Microsoft, LinkedIn e il gioco del dominio social

Immaginiamo cosa possa significare avere il controllo del più grande network di professionisti al mondo, nel grande gioco del dominio social

Zac!

*di Emanuela Zaccone

Microsoft ci aveva già provato quattro anni fa con So.cl, uno dei prodotti del suo centro di ricerca Fuselabs, che aveva destato qualche attenzione per poi sparire nel nulla. Come anche con Live Spaces, che ha vantato un discreto successo ma che è stato comunque dismesso da qualche anno. E Messenger, sostituito poi da Skype qualche tempo dopo l’acquisizione di quest’ultimo.
Oggi non si può essere stupiti dall’acquisizione di LinkedIn da parte di Microsoft: soprattutto non se si guarda all’intero comparto di prodotti del colosso fondato da Bill Gates.
Microsoft è molto forte in ambito enterprise e non è un mistero che da tempo stia spingendo su Dynamics, la sua suite di Crm.
Quest’ultima, in particolare, è stata arricchita anche da varie acquisizioni negli anni, tra cui quelle di MarketingPilot e NetBreeze destinati allo sviluppo delle feature e dell’area più propriamente social, nell’ottica di fare di Dynamics un potente strumento di Social Crm.

Adesso immaginiamo cosa possa significare avere il controllo del più grande network di professionisti al mondo: non solo una straordinaria mole di informazioni derivante dagli oltre 433 milioni di utenti di LinkedIn, ma anche una significativa quantità di dati su relazioni, interessi e potenziali lead.
Non solo: portare in casa propria LinkedIn significa anche spingere gli altri prodotti Microsoft.
Ci interessa collaborare su un documento comune? C’è Office 365.
Vogliamo inviare un messaggio privato ai nostri contratti? Possiamo usare Skype.
E non è difficile immaginare che InMail si trasformi in una social feature di Outlook.
Poi c’è il capitolo Lynda, la piattaforma di online learning acquisita da LinkedIn lo scorso anno: sarebbe interessante immaginare cosa potrebbe diventare in mano a Microsoft (e come – per dirne una – Xbox potrebbe trasformarsi anche in hub di formazione, oltre che di entertainment).
Suonerà quasi fantascientifico, ma è relativamente semplice immaginare anche il futuro dei meeting di lavoro e dei colloqui per il recruiting in realtà virtuale con Hololens.
C’è poi un lato evidente – forse quello più palese – del senso di una acquisizione che, a detta di molti, è costata più del dovuto: Microsoft ha posto il proprio paletto nell’universo dei social media affidandosi a un brand conosciuto, forte, ampiamente adottato.
In altre parole, ha bypassato il problema dell’insuccesso dei propri tentativi di diventare leader in quest’ambito, acquisendo una realtà che non solo la inserisce di diritto in questo mondo ma che diventa un ottimo strumento, come abbiamo visto, per mettere a frutto il proprio ecosistema.

Immaginiamo il futuro
Il ballo delle ipotesi a questo punto ci obbliga a prendere in considerazione anche lo scacchiere delle acquisizioni: Yahoo nonostante tutto (soprattutto nonostante Tumblr e Twitch) sembra essere fuori dai giochi, non riuscendo a fare davvero leva su questi network per risollevare le proprie sorti, mentre ormai da più parti si alza sempre più insistente la voce che Google dovrebbe pensare ad acquisire Twitter, forse più per salvare quest’ultimo che se stesso, dato che ormai sembra più che evidente che Google+ sia stato un fallimento sul fronte social.
A proposito di social: e se Microsoft acquisisse Snapchat? Sarebbe una mossa straordinaria che ne consoliderebbe la posizione sia nei confronti dei millennials che delle fasce di utenti più adulte (grazie appunto a LinkedIn).

E Facebook? Non dimentichiamo che Facebook at Work non ha praticamente ancora fatto il suo debutto su larga scala e che potrebbe essere la vera minaccia a Microsoft-LinkedIn.
L’approccio di Facebook è infatti quello di accentrare l’esperienza dell’utente, portando il mondo esterno all’interno della piattaforma: Live, gli Instant Articles, la forte rilevanza data ai video, per non parlare delle varie acquisizioni effettuate negli anni, sono la prova tangibile – oltre che la chiave del successo di Facebook in termini di user engagement (che si traduce in un crescente interesse in termini di investimenti in advertising) – dell’obiettivo “inclusivo” della piattaforma social più popolosa al mondo.
Non resta che conquistare l’utenza dei professionisti e trasformare in business eventuali accordi con le aziende.
E con Oculus, Facebook potrebbe diventare un ufficio virtuale.
I piani di Satya Nadella, Ceo di Microsoft, comunque sono chiari. Primo fra tutti: non modificare, influenzare o peggio cambiare il brand LinkedIn – ma i frutti si vedranno sul lungo periodo.
Intanto Microsoft segna un punto a suo favore.

*Emanuela Zaccone, Digital Entrepreneur, Co-founder e Social Media Strategist di TOK.tv. Ha oltre 7 anni di esperienza come consulente e docente in ambito Social Media Analysis e Strategy per grandi aziende, startup e università. Nel 2011 ha completato un Dottorato di Ricerca tra le università di Bologna e Nottingham con una tesi su Social Media Marketing e Social TV.
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Microsoft, LinkedIn e il gioco del dominio social - Ultima modifica: 2016-07-07T17:25:21+00:00 da Cecilia Cantadore
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