Indice Globale di Attrattività: l’Italia è 16esima, guadagna una posizione

Il Global Attractiveness Index (Indice Globale di Attrattività) misura il potenziale di attrazione di 144 Paesi. In testa rimangono Stati Uniti, Germania, Cina, Giappone e Singapore. L’Italia ha guadagnato una posizione, arrivando al 16esimo posto per attrattività

L’ Indice Globale di Attrattività, il Global Attractiveness Index (Gai), rappresenta la capacità di una nazione di attirare e trattenere talenti, capitali e asset (know how, tecnologie, ecc.), favorendo il consolidamento e la nascita di attività produttive e stimolando processi di sviluppo economico e sociale.

Indice Globale di Attrattività The European House Ambrosetti

La gestione dell’immagine-Paese “pro-business” e il posizionamento nelle classifiche internazionali della competitività sono questioni centrali per lo sviluppo e la crescita di un territorio. Ad oggi, molti Paesi tra i più dinamici e competitivi hanno messo a punto precise strategie di comunicazione.

Sulla base di queste riflessioni, nel 2016 The European House – Ambrosetti, insieme ad Abb, Toyota Material Handling Europe e Unilever, ha lanciato il Global Attractiveness Index (Gai) con l’obiettivo di rendere disponibile ai decision maker italiani e internazionali un indice-Paese innovativo e attendibile, in grado di offrire una fotografia rappresentativa dell’ attrattività e sostenibilità dei Paesi e, conseguentemente, fornire indicazioni affidabili a supporto delle scelte di sistema.

Il Gai mappa 144 economie nel mondo, restituendo un ranking complessivo strutturato sull’attrattività, dinamicità e sostenibilità in termini comparativi e relativi.

Come si misura l’ Indice Globale di Attrattività

L’attrattività è la combinazione di elementi “hard” (infrastrutture, patrimonio produttivo) e “soft” (risorse umane, tessuto sociale) che caratterizzano un territorio e della qualità ed efficienza delle relazioni e delle strutture organizzative che legano tali elementi e li fanno funzionare.

Per l’elaborazione del Global Attractiveness Index è stata adottata una chiave di lettura economica, con una focalizzazione sui relativi Kpi riconducibili a due dimensioni di attrattività : interna, intesa come capacità di trattenere soggetti già presenti sul territorio; esterna, cioè in grado di attrarre risorse da fuori.

Indice Globale di Attrattività principi

Il Global Attractiveness Index (Indice Globale di Attrattività) è derivato da un modello analitico multidimensionale.

È composto da un Indice di Posizionamento (IP), che misura il livello di attrattività su quattro attributi: apertura, innovazione, efficienza e dotazione. A integrazione, un Indice di Dinamicità (ID) e un Indice di Sostenibilità (IS), misurano rispettivamente la variazione del livello di attrattività nel breve periodo (ultimi tre anni) e quanto il posizionamento di un dato territorio sia effettivamente sostenibile in termini economici, sociali e ambientali.
Il Rapporto nel 2017 è giunto alla seconda edizione. La classifica non è molto diversa rispetto al 2016. In testa rimangono Stati Uniti, Germania, Cina, Giappone e Singapore. L’Italia ha guadagnato una posizione, arrivando al 16esimo posto.

Indice Globale di Attrattività: la classifica

Global Attractiveness Index
20172016Paesepunteggio 2017
11Stati Uniti100
22Germania92.5
34Cina88.2
43Giappone87.3
55Singaèpre81.9
67Canada80.7
78Francia80.4
86Regno Unito80.3
99Olanda73.8
1010Corea del Sud73.5
1111Australia71.8
1212Svizzera70.9
1313Hong Kong69.3
1414Austria65.7
1515Belgio64.2
1617Italia62.2
1716Irlanda61.8
1818Danimarca59.9
1919Svezia59.5
2021Lussemburgo58.2
2123Islanda57.7
2220Nuova Zelanda57.3
2324Rep. Ceca56.7
2422Norvegia56.6
2525Spagna56.3

Global Attractiveness Index Indice Globale di Attrattività


Indice Globale di Attrattività: l’Italia è 16esima, guadagna una posizione - Ultima modifica: 2018-03-17T07:12:24+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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