet of Things.

Cosa significa in pratica? Bttn sarà utilizzato per le esigenze più svariate. Un bambino può schiacciarlo per inviare un messaggio ai suoi genitori quando sta tornando da scuola, in un ristorante il cliente può premerlo per chiedere il bis di un piatto, si può usare per accendere le luci del salotto o attaccare il sistema di sicurezza in casa prima di andare a letto.

Tutto ciò che è connesso a internet può essere controllato da questo bottone. Il funzionamento del dispositivo è semplice. Si tratta di un singolo bottone, connesso a internet attraverso un chip mobile o wifi. La modalità wireless passa a quelle delle batterie all’occorrenza.

Tutta la programmazione è gestita dal servizio già esistente IFTTT, acronimo di “If This Then That”, la piattaforma per scatenare facilmente relazioni causa-effetto tra device connessi tra loro.

Bttn è quindi un’estensione fisica di IFTTT, uno strumento a forma di bottone utilizzabile per dare un comando che possa scatenare azioni in sequenza, un effetto domino di comandi. È il modo più semplice di immaginare un’interfaccia di controllo per l’Internet of Things.
Bttn è pre-ordinabile su Indiegogo al prezzo di 100 dollari.

Cecilia Cantadore


Bttn: il bottone rosso che porta IFTTT nella realtà - Ultima modifica: 2014-09-23T18:01:56+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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