Backpack di Facebook, lo switch di seconda generazione

Facebook Backpack è uno switch per computer di seconda generazione, che succede a 6-Pack realizzato dalla Cisco. Ma Backpack è decisamente più veloce

La nuova tecnologia di Facebook si chiama Backpack e si tratta di uno switch per computer di seconda generazione, che succede a 6-Pack realizzato dalla Cisco. Ma Backpack è decisamente più veloce.
Il 6-Pack era uno switch 40G, ciò significa che era in grado di trasmettere dati per 40G in una rete di data center. Il Backpack è uno switch ottico 100G, che significa che è 2.5 volte più veloce e – avvalendosi delle fibre ottiche, quindi la luce – muove i dati in modo più efficiente rispetto ai cavi in rame tradizionali.
Il Backpack è compagno di Wedge 100, un nuovo switch annunciato da Facebook la scorsa primavera, che consiste in uno switch top-of-rack che connette un rack di server di computer alla rete. Il Backpack, in seguito, connette tutti gli switch Wedge 100.
Facebook sta cercando di costruire da sé un data center completo e questi due componenti lo fanno avvicinare sempre di più al proprio scopo.
Ci sono due punti chiave riguardo al nuovo switch.
Il primo a che fare con Open Compute Project che si è guadagnato lo status di cult già dal suo lancio. L’OCP crea hardware open source al quale gli ingegneri possono attingere gratuitamente ai progetti di hardware e contribuirvi. OCP offre una serie di progetti di rack, server, drive di storage e molto altro e diventa la vetrina nella quale produttori cercano di trovare il miglior progetto nel quale investire. OCP ha ispirato al punto che altri grandi di Internet hanno iniziato a concretizzare il proprio hardware, come ad esempio è accaduto per LinkedIn.
Nel caso degli switch di Facebook è stato firmato un contratto con la Accton per dare inizio alla produzione di massa e quindi alla vendita di questi dispositivi.
Omar Baldonado, un membro del team ingegneristico di Facebook, parlando di Backpack ha dichiarato: “Prevediamo che segua lo stesso percorso di Wedge, nel corso del 2017 il pubblico potrà usufruire di Backpack, perché stiamo lavorando anche all’ecosistema del software ed è anche per questo che contribuiamo attivamente ad OCP”.
Per creare Backpack Facebook ha dovuto collaborare con chi si occupa di chip e di chi distribuisce il materiale ottico al fine di concretizzare qualcosa di completamente nuovo, ovvero creare chip particolari e una fibra ottica particolare in grado di ridurre i costi degli switch.
Gli switch ottici attualmente presenti sul mercato non sono usati nei data center per connettere i server tra loro. Vengono usati in una parte della rete – chiamata Backplane – che si estende tra i data center o nel tessuto urbano, una tale scalatura metropolitana fa sì che consumino molta energia e che di pari passo risultino molto costosi.
Facebook ha realizzato uno switch in grado di consumare meno energia e generare meno calore e riesce a operare con 55° C, qualcosa di inimmaginabile fino a poco tempo fa. Al fine di ridurre i costi si tratta di un sistema modulare e ciò significa che possa essere completamente smantellato e rimontato a seconda delle proprie necessità e con diversi chip, diverse schede di rete e ovviamente diversi software.
Il taglio dei costi – fortemente voluto – rimane una delle rivoluzioni dell’hardware di Facebook e anche nel caso in cui la strumentazione avesse un costo elevato il risparmio in fase di utilizzo costituirebbe un rimborso costante di quanto si è investito.
Facebook sta diventando un leader in questo settore, con le sue scelte che puntano a network e data center veloci, economici ed efficienti. E il tutto a che cosa porterà? Alla realtà virtuale abbinata ai social per garantire esperienze immersive, sociali e interattive a 360°.


Backpack di Facebook, lo switch di seconda generazione - Ultima modifica: 2016-11-11T10:57:19+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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