Michael Fertik: “La reputazione online vale più dei soldi e del potere”

Reputazione online: L’autore di “The Reputation Economy” crede che la reputazione online sia fondamentale e spiega come migliorarla

L’autore di “The Reputation Economy” crede che la reputazione online sia così importante che non è possibile ignorarla e spiega come trasformare sé stessi in persone “positive” per un motore di ricerca.

Tutti abbiamo provato a inserire il nostro nome e cognome in Google. Se si digita Michael Fertik, il primo risultato è il suo sito personale, poi Wikipedia, Twitter e LinkedIn; seguono un paio di link a sue pubblicazioni in siti prestigiosi (Bloomberg Businessweek, Forbes) e la pagina Amazon del suo libro.
Immediatamente si possono acquisire le informazioni base su di lui: 36 anni, imprenditore, fondatore e Ceo di reputation.com. Le fotografie lo mostrano sorridente, niente è lasciato al caso. La sua azienda, che ha iniziato nel 2006, ha curato la reputazione online di 1,6 milioni di clienti che hanno investito circa 700 dollari all’anno per avere le loro attività ben in mostra attraverso i motori di ricerca.
Ha uno staff di 240 persone in California e nel 2013 ha acquisito l’azienda inglese Reputation 24/7 e ha lanciato uk.reputation.com. 
Fertik sostiene che siamo tutti “nudi” su internet e i nostri schermi digitali (telefoni, laptop e tablet) sono una finestra sulla nostra vita. Il suo lavoro è aprire e chiudere le tende per fare vedere le cose migliori. Ha iniziato questa attività da neolaureato alla Harvard Law School.
Pensava che i suoi clienti sarebbero stati i genitori preoccupati di quello che postavano i figli; invece i suoi servizi sono diventati molto richiesti a livello professionale. Molte aziende desiderano “pulire” il loro nome, evitando quello che nel business è conosciuto come “effetto Streisand”, fenomeno mediatico per il quale un tentativo di censurare o rimuovere un’informazione ne provoca, contrariamente alle attese, l’ampia pubblicizzazione. Fertik suggerisce di creare “rumore” positivo anche attorno ai commenti negativi che si ricevono. E prevenire, naturalmente, è sempre meglio che curare.
Nel suo libro The Reputation Economy, crede che la reputazione non sia mai stata così importante, anche più di denaro o potere. Nell’era dei Big Data e degli analytics, il totale delle informazioni che si danno su di sé (la propria “impronta digitale”) cresce esponenzialmente ogni volta che si compie un’azione online. 
Non è l’unico a pensarla così. Marina Gorbis, nel libro “ The Nature of the Future”, aveva immaginato il mondo “socialstrutturato”, ovvero basato su un’economia fondata sui valori personali e relazionali, in cui i social network sono di fatto la struttura portante. Abbiamo già avuto qualche avvisaglia in questo senso. Lo scorso novembre, una signora di mezza età (un’insegnante con una storia di tutto rispetto) non è riuscita a prenotare un appartamento via Airbnb perché il sito ha giudicato che non avesse abbastanza amici su Facebook.
Allo stesso tempo, la privacy e la sorveglianza delle azioni su internet sono argomento delicato. Servizi come Snapchat, in cui i messaggi sono visualizzabili solo per un certo numero di secondi prima di essere cancellati, potrebbero diventare illegali.

“Edward Snowden e alcuni giornali come il Guardian hanno sollevato il problema della sorveglianza da parte dei governi” ha detto Fertik, “il Grande Fratello mi preoccupa meno dei “fratellini”, intesi come le aziende che riescono ad avere dati sensibili”. Secondo lui in futuro molte decisioni – ad esempio su lavoro e carriera – saranno prese sulla base della reputazione e sarà un software a fare una prima pre-selezione, magari cercando informazioni anche indietro nel tempo. La soluzione è non mettere nulla sul proprio profilo Facebook? “No! Invece di far finta che niente stia accadendo e nascondere la testa sotto la sabbia, io insegno alle persone a girare tutto questo a loro favore”. La prima cosa da fare è collezionare recensioni positive da clienti entusiasti, e condividere questo materiale il più possibile, su Facebook, LinkedIn, Tumblr, Twitter, ecc. I motori di ricerca le troveranno.


Michael Fertik: “La reputazione online vale più dei soldi e del potere” - Ultima modifica: 2015-01-19T16:15:09+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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