intelligenza artificiale

La visione di HP per l’AI: accessibile, sicura e sostenibile

Nel panorama aziendale italiano di oggi, la domanda non è più se l’intelligenza artificiale funzioni, questo ormai lo sappiamo tutti. Quello che davvero interessa alle aziende è capire dove l’AI funzioni meglio, con quali garanzie e a che costo dal punto di vista organizzativo. È una differenza sottile ma fondamentale: non si tratta più di fare grandi promesse sul domani, ma di migliorare concretamente l’esperienza di ogni giorno. L’AI deve smettere di essere solo un fenomeno di cui si parla e diventare un’infrastruttura reale, che migliori davvero il nostro lavoro quotidiano, dalle riunioni ai documenti, dalla creatività ai processi operativi, fino alla sicurezza.

L’AI non deve essere un elemento che si aggiunge o si sovrappone, ma il tessuto che collega e potenzia tutto quello che facciamo. Quest’anno il cambiamento appare più evidente grazie a tre tendenze che si stanno rafforzando a vicenda. Prima di tutto un nuovo sviluppo che porta la potenza dell’AI agli endpoint, cioè nei luoghi dove le persone lavorano concretamente: il PC, la stampante, la sala riunioni, la workstation. Grazie alle NPU e all’elaborazione on-device, l’intelligenza artificiale può essere “vicina” all’utente, con tutti i vantaggi che ne derivano in termini di velocità di risposta, privacy e continuità d’uso.La seconda forza è la democratizzazione: un processo che porta l’AI fuori dai laboratori di ricerca e dentro le aziende italiane, specialmente nelle PMI dove le risorse sono più limitate ma il bisogno di efficienza è altissimo. Infine c’è la sicurezza progettata fin dall’inizio, che diventa sempre più cruciale: l’AI “del lato buono” deve confrontarsi con quella utilizzata come arma dai cybercriminali, e questa sfida si può vincere solo se la protezione è integrata nativamente, non aggiunta come rattoppo. Un dato racconta meglio di molte considerazioni teoriche l’evoluzione che stiamo vivendo: secondo il Work Relationship Index 2024 di HP, l’adozione dell’AI tra i knowledge worker è passata dal 38% al 66% in un solo anno. E c’è di più: chi la usa quotidianamente dichiara una relazione più equilibrata con il lavoro, con  +11 punti rispetto a chi non la utilizza. Non è solo una statistica, ma una dimostrazione concreta che quando l’AI è ben progettata libera tempo, migliora la qualità del lavoro e riduce le frustrazioni. Non è nemmeno una questione puramente generazionale: dipende da casi d’uso chiari, interfacce comprensibili e fiducia nei dati che si utilizzano. Con Giampiero Savorelli, VP e Amministratore Delegato di HP Italy, abbiamo affrontato il tema dell’intelligenza artificiale con un approccio molto concreto, parlando di priorità reali, piattaforme affidabili, sicurezza e sostenibilità. L’obiettivo è capire come l’AI possa diventare uno strumento pratico e accessibile per le aziende italiane e come si possa gestire questa nuova leva del business in modo etico, sicuro, responsabile ed efficiente.

La visione dell’AI

HP sostiene che l’AI sarà il driver di cambiamento del prossimo decennio. Quali sono le tre priorità che vi siete dati?

Per HP, il 2025 segna un punto di svolta nell’evoluzione delle modalità di lavoro e l’intelligenza artificiale – ha spiegato Giampiero Savorelli – è il motore che alimenta questa trasformazione. Le nostre priorità strategiche in ambito AI sono pensate in linea con la visione HP di Future of Work, per rispondere alle nuove esigenze lavorative, che richiedono tecnologie più intelligenti, flessibili e inclusive. La nostra strategia si articola in tre priorità : la prima è l’Intelligenza artificiale per il “futuro del lavoro”, per migliorare l’esperienza lavorativa grazie all’ AI. Il nostro portafoglio di Future of Work, dai dispositivi PC e printing, alle workstation nonché i servizi e le soluzioni di collaboration e web conferencing integrano funzionalità intelligenti e AI enabled, che si adattano a diverse esigenze e modalità lavorative, favorendo produttività aziendale, creatività e soddisfazione lavorativa dei singoli. L’obiettivo è rendere le modalità lavorative più fluide, sicure e intuitive, anche in ambienti ibridi e distribuiti. L’accessibilità dell’AI per tutte le imprese è la seconda, in particolare per le PMI italiane. Vogliamo democratizzare l’uso dell’intelligenza artificiale, offrendo soluzioni scalabili e intuitive che aiutino le aziende a migliorare la produttività, ottimizzare i processi e crescere in modo sostenibile, semplici da implementare e capaci di generare valore concreto. Con una serie di progetti e di iniziative in collaborazione con i nostri partner stiamo investendo in servizi e formazione per accompagnare le aziende nella trasformazione digitale, senza barriere tecnologiche e culturali. La cybersicurezza e la protezione dei dispositivi end point sono la terza. Con l’evoluzione dell’AI generativa, è fondamentale garantire ambienti protetti per lo sviluppo e l’utilizzo dei modelli. Il nostro obiettivo è sviluppare soluzioni che non solo semplifichino il lavoro, ma che proteggano attivamente i dispositivi, i dati e i documenti. Qui il nostro portafoglio HP Wolf Security è centrale: approccio multilivello, isolamento hardware-assistito, analisi comportamentale e machine learning per bloccare minacce sofisticate, comprese quelle costruite o potenziate dall’AI. Il comune denominatore è quello di creare esperienze di lavoro più fluide, sicure e intuitive, soprattutto in organizzazioni ibride e distribuite.

