Jawbone accusa Fitbit di furto di dati e segreti commerciali

Jawbone ha citato in giudizio Fitbit per aver rubato segreti professionali e commerciali per mezzo dei dipendenti.

Le due aziende sono concorrenti, entrambe producono dispositivi indossabili che tracciano l’attività fisica. Jawbone ha citato in giudizio Fitbit per aver rubato segreti professionali e commerciali per mezzo dei dipendenti. Secondo quanto riportato dalla Corte Superiore della California, a San Francisco, l’accusa è quella di aver tentato di portar via circa il 30% dei dipendenti Jawbone e di averne assunti almeno cinque. Questi lavoratori avrebbero raccolto deliberatamente informazioni confidenziali in Jawbone e le avrebbero portate in Fitbit, violando le policies aziendali.
Il reparto risorse umane di Fitbit è citato nell’accusa, per aver agito con l’obiettivo “di decimare la forza lavoro di Jawbone”. I file rubati, recita l’accusa, “equivalgono a una miniera d’oro per Fitbit, contengono i dettagli del core business di Jawbone”. I file di cui si parla sono quelli relativi agli aggiornamenti di prodotto e alle nuove tecnologie in fase di sviluppo. Jawbone vorrebbe una punizione esemplare per Fitbit e per i cinque dipendenti coinvolti direttamente e un decreto ingiuntivo per prevenire la fuga di altre informazioni da parte di altri dipendenti.
Tra i nomi degli accusati c’è quello di Ana Rosario, che ha iniziato a lavorare in Jawbone a maggio 2014 nel dipartimento di design e ricerca relativa alla customer experience.
In aprile ha fatto un colloquio per un posizione senior in Fitbit e quattro giorni dopo, prima di dare le dimissioni, ha partecipato a una riunione tra colleghi in cui si definivano le strategie dell’azienda e i nuovi prototipi dei prodotti. Rosario avrebbe scaricato una presentazione confidenziale – a cui Jawbone aveva dato il titolo “Playbook for the Future” – sul suo computer personale violando le policy aziendali. Con lei tra gli accusati c’è Katherine Mogal, che ha iniziato nell’agosto 2013 in Jawbone nel ruolo di direttore marketing e customere experience prima di passare a Fitbit nel marzo 2015. Anche lei è coinvolta nella questione legale, con Patrick Narron, Patricio Romano e Rong Zhang. Narron, ingegnere del suono, avrebbe inviato informazioni confidenziali alla sua mail personale meno di una settimana prima di passare da Jawbone a Fitbit. Romano, designer di prodotto, avrebbe salvato dei file in una chiavetta usb e inviato altri dati alla sua mail personale, le tracce di queste attività sono registrate sul suo computer. Zhang, manager commerciale e responsabile della supply chain, ha salvato informazioni riservate su un disco usb esterno e dato le dimissioni in Jawbone il giorno seguente, per arrivare a Fitbit in aprile. 
La causa legale è arrivata qualche settimana dopo la presentazione pubblica dei risultati di mercato Fitbit: l’azienda è il player principale nel mercato dei tracker di attività fisica, con $745 milioni di fatturato e circa 11 milioni di pezzi venduti l’anno scorso. Ma ha visto il suo mercato attaccato da un numero di competitor sempre in crescita, incluso Apple. Jawbone, per contro, ha raggiunto un fatturato di 700 milioni di dollari e l’azienda è valutata per 3 miliardi di dollari. Ha recentemente lanciato sul mercato Up3, tracker per la salute da mettere al polso. 
Fitbit ha risposto dichiarando di “non aver bisogno di rubare informazioni, né da Jawbone né da nessun’altra compagnia. L’azienda non è in possesso di informazioni riservate e nega la fondatezza delle accuse”.

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Jawbone accusa Fitbit di furto di dati e segreti commerciali - Ultima modifica: 2015-05-28T15:34:19+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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