A Google multa da 2,42 MLD ma non è un attacco europeo alle aziende USA

A Google multa record: ben € 2,42 miliardi, per sfruttamento della posizione dominante nell’ambito dello shopping online. Ma non è un attacco agli USA

A Google multa record: ben € 2,42 miliardi, per abuso della posizione dominante nell’ambito dello shopping online. Avevamo già spiegato i motivi di questa decisione dell’Antitrust Europeo.

A Google multa record sì, ma non è un attacco dell’Europa agli USA

Ma Commissione Europea non si è impegnata in una guerra commerciale contro le società tecnologiche statunitensi.
Margrethe Vestager, commissario europeo per la concorrenza, si occupa di una questione commerciale centrale dell’era digitale che pone questa domanda: in che misura le aziende come Google devono – e possono – sfruttare la loro egemonia in un settore per ottenere vantaggio a scapito di altri?

Accuse infondate per la multa a Google

Le accuse di polarizzazione antiamericana sembrerebbero non trovare fondamento considerando che la Commissione Europea non si è astenuta dal punire altre aziende, moltissime delle quali europee, quando si è trattato di questioni relative alle pratiche di concorrenza. Basti pensare ai produttori del settore automobilistico che messi insieme raggiungono sanzioni per € 2.93mld .
Il fatto che la maggior parte dei titani tecnologici siano americani è solo dovuto alla Silicon Valley la quale ha avuto successo più di chiunque altro nella produzione di aziende che crescendo dominano il mercato. Ma c’è da notare un aspetto singolare nella vicenda Google: i sostenitori più accaniti degli sforzi della Vestager sono proprio americani e molto spesso appassionati di Oracle e Yelp.
A tutt’oggi non ci sono prove di antiamericanismo nella commissione.

Dopo il caso Google, nuove norme in arrivo

Quanto alla sentenza stessa, la Vestager sta prendendo in considerazione un nuovo quadro normativo, ma i suoi argomenti sembrerebbero ben fondati. Se Google continuasse a favorire Google Shopping nei risultati della ricerca, a discapito dei siti web dei rivali, non ci sarà mai alcun tipo di concorrenza e il danno sarebbe tutto del consumatore.
È anche vero, come ha affermato Google, che molti rivali dello shopping online sono comunque riusciti a prosperare, basti pensare ad Amazon. Ma questa obiezione non è certamente esaustiva.

Le ragioni dell’indagine su Google

L’indagine condotta dalla Vestager ha dovuto stabilire quando un dominio in una ricerca possa essere utilizzato per cercare vantaggio in materia di shopping. Secondo la Commissione non solo Google stava cercando di ottenere un “vantaggio illegale”, ma stava via via penalizzando i risultati degli altri nelle ricerche, questo ha portato alla multa a Goggle.
Questa scoperta avrà conseguenze di vasta portata nel momento in cui Google o altri utenti non potranno più privilegiare propri prodotti in settori specifici, e se così fosse, potremmo elogiare i provvedimenti da parte della Commissione, la quale sostiene che il dominio in ogni settore dovrebbe essere guadagnato con merito e non cercando di soffocare i rivali. Una tale visione a favore della concorrenza favorirà i consumatori ovunque, Stati Uniti inclusi. Google Multa Margrethe Vestager shopping

La risposta di Google alla multa

Non si è fatta aspettare la risposta di Google alla multa record

“Date le prove, disapproviamo rispettosamente le conclusioni annunciate oggi. Esamineremo nel dettaglio la decisione della Commissione perché valutiamo un appello.

Riteniamo che la decisione della Commissione Europea sullo shopping online sottovaluti tale tipo di connessioni semplici e veloci. Mentre alcuni siti di comparazione per lo shopping vogliono che Google li visualizzi in maniera più evidente, i nostri dati mostrano che gli utenti solitamente preferiscono i link che li portano direttamente ai prodotti che desiderano, non a siti web in cui devono ripetere le loro ricerche.

on i suoi strumenti di comparazione, con le recensioni, milioni di rivenditori e una vasta gamma di prodotti, dalle scarpe da ginnastica agli alimentari, Amazon è un formidabile concorrente ed è diventata la prima meta per le ricerche di prodotti. E con la crescita di Amazon è naturale che alcuni servizi di comparazione si siano dimostrati meno popolari di altri. Siamo in competizione con Amazon e con altri siti di ricerche relative allo shopping mostrando informazioni sui prodotti sempre più utili.”


A Google multa da 2,42 MLD ma non è un attacco europeo alle aziende USA - Ultima modifica: 2017-06-29T08:17:17+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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