Marco Montemagno: l’intervista di Digitalic sul progetto Slashers

L’intervista a Marco Montemagno, fondatore della community Slashers e autore di “Codice Montemagno. Diventa imprenditore di te stesso grazie al digital”


Parliamo di Marco Montemagno, Ok lo ammetto: non ero un suo fan. Poi, per merito della mia amica Antonella, appassionata di marketing e dintorni, ho scelto di entrare nella community degli slasher che Marco ha fondato di recente. E mi si è aperto un mondo: è un gruppo che fornisce tanti spunti, risposte concrete e utili. I live di Marco Montemagno trattano temi pratici in modo preciso e brillante. Insomma, mi diverto e imparo con costanza perché c’è molto “arrosto” e poco “fumo” in questa iniziativa e in Marco, al contrario di tanti guru e community che ho frequentato fino ad oggi.

Per questo ho intervistato Marco Montemagno e mi ha raccontato che…

** di Matteo Ranzi
Hai appena lanciato il progetto “Slashers”. Di cosa si tratta e che vantaggi si hanno a partecipare?
Slashers è un termine che si riferisce a tutte le persone che hanno più di una competenza, a volte anche più di un lavoro e che quando viene loro chiesto “Di cosa ti occupi?” rispondono con una serie di attività separate da uno “slash”. È una community rivolta a questo tipo di professionisti intraprendenti, con una piattaforma online che offre il grande vantaggio di interagire e collaborare con altre persone dalle competenze trasversali, ma spesso complementari. Inoltre ci sarà un evento fisico dedicato agli slashers, momento di networking ma non solo (segreto!).
Chi può far parte di questa community?
L’ingresso alla community è con selezione. È importante per mantenere il gruppo eterogeneo e affinché lo scambio possa davvero arricchire i partecipanti. Può candidarsi chiunque si riconosca nel profilo di professionista intraprendente.

Marco Montemagno: meglio i video del testo, ma dipende dalla piattaforma

Il 70% dei contenuti web saranno video e le nuove generazioni sono visive. Quindi togliamo il piede dall’acceleratore di blog e siti testuali?
Video first. Credo che il video abbia comunque un valore aggiunto: consente di mostrarti ed esprimerti in maniera diretta ed è più facile quindi creare un rapporto con la community. Il video arriva di più, per cui il suggerimento di un video al giorno è ancora valido. Ma ci sono alcune piattaforme su cui il testo ha la meglio (es. Linkedin) e tipi di pubblico che ancora prediligono leggere, per cui è importante valutare a chi ci si rivolge e dove.

Marco Montemagno: il libri diventeranno un prodotto di nicchia

E i libri, tu ne leggi tantissimi, rimarranno o diventeranno “copertine” contenenti video racconti?
Probabilmente subiranno un’evoluzione e diventeranno un prodotto di nicchia, ma è difficile prevederlo. Aspettiamo a vedere se veramente l’AI sarà capace di scrivere romanzi per valutare il destino dei libri tradizionali.

Suggerisci: “1 video al giorno!”. Really?

Really. È quel tipo di comunicazione che facilita la creazione di una community e contribuisce a renderti referente in un determinato settore. Però bisogna sapere cosa dire e come dirlo: gli argomenti devono essere rilevanti per il gruppo, e davvero utili. Spesso per lo zelo di produrre un video al giorno si perde di vista l’obiettivo, cioè fornire soluzioni, essere di aiuto. E poi bisogna comunicare in maniera coinvolgente e i video devono essere ben realizzati, meglio non improvvisarsi.

Marco Montemagno: I giovani Youtuber fanno più ascolti di Pippo Baudo

Molti non hanno un vlog, ma solo account in piattaforme social. Non è una strategia rischiosa?
Attualmente chi lavora online è comunque esposto a questo rischio: siamo tutti “ospiti” su piattaforme tendenzialmente monopoliste, perché loro hanno l’attenzione delle persone e quindi è lì che bisogna stare. Però se sei bravo il rischio diminuisce: se hai creato una community su Facebook e per un qualche motivo non hai più la pagina, i tuoi follower ti seguiranno altrove.
Dovendo scegliere, per vendere i miei prodotti investo su Facebook o su Google?
Facebook attualmente, è più economico e c’è un maggior Roi con un minor investimento, rispetto a Google. Per un professionista o piccolo imprenditore va benissimo investire solo su Facebook. Se si dispone di un budget molto alto, la strategia potrebbe includere anche Google. Per il futuro si vedrà, non escludiamo che ci saranno altre piattaforme molto valide (di fatto c’è già la pubblicità su Linkedin, Instagram e Pinterest) e dipende comunque dal prodotto, dall’azienda e da dove si trova il pubblico.
marco montemagno

**Matteo Ranzi: A 13 anni decide: da grande avrà un’agenzia pubblicitaria, come Guido Nicheli nel film “Yuppies”. Nel 2000 si laurea in Bocconi ed entra in Ingram Micro. In meno di 3 anni diventa il più giovane Business Manager della distribuzione Ict e 2 anni più tardi è alla guida del Trade Marketing. Maggio 2009, il momento è arrivato: firma le carte dal notaio e fonda Mille Ottani, l’agenzia marketing di cui è titolare. Negli anni successivi oltre 60 tra Vendor, Distributori e Rivenditori lo scelgono per prendersi cura della loro comunicazione e per realizzare progetti innovativi come “Futura”. La sua passione sono le auto. Vorrebbe guidarle tutte. Anche la tua. E nel suo studio ha appeso un quadro con Guido Nicheli, da cui prende ispirazione ogni giorno per creare le sue mucche viola.


Marco Montemagno: l’intervista di Digitalic sul progetto Slashers - Ultima modifica: 2017-08-09T09:00:57+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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