Effetto obbligo sul lavoro, il 2 novembre 1.108.920 nuovi certificati verdi e 859.372 i test
La giornata di martedì 2 novembre ha fatto segnare un nuovo record per quanto riguarda il numero dei Green Pass rilasciati. Superata la soglia di 1,1 milioni, arrivando più precisamente 1.108.920. Mai così tanti da quando, a inizio agosto, è stato introdotto l’obbligo di portare con sé il documento. E’ quanto emerge dalla piattaforma del Governo sulla certificazione verde. Un boom legato quasi esclusivamente all’aumento esponenziale dei tamponi: 859.372 i test negativi collegati ai Green Pass di ieri, a fronte di 245.570 certificati scaricati dopo la vaccinazione. In totale sono 113.752.252 i Green Pass emessi.
Nel dettaglio il record di Green Pass rilasciati ieri ha superato i precedenti due. Il primo del 18 ottobre quando fu raggiunta quota 1.049.384, il secondo del 25 ottobre giorno in cui furono 1.034.626.
Record Green Pass rilasciati, ma attenzione all’app pirata
In questi giorni è tornata a tenere banco la discussione in merito all’ipotesi che il Green Pass ci possa accompagnare anche nel 2022, complice una proroga dello stato di emergenza oltre il 31 dicembre che in molti danno ormai quasi per scontata.
Ma ad alimentare il tema certificazione verde ci ha dovuto pensare anche nei giorni scorsi il Garante della Privacy che ha messo in guardia gli utenti su alcune app dedicate alla lettura del Green Pass che violano la legge sul trattamento dei dati. L’azione del Garante si è resa necessaria perché diversi produttori e sviluppatori, non solo italiani, hanno inserito sugli store on line delle app dedicate alla verifica del green pass.
Tali app consentono di leggere il codice QR e ricavare dati personali come nome, cognome, data di nascita, ma anche dosi di vaccino o tamponi effettuati: tutti dati che l’applicazione ufficiale, VerificaC19, non raccoglie.
“Diversi produttori e sviluppatori, anche di altri Paesi – spiega l’Autorità – hanno messo a disposizione sugli store online app per la verifica del green pass che consentono a chi le scarica, inquadrando il QR Code, di leggere dati personali come nome, cognome, data di nascita ma perfino dosi o tamponi effettuati. In alcuni casi le app richiedono anche una registrazione per il download e trasferiscono i dati a terzi“.
Queste indagini del Garante della Privacy si inseriscono in uno scenario di attenzione molto alta nei confronti del sistema di generazione e lettura del Green Pass anche per gli eventi dei giorni scorsi.