AI responsabile

L’AI responsabile è un concetto ricorrente quando si parla di Intelligenza artificiale. Che cosa significa per HP e quali sono i vostri principi guida?

In HP crediamo nel potenziale trasformativo dell’AI, ma questo implica una responsabilità proporzionale. La nostra impostazione nasce dai valori dell’HP Way e si traduce in principi di governance chiari: sicurezza-bydesign e privacy-by-default; data governance trasparente su raccolta, uso e conservazione dei dati; equità e mitigazione dei bias lungo il ciclo di vita; trasparenza e auditabilità degli algoritmi e dei processi; human oversight e accountability nelle decisioni che contano. Le nostre soluzioni basate sull’AI sono progettate per essere sicure, eque e utili alla società: l’innovazione non è mai fine a sé stessa, ma orientata all’impatto positivo. Faccio un esempio concreto di come questa impostazione arrivi poi a trasformarsi in prodotto con l’HP AI Companion, ad esempio. L’obiettivo è impedire che agenti malevoli possano rubare, copiare o estrarre i contenuti delle chat, anche quelli già salvati. In azienda le conversazioni con gli assistenti contengono knowhow reale: non possiamo trattarle come se fossero banali note di servizio. “Responsabile” vuol dire anche proteggere la conoscenza mentre la usi.

Adozione e benessere: cosa ci dice il Work Relationship Index

Secondo l’HP Work Relationship Index 2024, tra i knowledge worker l’uso dell’AI è passato dal 38% al 66% in un anno. Quali insight vi hanno colpito e come state preparando il mercato italiano a questo “salto quantico”?

Il dato che ci colpisce di più è la correlazione tra uso dell’AI e qualità della relazione con il lavoro: chi utilizza l’AI quotidianamente dichiara un rapporto più sano e soddisfacente, con +11 punti rispetto a chi non la usa. È la conferma che l’AI, quando è ben progettata, è un abilitatore di produttività e personalizzazione, e può contribuire anche al work-life balance. In Italia stiamo investendo per accompagnare aziende e professionisti: soluzioni che integrano AI nei dispositivi e nei servizi, programmi di formazione e sensibilizzazione, e un lavoro con i partner per creare esperienze di lavoro personalizzate e flessibili. Democratizzare significa rimuovere barriere tecniche e culturali con setup semplici, onboarding guidati e attenzione alla misurabilità dei benefici.

“Secondo il Work Relationship Index 2024 di HP, l’adozione dell’AI tra i knowledge worker è passata dal 38% al 66% in un solo anno”

Prestazioni e sostenibilità

I nuovi PC integrano acceleratori AI e potenza di calcolo, ma la sostenibilità energetica resta un vincolo. Come bilanciate questi aspetti?

Nei nuovi PC HP coniughiamo performance AI e responsabilità energetica. Progettiamo dispositivi che integrano NPU e capacità avanzate per l’AI, ma con consumi ottimizzati e uso di materiali riciclati. Investiamo in tecnologie di raffreddamento intelligente, alimentatori ad alta efficienza e componenti a basso impatto. E affrontiamo l’impronta di CO2 sull’intero ciclo di vita con gli HP Carbon Neutral Computing Services: dalla produzione al trasporto, fino all’utilizzo da parte del cliente. La sfida non è spingere l’innovazione nonostante l’ambiente, ma farlo a favore dell’ambiente, mantenendo l’AI utile e sostenibile.

Soluzioni per lo sviluppo affidabile: Z Workstation, HP AI Studio e Galileo

HP afferma di essere l’unico produttore a sviluppare una piattaforma AI per workstation con fiducia generativa integrata per lo sviluppo di LLM. In che cosa consiste e perché è importante l’integrazione con Galileo?

Tutto si basa su HP AI Studio, l’ambiente in cui data scientist e sviluppatori costruiscono modelli di nuova generazione in modo sicuro, scalabile e trasparente. Non offriamo solo potenza di calcolo, ma mettiamo a disposizione strumenti che danno visibilità sui comportamenti del modello, controllo dei processi e veri meccanismi di validazione. La base hardware sono le Z Workstation, pensate per unire prestazioni, sicurezza e flessibilità; sopra ci vive una piattaforma che integra la “fiducia generativa”, così chi sviluppa non si limita a far funzionare un LLM, ma può governarlo lungo tutto il suo ciclo di vita. Qui entra Galileo. Lo abbiamo integrato in AI Studio per portare valutazione e osservabilità avanzate. Il suo motore, Luna, individua in modo proattivo allucinazioni, drift semantico e bias, segnala dove nascono e aiuta a correggerli. In pratica i team intervengono prima che gli errori diventino incidenti, riducono i tempi di debug e ottengono output più coerenti, soprattutto quando lavorano con dati proprietari che richiedono attenzione extra su qualità e sicurezza. Il risultato è un percorso di sviluppo più rapido e affidabile, in linea con i principi di un’AI responsabile: equità, trasparenza e supervisione umana. A livello globale l’integrazione è già operativa negli Stati Uniti e stiamo lavorando all’estensione europea, Italia compresa. L’obiettivo è uno solo ed è molto concreto: dare alle aziende strumenti per mettere in produzione modelli di cui ci si possa fidare, su un’infrastruttura solida e sostenibile.

