Italia penultima al mondo per numero di nuovi imprenditori

Italia è la penultima al mondo per il numero di persone coinvolte in startup e nuove imprese, solo il 4,2%, forte il gender gap che ci pone tra i peggiori

I dati del Global Entrepreneurship Monitor 2018/2019, meglio conosciuto come GEM, dicono che Italia è la penultima al mondo per il numero di persone coinvolte in startup e nuove imprese, insomma nessuno vuol fare l’imprenditore, solo il 4,2% dell popolazione in età lavorativa è coinvolta nel lancio di startup o nuove imprese. Ancora peggiori sono i dati relativi all’imprenditoria femminile nel nostro Paese. A livello mondiale ci sono 7 donne imprenditrici ogni 10 uomini, il divario è ancora molto grande quando si parla di nuove imprese, e l’Italia è ampiamente sotto la media; con grande sorpresa sono le le economie in via di sviluppo che vantano una parità di genere nel mondo delle startup.

Global Entrepreneurship Monitor

I dati del Global Entrepreneurship Monitor 2018/19 – infografica

Dati imprenditoria e startup

L’osservatorio Global Entrepreneurship Monitor Global Entrepreneurship Monitor , a cura dei professori Niels Bosma, dell’olandese Utrecht University e di Donna Kelley, dello statunitense Babson College, è suddiviso in sette capitoli che analizzano sotto diversi aspetti l’impatto dell’imprenditoria nei diversi paesi.

Il rapporto si basa sull’ascolto di almeno 2.000 persone in età lavorativa (18-64 anni) per ciascuna delle economie osservate e prende forma a partire da due parametri che definiscono il profilo demografico degli imprenditori: Total Entrepreneurial Activity (TEA) rate e genere.

Il TEA è l’indicatore del tasso di persone in età lavorativa attivamente coinvolte in aziende nella fase di start-up di imprese, sia nella fase di avvio di una nuova impresa (andando ad individuare i nuovi imprenditori), sia nella fase che arriva fino a 42 mesi dopo la nascita dell’azienda (individuando i proprietari o manager delle nuove imprese).

Per quel che riguarda il TEA è l’economia a basso reddito dell’Angola ad avere il tasso più alto, 41%, seguita da altre economie a medio reddito come Guatemala e Cile. Insieme a Thailandia, Panama, Qatar e Madagascar, l’Angola risulta anche tra le uniche sei economie, tra quelle prese in esame dallo studio, ad avere un TEA pressoché uguali tra uomini e donne, mentre a livello globale la media è di 7 donne imprenditrici ogni 10 uomini. Interessante registrare come questo Paese africano sia ultimo per quello che riguarda la paura del fallimento e ai primi posti in relazione a percezione di opportunità e capacità e propensione all’imprenditorialità.

I dati Global Entrepreneurship Monitor 2018/2019

Estremamente interessanti anche i dati relativi alla tipologia degli imprenditori: è del 12.6% il TEA dell’impegno di persone in attività lavorative in aziende in fase di start-up, dell’8.5% in quella delle aziende in fase di consolidamento, del 3.7% quello dei dipendenti di attività imprenditoriali, del 18.7% di aziende a carattere familiare e del 9% in aziende individuali.

Tra i molti parametri presi in esame è interessante poi quello legato alle motivazioni, che vedono il 47% degli intervistati mossi dalla percezione delle opportunità, in particolar modo quelle legate al maggior guadagno e all’indipendenza, mentre per il 23% è la mera necessità a fare da innesco.

I dati dell’Italia nel Global Entrepreneurship Monitor 2018/2019

L’Italia è tra i paesi con i TEA più bassi, in buona compagnia con altre economie ad alto reddito, in cui la propensione all’imprenditorialità sta lentamente riemergendo dopo decenni di culto del posto fisso e sicuro, che fino a pochi anni fa era tutt’altro che difficile da trovare. Il nostro TEA, in lieve calo rispetto alla scorsa rilevazione, è di appena il 4.2% (il peggiore dei nostri ultimi 5 anni), che ci pone al penultimo posto della classifica. Non meglio va il rapporto tra uomini e donne imprenditori, che ci pone al 37° posto del TEA per genere (0,51) e men che meno i parametri relativi alla percezione delle opportunità (37° posto), della percezione delle capacità imprenditoriali (44° posto) e della propensione all’imprenditorialità (39° posto). Per contro eccelliamo quanto a paura di fallire, che ci vede in quarta posizione con ben 51.7 punti, contro i 16.6 degli imprenditori dell’Angola, che dal punto di vista del coraggio imprenditoriale non sembrano avere rivali.

A partire da questa edizione il GEM ha introdotto anche un nuovo parametro: il National Entrepreneurship Context Index (NECI), che valuta attraverso 12 indicatori quanto sia favorevole l’ambiente di 54 paesi per l’imprenditorialità. Anche da questo punto di vista l’Italia non si rivela certamente un paradiso per gli imprenditori, raccogliendo 4.5 punti su 10 in un consesso al cui vertice spicca il Qatar, con 6.7 punti su 10, seguito da Indonesia, 6.6, Paesi Bassi, 6.5, Taiwan, 6.3, e India, 6.2. Dopo l’ottima Olanda tra le europee hanno valori elevati anche Lussemburgo e Svizzera, entrambi 5.7, Francia, 5.6, e Austria, 5.5, mentre peggio di noi fanno Grecia, Slovacchia e Croazia.


Italia penultima al mondo per numero di nuovi imprenditori - Ultima modifica: 2019-09-01T07:45:24+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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