Couture in Orbit: alta moda dallo spazio

Couture in Orbit: l’Agenzia Spaziale Europea ha invitato le scuole di design d’Europa a realizzare una collezione di abiti da indossare nello spazio

Disegnare abiti per l’era spaziale: con questo obiettivo è nato Couture in Orbit, il progetto dell’Agenzia Spaziale Europea e dello Science Museum di Londra, a cui hanno partecipato gli allievi di cinque prestigiose scuole di moda e design europee, scelte nei Paesi di origine degli astronauti Esa che dal 2014 in poi hanno soggiornato a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.

Couture in Orbit : alta moda e alta tecnologia dallo spazio

Couture in Orbit

Couture in Orbit

Da sensori incorporati alle unità per il calore, fino ai tessuti super assorbenti: gli abiti tecnici del futuro dovranno integrare molte funzionalità, risultando allo stesso tempo accattivanti dal punto di vista estetico e pratici da indossare.

Anticipare i bisogni dell’era spaziale che verrà nel campo dell’abbigliamento è la sfida a cui hanno lavorato gli studenti. I designer hanno lavorato sui temi legati ai valori fatti propri dall’Esa di sostenibilità, protezione del clima e riutilizzo. Oltre a rispondere ai requisiti specifici collegati a ciascun tema, tutti i modelli disegnati dai giovani stilisti dovevano essere adatti a un utilizzo quotidiano.

Creatività senza limiti per la moda nello spazio

Non sono stati posti limiti alla creatività: potevano essere eleganti, stravaganti, semplici o essenziali. All’abbigliamento sono state applicate tecnologie spaziali e nuovi materiali come il Multi-layer insulation film (Mli) in alluminio termoisolante o il tessuto a maglia 3D di Extreme Materials. L’iniziativa si è conclusa in passerella, presso lo Science Museum di Londra, con una sfilata di moda durante la quale sono stati presentati gli abiti sviluppati.

Couture in Orbit

Immagini dalla sfilata Couture in Orbit

Spazio e fashion, due mondi vicini

L’iniziativa Couture in Orbit puntava a promuovere lo scambio tra due settori all’apparenza molto distanti – spazio e fashion – che tuttavia possono influenzarsi a vicenda. Anzi, non è la prima volta che dalla collaborazione tra i due mondi nascono capi di eccellenza. Basti pensare alla tuta fatta su misura per l’Esa dal produttore di indumenti per motoveicoli Dainese, con l’obiettivo di alleviare i problemi di schiena degli astronauti. Si chiama SkinSuit ed è stata studiata per essere indossata a bordo della Stazione Spaziale Internazionale: è in grado di esercitare sul corpo degli astronauti, che operano in assenza di gravità, una pressione crescente in direzione testa-piedi simulando il peso normalmente imposto dalla massa corporea sulla Terra.

In questo modo SkinSuit contrasta l’allungamento della spina dorsale in assenza di gravità applicando al corpo dell’astronauta una compressione verticale, senza compromettere comfort e movimenti. SkinSuit è stata realizzata completamente su misura per chi lavora nello spazio e prevede più di 150 misurazioni del corpo dell’astronauta.

SkinSuit Dainese spazio

BioSuit la tuta che unisce le linee di non estensione

Nel Dainese Science and Research Center sono stati realizzati anche i primi prototipi di un’altra tuta, la BioSuit. È stata ideata da Dava Newman, docente del Mit di Boston e “Deputy Administrator” della Nasa, progettata dallo studio Trotti and Associates dell’architetto spaziale argentino Guillermo Trotti. L’idea è partita dagli studi di Arthur Iberall degli anni ‘40, grazie ai quali si è scoperto che vi sono determinati punti del corpo che, nonostante i movimenti, non si contraggono e non si allungano e, collegandoli attraverso le cosiddette “linee di non estensione”, la pressione dell’organismo rimane costante.

BioSuit è concepita in modo da congiungere questi punti, esercitando una pressione meccanica sul corpo, senza però interferire con il movimento degli astronauti. La novità è costituita proprio dalla sostituzione della pressurizzazione pneumatica con una di tipo meccanico. L’interno della tuta degli astronauti, affinché l’uomo possa resistere nello spazio, deve essere pressurizzata.

La pressione pneumatica all’interno, però, renderebbe la tuta ingombrante e rigida, aumentando notevolmente lo sforzo dell’astronauta per spostarsi, mentre BioSuit risulta più leggera e pratica.

Questa tuta non è ancora andata nello spazio, è stata concepita per il primo viaggio umano sul Pianeta Rosso previsto intorno al 2030.

Couture in Orbit

Couture in Orbit: Dainese BioSuite

 


Couture in Orbit: alta moda dallo spazio - Ultima modifica: 2017-12-15T09:00:41+00:00 da Cecilia Cantadore
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