Orion porta il tatto nella realtà virtuale con Leap Motion

Esiste una startup che sta lavorando sodo alla tecnologia di tracciamento manuale – che si chiama Orion – e che lavora su dei sensori per il controllo dei movimenti. La prima cosa che viene istintivo fare quando si indossa un headset per realtà virtuale infatti è allungare le braccia e cercare di raggiungere quello che si vede. Ma poi si rimane delusi, perché si va a vuoto e il tatto non è soddisfatto dalle esperienze attualmente disponibili. Nessuno dei controller in abbinamento alle console di gioco come Xbox One controller e il suo Oculus Rift, controlli manuali come HTC Vive/Rift, gli headset da montare come Samsung Gear VR o i controller wireless da remoto quale Google Daydream View riescono nella missione tattile e non sono né intuitivi né naturali. Con il sensore Orion, legato alla parte anteriore di un auricolare VR e Orion in esecuzione, gli utenti potranno sperimentare con mano senza la necessità di controller fisici.
Orion è disponibile per Rift e Vive dall’inizio di quest’anno, ma ora la società sta passando al livello successivo con il “Leap Motion Mobile Platform” che è stata progettata per VR mobile. Michael Buckwald, CEO e co-co-fondatore di Leap Motion, ha raccontato che l’azienda si sta rivolgendo agli headset destinati alla VR via mobile perché più economici per i consumatori, dal momento che non viene richiesto di disporre di un PC potente: tutto quel che serve è un headset e uno smartphone.
Leap Motion non entrerà nel business degli headset per VR. La piattaforma Leap Motion Mobile è un sistema che la società vorrebbe dare in licenza a chi crea già headset per VR.
A riprova di questo concetto, la Leap Motion ha realizzato un progetto che si collega frontalmente al sistema VR e che si connette via porta USB-C. La piattaforma Leap Motion ha accresciuto di dieci volte la velocità e il controller spazia a 180 gradi per 180, conferendo un tracciamento manuale veloce privo di latenza, dal risultato di un controllo manuale realistico.
Con le mani tese in fronte a sé, il sensore incorporato Leap Motion all’interno della cover, replica nel mondo VR. Muovendo le dita nella vita reale le dita virtuali si muovono di pari passo. Non vi è alcuna sfocatura di movimento. Diventa quindi possibile ricostruire oggetti virtuali, assemblarli, sovrapporli, come se lo si facesse nella realtà e per farlo è sufficiente selezionare una voce dal menu e usare entrambe le mani; nel caso in cui li si volesse ingrandire o rimpicciolire basterà aprire o chiudere pollice e indice, come funzionerebbe sullo schermo di uno smartphone per zoommare.
Tutti gli oggetti diventano fisici anche se non esiste ancora un feedback tattile. Non si ha ancora un adeguato senso di profondità, ma è possibile prendere oggetti e tenerli. Il sensore Leap Motion ha un consumo irrisorio di batteria, circa il 5% di uno smartphone.
Rispetto alle cuffie VR per PC, gli headset VR per mobile hanno degli handicap nei controlli. Gear VR si integra sapientemente al touchpad DayDream View ed è dotato di uno slot per memorizzare il telecomando touchpad. Tra gli aspetti meno piacevoli uno è che tenere le mani in alto fino agli headset risulta faticoso dopo un po’.
La realtà virtuale ha lo stigma di isolare l’esperienza, ci si estranea dal mondo, eppure ci sono tipi di VR sociali, come dimostrano Oculus Rift e Oculus Touch di Facebook.
L’aggiunta delle sensazioni tattili alla VR porterà ad un’accelerazione dell’uso sociale, già solo per il fatto che non vengono richieste camere aggiuntive (come invece avviene per Rift e Vive) e per il tracciamento manuale. L’obiettivo attualmente è quello di mettere ad un tavolo chi produce e sviluppa VR in modo che si discuta dei sensori tattili e degli strumenti di software dedicati. Ci sono giochi che grazie a dei controller fisici diverrebbero ancora più entusiasmanti, come quelli in cui si deve sparare.


Orion porta il tatto nella realtà virtuale con Leap Motion - Ultima modifica: 2016-12-09T17:03:50+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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