IoT, big data e business intelligence: le 3 aree della digital transformation

Il report 2016 The Internet of Things and Business Intelligence Market Study analizza l’intersezione tra big data, IoT e Cloud Business Intelligence (BI)

I team che si dedicano alla crescita strategica del business vedono nell’IoT una risorsa dal potenziale elevatissimo. Tra i distributori di Big Data primeggiano Amazon e Cloudera, seguiti da Hortonworks e Map/R. In ambito di machine learning si deve a Apache Spark MLib la tecnologia più conosciuta.
Questi dati sono stati ricavati da un recente report, il Dresner Advisory Services’ 2016, The Internet of Things and Business Intelligence Market Study, pubblicato lo scorso settembre, al quale si deve un’analisi approfondita e dettagliata su temi estremamente attuali come l’intersezione tra big data e IoT, l’adozione dei big data, l’analitica e la distribuzione dei big data.

Il report fornisce anche i dati relativi alla Cloud Business Intelligence (BI). L’adozione dell’IoT è stata esaminata ampiamente e si è giunti ad una scoperta importante: le grandi organizzazioni e le imprese sono i catalizzatori più rilevanti in termini di adozione e utilizzo dell’IoT.

Tra i punti più salienti del report:

La programmazione strategica e delle vendite si affida al valore dell’IoT.
I dati che definiscono l’IoT tanto cruciale quanto importante, sono alti negli ambiti delle vendite, della programmazione strategica e i centri di competenza di Business Intelligence. E il fatto che il settore vendite attribuisca un valore così significativo all’IoT, è indicativo del modo in cui un’ampia tipologia di imprese, a partire dalle startup fino ad arrivare a quelle a larga scala, stiano cercando di lanciare dei modelli di business basati sul questo sistema al fine di aumentare i guadagni; ciò avviene attraverso progetti a lungo termine, incentrati sulla capitalizzazione di questa tecnologia, puntando sulle leve che si basano su modelli di business AI, intelligenza contestuale e dati potenziali.
In base alla funzione cui viene destinato l’IoT, ne deriva l’importanza di ciò che è in grado di gestire. I settori delle biotecnologie, consulenze e pubblicità ripongono grandi aspettative in quello che definiscono, una svolta importante per le proprie attività. Ma il numero delle aziende che adottano il sistema IoT è in crescita esponenziale e i risultati che stanno ottenendo sono significativi, in particolare nella produzione, nella distribuzione, nella gestione degli asset, nella logistica, nell’organizzazione delle catene distributive e nel marketing.

Lo studio ha rilevato che la maggior parte delle industrie non ritiene che l’IoT sia capace di rivestire un ruolo così importante, ad eccezione dell’industria delle biotecnologie che lo ritiene cruciale.

In ambito industriale, l’intelligence della localizzazione, il supporto ai dispositivi mobili, l’analisi in-memory e le integrazioni con i sistemi operativi sono le quattro aree d’azione sulle quali i sostenitori dell’IoT incentrano il loro interesse. Nel confronto con il campione di tutti gli intervistati, chi sostiene l’IoT ha un’esperienza più ampia e approfondita dell’argomento, rispetto agli altri partecipanti.

Chi promuove l’IoT ha un’impostazione mentale pragmatica in riferimento ai modi in cui possa contribuire a garantire efficienza nei processi, guadagni e un’efficace integrazione con i sistemi pre-esistenti.
L’abilità da parte di una società ad imparare a gestire l’analisi dei big data è di importanza fondamentale per determinare il successo oppure il fallimento dell’uso dell’IoT. I fan dell’IoT considerano i big data determinanti e l’IoT come il nucleo centrale dal quale dare avvio agli investimenti, implementando l’analisi dei big data e degli asset.


IoT, big data e business intelligence: le 3 aree della digital transformation - Ultima modifica: 2016-10-04T12:00:07+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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