Sicurezza: nuove minacce, nuova difesa

L’AI generativa viene usata anche dagli attaccanti. Come proteggete l’ecosistema aziendale e, in particolare, gli endpoint?

La crescente adozione dell’intelligenza artificiale generativa da parte degli hacker rappresenta una svolta epocale nel panorama della cybersicurezza. È un’evoluzione che, come HP, monitoriamo costantemente, rispondendo continuando ad innovare le nostre soluzioni. Il portafoglio HP Wolf Security è il cuore della nostra strategia difensiva: una piattaforma di soluzioni che

combina isolamento hardware, analisi comportamentale e machine learning avanzato per intercettare anche le minacce più sofisticate. La piattaforma è pensata per mettere al sicuro gli endpoint – PC, stampanti, dispositivi mobili – senza complicare la vita a chi lavora. L’idea è semplice: isolare i rischi prima che diventino incidenti e leggere i segnali deboli che i sistemi tradizionali spesso non colgono. Per questo, quando apri un allegato o visiti un sito poco affidabile, l’operazione avviene dentro una micro-VM, una piccola “stanza” virtuale usa-e-getta: se lì dentro c’è qualcosa di ostile, resta confinato e non tocca il resto del sistema. A questo strato si aggiunge l’integrazione hardware-software: sfruttiamo le funzioni di sicurezza delle CPU più recenti per bloccare il malware in profondità e proteggere componenti critici come BIOS e firmware. Sopra, lavora l’analisi comportamentale con machine learning e deep learning (la famiglia Sure Sense), capace di riconoscere anche schemi mai visti prima, comprese le varianti generate dalla AI generativa. In questi mesi abbiamo potenziato i modelli proprio per intercettare quel tipo di minacce, spesso invisibili ai controlli classici. E non ci fermiamo alla risposta: investiamo in ricerca continua e collaboriamo con esperti a livello globale per anticipare le tecniche emergenti, non inseguirle.

 

Futuro prossimo: Windows 11 come piattaforma di rilancio

 La migrazione a Windows 11 può diventare un’occasione per far progredire insieme AI e sostenibilità?

La transizione verso Windows 11 rappresenta un aggiornamento software e non solo, direi che si tratta di una vera e propria piattaforma di rilancio per l’innovazione. Penso che anche la seconda metà del 2025 sarà all’insegna di un’accelerazione del mercato PC, trainata dalla necessità di aggiornare l’installato e dalla crescente domanda di dispositivi capaci di supportare l’intelligenza artificiale in modo nativo. Questa ‘grande migrazione’ tecnologica è un’opportunità straordinaria per portare l’AI al centro dell’esperienza utente, rendendola più accessibile, intuitiva e produttiva. I nuovi PC HP con Windows 11 e NPU integrate non solo migliorano le performance, ma lo fanno con un’attenzione concreta all’efficienza energetica e alla sostenibilità ambientale. Stiamo assistendo a una convergenza tra innovazione e responsabilità: dispositivi più intelligenti, che riducono il consumo energetico, migliorano la gestione delle risorse e semplificano il lavoro quotidiano. HP è pronta a guidare questo cambiamento, offrendo soluzioni che non solo rispondono alle esigenze del presente, ma anticipano quelle del futuro. Per noi, tecnologia e sostenibilità non sono più due binari paralleli: sono diventati un’unica direzione.”

Il 2025, per HP, è l’anno in cui l’AI diventa accessibile nei luoghi e nei dispositivi che usiamo ogni giorno per il nostro lavoro: il PC, le stampanti, le riunioni, la workstation. L’approccio sviluppato è unico con sistemi AI-native dove serve, e un processo di democratizzazione per rendere accessibile l’AI anche a chi ha risorse limitate, mantenendo sempre una sicurezza elevata che è in grado di anticipare le minacce, Se davvero l’Intelligenza Artificiale è destinata a essere il driver più significativo del prossimo decennio, la differenza la faranno gli attori che sapranno governarla: con principi chiari, strumenti verificabili e formazione diffusa. Il percorso delineato da Giampiero Savorelli e HP va in questa direzione: fare in modo che l’AI non sia una promessa, ma un modo di lavorare migliore per le imprese, per le persone, per l’ambiente.

 

Digitalic pr HP

 


La visione di HP per l’AI: accessibile, sicura e sostenibile - Ultima modifica: 2025-10-05T10:46:37+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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