ab medica, l’evoluzione tecnologica nel biomedicale

Il mercato della robotica nel vasto ambito dei medical devices, tra strumenti miniaturizzati e dispositivi indossabili. L’intervista ad ab medica

Il mercato della robotica nel vasto ambito dei medical devices, tra strumenti miniaturizzati e dispositivi indossabili. L’intervista ad ab medica

di Massimo Canorro

“Il nostro è un settore che deve sviluppare competenze particolarmente differenziate – dall’informatica alle nanotecnologie, dalla fisica alla chimica – che si uniscono per creare innovazione tecnologica”. Parole di Massimiliano Boggetti, il presidente di Assobiomedica, la Federazione di Confindustria che rappresenta le imprese che forniscono alle strutture sanitarie italiane, pubbliche e private, dispositivi medici.
Rappresentando la gran parte delle aziende del proprio settore (“la nostra spinta innovativa ha sviluppato un tessuto imprenditoriale variegato e specializzato, all’interno del quale le aziende convivono con i grandi gruppi”, sottolinea Boggetti), Assobiomedica ha dato vita a un osservatorio permanente su “Produzione, ricerca e innovazione nel settore dei dispositivi medici in Italia”, con l’intento sia di valorizzare il biomedicale sia di promuoverne lo sviluppo.
Dal rapporto realizzato dal Centro studi Assobiomedica emerge che in Italia – dove sono presenti 3.883 imprese di medical devices, con quasi 76.000 dipendenti, di cui il 7,3% impiegato in ricerca e innovazione – il mercato è di 7 miliardi di euro verso il Servizio Sanitario Nazionale e di 4 miliardi verso il privato. E ancora, le imprese di dispositivi medici investono in ricerca e innovazione circa il 7% del fatturato. Occorre ricordare che il biomedicale vanta numerose eccellenze tra Toscana, Lazio, Emilia, Veneto e Lombardia (con circa l’85% del settore concentrato nel centro-nord) nonché l’importanza, tangibile, dei dispositivi medici che, in costante evoluzione, contribuiscono alla tutela della salute, fornendo strumenti all’avanguardia per la prevenzione, la cura e la riabilitazione.
E proprio in Lombardia, a Cerro Maggiore (Milano), ha sede ab medica, azienda italiana leader nella produzione e distribuzione di tecnologie medicali, anche in ambito di robotica chirurgica. Fondata nel 1984 da Aldo Cerruti – oggi presidente della società – ab medica è a capo di un gruppo di dieci aziende che, nel comune orientamento all’innovazione, apportano competenze e know-how nei settori della telemedicina e delle telecomunicazioni, passando per la genomica e la protesica, fino alla produzione, assemblaggio e collaudo di device nonché alla commercializzazione e distribuzione, a livello nazionale e internazionale, di soluzioni medicali.

Aldo Cerruti, fondatore e Presidente di ab medica

Aldo Cerruti, fondatore e Presidente di ab medica

ab medica e la robotica per la salute

Nel più vasto ambito dei medical devices, il mercato della robotica costituisce uno spaccato rilevante: dagli anni Ottanta, sono stati oltre 3.000.000 i pazienti italiani operati grazie a strumenti robotici. Attualmente sono 33.000 gli specialisti italiani che nel loro lavoro si avvalgono dei robot, con una previsione R&D di ab medica di crescita europea che si stima di 1,8 miliardi entro il 2022.

“Nelle sale operatorie i chirurghi si avvalgono sempre più spesso di robot che dispongono di trocar, pinze, endoscopi di dimensioni tanto ridotte da non necessitare incisioni importanti. È il caso del robot da Vinci, che distribuiamo in Italia”, spiega Cerruti, introducendo un altro tema rilevante dell’integrazione tecnologica: la miniaturizzazione degli strumenti. “Non si tratta dell’unico aspetto innovativo della medicina moderna – precisa – poiché non possiamo dimenticare la progettazione di strumenti in grado di magnificare la visione dei dettagli anatomici con una resa 3D, endoscopi che amplificano il campo d’azione del chirurgo, sistemi capaci di stabilizzare i movimenti della mano eliminando i tremori fisiologici e preservando le terminazioni nervose, tecnologie che permettono di visualizzare la perfusione dei tessuti”.

E ancora, l’analisi genetica (“lo studio del Dna permette di indagare nel migliore dei modi le familiarità genetiche e di diagnosticare le patologie”), la trasmissione dati a distanza negli ambiti di telemedicina, teleassistenza e telemonitoraggio (“grazie a strumenti miniaturizzati in grado di comunicare via bluetooth o wireless, medico e paziente possono condividere informazioni, per un controllo costante e puntuale”), la riduzione dei tempi di degenza grazie alla mininvasività e alla robotica (“convalescenze più brevi e riprese funzionali più rapide oramai sono la norma. Le dimissioni veloci rappresentano un vantaggio sia per il paziente sia per l’ospedale”) costituiscono delle soluzioni tecnologiche modellate per risolvere le più comuni sfide di settore. Riprende il presidente di ab medica: “È importante conquistare la fiducia dei medici affinché decidano anch’essi di scommettere sulla novità. Del resto, ciascun paziente merita di poter essere curato nella maniera più adatta”. Quindi Cerruti tratteggia il panorama della medicina di domani, quella che spesso viene soprannominata 4.0 e lascia presagire che la salute sarà addirittura indossabile. “I wearable devices del futuro permetteranno a ciascuno di portare con sé la propria storia clinica, rendendola disponibile e assicurando un monitoraggio in tempo reale dei parametri vitali, sempre e ovunque”.

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ab medica, l’evoluzione tecnologica nel biomedicale - Ultima modifica: 2018-04-11T10:03:48+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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