La moda geek di essere green

La moda geek si ibmastisce di fashion e tecnologia: una panoramica su alcuni progetti wearable che strizzano l’occhio alla sostenibilità da indossare.

Una panoramica su alcuni progetti wearable che strizzano l’occhio alla sostenibilità: dal fashion spinto alle sempre più interessanti tecnologie integrate (dovremmo dire intessute?) negli abiti di tutti i giorni

di Cecilia Cantadore

Se in questi anni le aziende high tech hanno riconsiderato il proprio impatto sul pianeta, gli ultimi sforzi in direzione della sostenibilità riguardano le tecnologie da indossare. Le chiamano “wearables” e stanno diventando sempre più eleganti, grazie alla miniaturizzazione delle componenti elettroniche, per esempio dei sensori e dei microcontrollori, e sempre più invisibili perchè si inseriscono direttamente nei tessuti. 
Uno dei progetti che combina in modo rivoluzionario tecnologia indossabile e sostenibilità si chiama Solar Fiber.
Si tratta di una fibra solare fotovoltaica flessibile che converte l’energia solare in energia elettrica e si presenta come un filato che può essere lavorato in tutti i tipi di tessuti. L’idea è di Meg Grant, Marina Toeters, Ralf Jacobs e Aniela Hoitink, quattro giovani olandesi. Se finora le wearables hanno svolto soprattutto funzioni di monitoraggio e rilevazioni di segnali endogeni ed esogeni al corpo (ad esempio nel fitness) e interazione con un computer connesso, il Solar Fiber in un certo senso va oltre e punta a sanare uno dei limiti che non permettono uno sviluppo compiuto di tutto il mondo dei wearables: la capacità delle batterie, ossia il modo in cui alimentare la tecnologia da portare in giro. Le applicazioni migliori potrebbero essere su tessuti molto ampi come tende e tendaggi, la grandezza e la posizione dell’area del Solar Fiber influenzerà la quantità di energia che si può generare. I designer dovranno creare abiti con aree sufficientemente estese e colpite da luce diretta. Da un lato potrebbe voler dire muoversi in direzione di cappelli stile Royal Ascot, un ritorno delle gonne panier stile Luigi XVI o alle spalline degli anni ‘80, ma si può pensare anche a strutture espandibili che possono essere aperte quando il sole splende e poi piegate o sgonfiate di notte.

Energie rinnovabili per accessori tech
Il problema della ricarica delle tecnologie indossabili è stato affrontato, oltre che con il fotovoltaico, con altre energie rinnovabili e nei modi più creativi.
L’Università di Southampton ha realizzato ad esempio una speciale tasca che consente di ricaricare il proprio smartphone mentre si dorme in un sacco a pelo (grazie al calore corporeo) oppure mentre si cammina, sfruttando l’energia cinetica creata dai movimenti del corpo, che la deformano e generano in questo modo elettricità. Il tutto grazie a materiali speciali sviluppati dal team di ricerca del prof. Steve Beeby, che promettono ulteriori sviluppi nella capacità di generare energia con il semplice movimento o calore corporeo.
Anche le aziende hi tech stanno muovendosi nella realizzazione di tecnologie da indossare per generare corrente elettrica: sono nate in casa SolePower, ad esempio, suole di scarpe che generano elettricità con il movimento di chi le indossa e cammina, o magliette realizzate con tessuti in grado di creare energia o addirittura di immagazzinarla. È il caso di Sound Charge, t-shirt nata dalla collaborazione tra la compagnia telefonica britannica Orange e GotWind. La maglietta è stata distribuita a un festival musicale ed era in grado di trasformare le onde sonore in energia spendibile per alimentare piccoli device, grazie alla presenza sul capo di abbigliamento di una pellicola con proprietà piezoelettriche.


La moda geek di essere green - Ultima modifica: 2014-08-02T09:43:49+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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