Nuove classificazioni energetiche: il 1° marzo si cambia, italiani impreparati

Il 56% degli italiani dichiara che la classe energetica è molto importante nella scelta di acquisto

Dal 1° marzo scattano le nuove classificazioni energetiche per gli elettrodomestici. Quella alla quale ormai siamo abituati sarà sostituita da una nuova scala di valori. Ma, secondo quanto emerso da un’indagine commissionata da Facile.it agli istituti di ricerca mUp Research e Norstat, il 69,4% degli italiani non lo sa. Il bacino dei consumatori italiani che dichiarano di non essere a conoscenza della novità risulta pari a più di 30 milioni di individui.

Nuove classificazioni energetiche, cosa cambia

Quali sono le ragioni di questo cambiamento e cosa cambia nello specifico? Il vecchio sistema di etichette è giudicato non più adatto a rappresentare le differenze tra gli elettrodomestici; ormai quasi tutti concentrati nelle classi migliori con conseguente confusione per i consumatori.

Le nuove etichette si baseranno sempre su una scala di valori che va da A (classe più efficiente) a G (la meno efficiente), con la differenza che scomparirà il simbolo “+” e, soprattutto, si irrigidiranno i criteri con cui verranno assegnate le lettere. Ad esempio, un elettrodomestico oggi classificato in classe A+++, con le nuove etichette verrà reinserito con tutta probabilità nella classe B se non addirittura C.

Può sembrare confusionario, ma niente paura! A partire dal primo marzo e fino al trenta novembre 2021 le nuove etichette verranno affiancate a quelle vecchie, così i consumatori potranno gradualmente abituarsi al sistema di classificazione. Solo dal primo dicembre 2021 le vecchie etichette scompariranno del tutto.

Va detto che nel corso di questi 23 anni (l’obbligo di apporre l’etichetta su ogni apparecchio è entrato in vigore nel 1998) gli italiani hanno imparato a usare molto bene l’attuale sistema di classificazione dei consumi degli elettrodomestici per indirizzare i propri acquisti; tanto è vero che, secondo quanto emerso dall’indagine di Facile.it, alla domanda “Quando acquista un elettrodomestico, quanto incide la classe energetica sulla sua decisione?” ben il 95% dichiara che questa sia un’informazione importante ed è addirittura esplicitamente descritta come molto importante dal 55,9% del campione.

L’indagine condotta ha approfondito anche le ragioni per le quali i consumatori valutano molto importante (o, al contrario, poco o per nulla utile) considerare la classe energetica dell’elettrodomestico prima di acquistarlo.

classificazioni energetiche cosa cambia

Fra chi dà grande importanza alla classificazione le ragioni principali sono risultate essere il risparmio – sia esso economico (63% del campione) o energetico (32%) – e la convinzione che basarsi sulla classificazione energetica per compiere l’acquisto sia in qualche modo utile a salvaguardare l’ambiente (25%).

Per gli oltre 1.100.000 italiani che non considerano utile la classificazione, invece, i motivi dichiarati sono la volontà di spendere meno per lo specifico acquisto o, anche, l’ammissione di non capire realmente fino in fondo quale sia il significato della classificazione riportata nell’etichetta.

L’attenzione degli italiani verso le etichette energetiche è comprensibile se si considera che il consumo degli elettrodomestici incide moltissimo sulla spesa elettrica; basti pensare che il frigorifero, da solo, arriva a pesare tra il 10-15% della bolletta totale annua di una famiglia media.

Scegliere un elettrodomestico con bassi consumi è in effetti un ottimo modo per risparmiare e a volte, per alleggerire la bolletta è sufficiente cambiare i dispositivi più datati; conti alla mano, ad esempio, già oggi basta sostituire il vecchio condizionatore in classe B con uno nuovo in classe A+++ per risparmiare fino a 90 euro all’anno.

 


Nuove classificazioni energetiche: il 1° marzo si cambia, italiani impreparati - Ultima modifica: 2021-02-25T14:40:06+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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